venerdì 28 giugno 2013


Difendendo la verità nelle aule



Elena ci scrive raccontandoci come le I Giornate di Formazione alle quali ha partecipato le sono state di aiuto per capire gli errori ideologici che si insegnano spesso nelle università e a far fronte ad essi.  


A 2 mesi dalle Giornate per Universitari ci sono stati nell’ ambito delle lezioni che sto seguendo all’ università dei concetti che per la prima volta nella mia vita riesco a vedere nella loro interezza, con oggettività. Sono una ragazza di 23 anni, studio giurisprudenza e, mai fino a quest’anno mi ero accorta di quanti messaggi falsi, e sbagliati nell’ ambiente universitario vengono veicolati verso gli studenti. Ho fatto un po’ una selezione di alcuni argomenti che mi hanno molto colpito.

Questo semestre ho scelto di frequentare un corso di criminologia perché avevo sempre pensato, almeno fino ad ora che il diritto penale fosse quella branca del diritto più interessata a proteggere i valori dell’uomo, fosse in qualche modo un baluardo reale  dello stato a difesa dell’individuo. Mi sbagliavo. 

NON POSSONO FARSI DELLE POLITICHE SOCIALI E DI PREVENZIONE DELLA CRIMINALITÀ SENZA UN RIFERIMENTO A DIO

Sono rimasta quindi molto sorpresa ascoltando alcune affermazioni della mia professoressa ve le riporto:

La prof, un tipetto particolare con degli occhi indagatori coperti quasi del tutto da un paio di grossi occhiali, ci dice: “ragazzi, la criminologia è la materia che studia quali condotte criminali punire e perché, in modo da aiutare il governo nell’indirizzo delle condotte dei cittadini. Ma ragazzi ricordate bene che questo compito di indirizzo deve essere del tutto staccato da qualsivoglia visione morale, da qualsiasi concezione di giustizia o ingiustizia, dalle leggi e dalle visioni politiche. Ragazzi ricordatevi che ora il mondo è cambiato, le cose che prima erano immorali e quindi vietate ora non lo sono più, immorale non significa più illegittimo,  questa divisione oggi non regge più.


Mi sorge spontanea una domanda, ma allora, visto che per decidere quali condotte punire e quali no non vi basate nè sulla morale, né sul senso di giustizia né su nessun’altra cosa, sulla base di cosa ragionate? Se la società non deve avere nessun valore condiviso sulla base di cosa puoi dare un contributo alla pace sociale e alla giustizia? A questa Domanda la professoressa si è molto sorpresa, e si è velocissimamente arroccata sul fatto che la morale non va minimamente presa in considerazione,neanche pensata nei nostri ragionamenti. Così facendo non ha risposto alla mia domanda che era veramente curiosa di capire su cosa un criminologo si basasse per dare i suoi consigli di politica criminale. In più ha dimostrato di non avere argomenti e di quanto sono senza fondamenta questi ragionamenti.


Sono congetture che non hanno forza di ragionamento e non sanno e non possono migliorare i problemi  di ridurre la criminalità o migliorare la condizione del condannato perché, di per se si basano su dati empirici,statistiche, sono ragionamenti ex post che non guardano le cause,le ragioni che stanno alla base dei problemi della nostra società.

