martedì 21 gennaio 2014

Anche dal male peggiore Dio 
tira fuori meraviglie 
(Parte I)

Elena ci invia questa interessante testimonianza di un ragazzo americano, Berckeley, che rispecchia come Dio scrive diritto anche sulle righe storte dell’uomo. Grazie Elena!


Qualche settimana fa nella chiesetta della mia università ha concelebrato la messa un sacerdote del tutto particolare. Venuto il momento dell’omelia ha iniziato a parlare e, di sicuro il suo accento non era italiano.
Con uno stile tutto festoso e divertente ci ha detto: “Ragazzi mi dispiace per voi, oggi mi hanno chiesto di raccontarvi una storia a cui ho assistito in prima persona! È la storia di un ragazzo di Berckley, California. Ma voi sapete di cosa è la patria Berckley? Berckley è stata la culla della rivoluzione sessuale del ’68 e di tutti i movimenti e le filosofie hippie che da quella sono nate! Questo ragazzo era nato proprio lì quegli anni di grandi illusioni!  Suo padre era un sindacalista, ma non di quelli estremi … si  perché a fare l’estremista ci pensava suo zio che era il capo dell’unico partito comunista di tutti gli Stati Uniti. Sua madre era ebrea ma sin dalla sua giovinezza ha aderito alle  filosofie buddiste e spiritualiste dei grandi santoni che in quegli anni (ma ancora oggi) spopolano tra gli intellettuali. Questi propinavano lo scardinamento di tutti i valori fondamentali dell’uomo  sotto lo scudo di false idee di “amore”, “pace” e libertà. Infatti sin da subito queste parole si rivelarono per quello che veramente erano: trasgressione. Si … insomma avete capito bene... sesso, droga e rock & roll! La madre di quel ragazzo  alla fine è diventata perfino una delle ideatrici e fondatrici della filosofia New Age che tanto male sta facendo al mondo. 

Questo ragazzo quindi era stato tirato su in un ambiente che lui reputava intellettualmente effervescente e pieno di stimoli. Era stato cresciuto per essere un’avanguardia, una lama affilata destinata a rompere i vecchi equilibri dei benpensanti; era stato  abituato a credersi e a voler essere sempre più avanti degli altri. Dal canto suo, lui sapeva che avrebbe dovuto cambiare il mondo, ma non come lo pensa la media dei giovani, lo voleva con tutto sé stesso e più di ogni altra cosa. Ne era certo, avrebbe calpestato tutta l’ipocrisia che lo circondava e l’avrebbe fatto con l’arma che gli era più congeniale, la filosofia. Con l’oratoria poteva tutto e aveva come una sensazione di onnipotenza e dominio. Si era prefisso la missione di dimostrare che la Chiesa Cattolica era l’unico vero male della nostra società. All’esterno era un leone ma troppo spesso sentiva un’insostenibile sensazione: si sentiva inutile, impotente. Meglio non darci troppo peso pensava, sarebbe passato prima o poi.

Certe volte però  questo sentimento era talmente forte da spezzarlo in due, era quasi depressione. Il mondo, la condizione umana e tutto il mondo erano insostenibili. Niente aveva senso perché era lui stesso che doveva dare senso alle cose che lo circondavano. Il senso però il più delle volte non lo trovava. Allora studiava di più, sperimentava tutto ma niente. Si convinse che l’unica cosa doveva essere rassegnarsi a conviverci.
Da buon nipote del capo del partito comunista prese la sua prima laurea in Filosofia Sociale e poi, visti i suoi  buoni voti ebbe la possibilità di ottenere una borsa di studio per un’altra laurea. Si sa, in America le università costano tantissimo, tanto valeva approfittarne. Il fatto che si trattasse di una università cattolica non faceva altro che  rendere il tutto ancora più affascinante, eccitante. Avrebbe dimostrato “a casa” dei “nemici” che non esisteva Dio e che la loro religione era solo una lunga serie di fantasie. Così si ritrovò in  mezzo a dei professoroni cattolici seri, sapete di quelli tutti d’un pezzo, un incubo insomma. Non poteva sopportare la serenità con la quale questi dichiaravano di possedere la Verità e gli sembrava impossibile che persone così acculturate potessero credere ancora a certe storie. “Che stupidi” pensava, “sembrano usciti dalle caverne!”. 
Questo fu il suo primo contatto col cristianesimo e la prima cosa che pensò fu: “Farò crollare questa università dall’interno. Uno per uno distruggerò loro e la loro fede”. Infatti mise da subito in atto quel piano. In quegli anni provò tutto quanto era in suo potere, (anche con i mezzi più subdoli e riprovevoli), per rovinare quelle persone e per uccidere la loro Fede.
Successe qualcosa però: ad ogni mezzo balordo che utilizzava, ad ogni offesa che infliggeva, riceveva in cambio solo del bene. Si lo sapeva i cristiani hanno quella cosa dell’altra guancia, ma questo era diverso da quello che pensava lui. Lui riceveva del BENE SINCERO da quelle persone. Impossibile direte … Se non ci credete vi dico anche che ad un certo punto, la famiglia di quel ragazzo non ebbe più i soldi per pagare la retta, (la sua famiglia infatti era molto povera) e il rettore dell’università fece di tutto per continuare a farlo studiare lì e per averlo così tanto aiutato fu anche licenziato.

Qualcosa non tornava e sconcertava quel ragazzo. Come era possibile tutto questo?... 


Elena

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