martedì 12 gennaio 2016

Non c'è bisogno di Dio per comportarsi bene? 

Pubblichiamo una nostra traduzione di un articolo molto interessante comparso sul famoso portale cattolico USA www.catholic.com.



Una delle convinzioni tenute più appassionatamente tra gli atei e gli agnostici è che loro possano vivere una vita moralmente buona senza credere in Dio. L’ipotesi di fondo è che Dio non è importante per la morale. Ma è davvero così? Si può “essere buoni” senza riconoscere l’esistenza di Dio?



L’ateo buono

La Chiesa Cattolica insegna che i non credenti possono vivere una vita relativamente virtuosa senza credere in Dio, cioè sono in grado di conoscere i comportamenti che rispettano il bene della natura umana e di vivere di conseguenza. Ad esempio, un ateo può sapere che uccidere una vita umana innocente viola l’intrinseco diritto alla vita di quella persona. Un ateo può anche sapere che mentire ad una persona viola l’intrinseco diritto alla verità.

Questi precetti, insieme ad altri, formano ciò che è noto nella tradizione Cattolica come legge morale naturale, ovvero una legge presente nel cuore dell’uomo e conoscibile dall’uomo mediante la luce naturale della ragione umana. Charles Rice, un giurista americano e apologeta cattolico, ha definito la legge naturale come

un insieme di istruzioni scritte nella nostra natura in modo che siamo in grado di scoprire attraverso la ragione come dobbiamo agire (50 domande sulla Legge Naturale, Kindle Location 218)

San Paolo descrive questa legge nella sua lettera ai Romani quando riflette sull’abilità dei Gentili di conoscere la legge di Dio senza il beneficio della rilevazione Giudaico-Cristiana:

Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori (Lettera ai Romani, 2:14-15)

Dal momento che questa legge è accessibile mediante la luce naturale della ragione umana, sia gli atei che gli agnostici posso conoscere questa legge e vivere in maniera concorde ad essa senza riconoscere l’esistenza di Dio.

Dio e l’obbligo morale

Questo non vuol dire che Dio è irrilevante per la morale. Oltre al fatto che la grazia di Dio è necessaria per vivere perfettamente la legge morale e meritare il Paradiso (Romani, 8:1-8; Giovanni, 15:5), Dio è necessario affinché la legge sia moralmente vincolante.
In una visione atea del mondo non può esistere alcun fondamento ultimo per l’obbligo morale di vivere seguendo la natura umana. Se non c’è Dio, allora chi ha l’autorità per dire, “Bisogna agire in questo modo e se non fai così sei moralmente una persona malvagia?” Come ha scritto Thomas Merton

Nel nome di chi o cosa mi chiedi di comportarmi bene? Perché dovrei andare incontro all’inconveniente di negare a me stesso le soddisfazioni che desidero nel nome di qualche standard che esiste solo nella tua immaginazione? (The Ascent to Truth, 112)

Merton riconosce che, senza Dio, i precetti morali, inclusa l’idea che dobbiamo rispettare il bene dell’umana natura, sono semplicemente codici morali personali, cioè semplicemente gusti o opinioni che non sono oggettive e non legano tutte le persone. Queste preferenze morali non sarebbero più vincolanti della preferenza del gelato al cioccolato sul gelato alla vaniglia. Grazie a Dio, perché io lo preferisco alla vaniglia!

Francis Beckwith e Gregory Koukl nel loro libro Relativism: Feet Firmly Planted in Mid-Air, descrivono l’irragionevolezza della posizione morale dell’ateo:

Un ateo morale è come qualcuno che si siede a tavola a cena e non crede negli agricoltori, negli allevatori, nei pescatori o nei cuochi. Crede che il cibo è semplicemente apparso, senza alcuna spiegazione né causa efficiente. Non ha senso. O il cibo è un’illusione o qualcuno gliel’ha dato. Allo stesso modo, se la morale esiste… allora bisogna tenere in conto anche di una causa che spieghi questo effetto in maniera adeguata. Dio è la soluzione più ragionevole (169)

Beckwith e Koukl capiscono che negare l’esistenza di Dio porta ad una spiegazione insufficiente per l’obbligo morale. Come può essere vincolante la legge morale se non c’è alcun datore della legge morale che supera l’autorità umana? La risposta è semplice: non può essere vincolante.
Ci sono molto atei e agnostici con cui noi teisti potremmo collaborare per la ricerca di una società giusta e pacifica. Ma comunque, solo il teista sarebbe coerente nel dire che i comportamenti pacifici e giusti sono moralmente obbligatori. Si può farla franca con i precetti morali senza Dio, ma non con l’obbligo morale.

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