LETTERATURA ECONOMICA:  L’IDEA CHE LA LEGGE ABORTISTA ABBIA RIDOTTO LA CRIMINALITÀ

Addirittura c’è chi nella letteratura economica PRESUME di “Calcolare L’incalcolabile” come Sthepen J. Dubner, giornalista del New york Times e Stephen D. Levitt, economista dell’ università di Chicago , (vincitore del John Bates Clark Medal, premio assegnato al miglior giovane economista degli stati uniti sotto i 40 anni). Questi due autori vogliono propinarci (tra le altre) l’idea che, da quando negli anni 90 è stata introdotta la legge sull’aborto in America, è radicalmente diminuito il tasso di delinquenza nel paese! Cose da non crederci, si perché, secondo loro, chi abortisce sono povere donne che avrebbero fatto crescere quei bambini nell’indigenza e quindi, sicuramente(secondo i loro calcoli malati), tutti questi ragazzi sarebbero diventati criminali. Questo è il tipico esempio di promozione dell’eugenetica ai nostri giorni. Questa teoria è stata poi autorevolmente bocciata. Gli autori di questo libro infatti si erano limitati a prendere delle statistiche diverse e a metterle in relazione tra loro senza nessun tipo di studio o ragione, con l’unico scopo di fare soldi e scrivere qualcosa di sensazionalistico.


OGGI NON È PIÙ DI MODA PASSARE DEI VALORI

Altra cosa che davvero mi ha colpito, ma se non fossi andata alle Giornate per gli Universitari forse non me ne sarei neanche accorta è che, sempre nell’ ambito del compito che ha lo stato verso i criminali, prima si diceva che lo stato doveva con ogni sforzo tendere a rieducare il condannato reinserendolo gradatamente nella rete sociale. Ora a detta di molti esperti tutto ciò e demodè perché ci si deve limitare a “responsabilizzare”  il condannato verso il crimine commesso facendogli capire cosa ha fatto senza rieducarlo perché: “chi siamo noi per imporre dei valori a persone che forse non li condividono!” Come chi siamo? Siamo persone come lui, siamo lo stato e dobbiamo essere portatori dell’unica Verità dell’unico valore.  Una responsabilizzazione senza rieducazione rischia di mettere il colpevole davanti alle sue colpe senza sostegno, questo potrebbe avere dei risultati devastanti .

Questa è stata una frase che mi ha colpita perché questa è esattamente la frase che pensavo prima e che mi diceva, cavolo, non devo dire come la penso perché potrei offendere gli altri che la pensano diversa da me, quasi come fosse violenza psicologica. Niente di più sbagliato! Questo pensiero è promosso al fine di creare quello che chiamerei lo sdoppiamento delle condotte. Tu sei e puoi essere un uomo cristiano/morale solo a casa tua, nella tua stanzetta, nel mondo reale guai a esporti, perché se ti esponi  potresti imporre il tuo modo di vedere a coloro che la pensano diversa.  Questo tutte queste premesse portano a vergognarsi anche di fare un segno di croce di fronte alla cappella dell’università o a tavola prima di mangiare. Il cristiano diviene muto,inespressivo, privato di una delle caratteristiche fondanti della sua fede e cioè l’esempio. La pratica, l’apostolato. Se tu esprimi la tua fede, fai del bene agli altri e a te stesso.


LA VERITÀ

Oggi nei giornali, in tv, nel parlare, nel pensare si sente: la mia, la tua, la loro verità,la verità processuale, la verità è sempre relativa, e ….. NON ESISTE LAVERITA’.
Tutto ciò porta a pensare che la verità sia un concetto inventato da qualcuno. Porta a pensare che ogni cosa potrebbe essere tanto vera quanto falsa. Il tema della verità è diventato un termine FILOSOFICO,ma filosofico nell’ accezione deteriore del termine e cioè un termine ed un concetto oscuro,non per tutti, qualcosa di astratto,poco concreto . questo porta a pensare: io uomo comune,non posso arrivare a pensare anche solo il concetto di verità, figuriamoci se posso capirlo. GRANDE ILLUSIONE.

Questa è una concezione fallace che viene promossa dai principi di questo mondo, come una dei tanti altri feticci  (come l’ateismo) per rovinare l’uomo. Dico rovinare perché questa menzogna come altre (idolatria della ragione, ateismo,agnosticismo ecc..) inibiscono l’intelletto e lo slancio al bene del singolo e della società. È chiaro a chi è contro la Verità avere uno stuolo di fantocci da manovrare.

Per questo vi dico, la Verità esiste, ed è una sola, Nostro Signore Gesù. E nella vita di tutti i giorni questo significa aderenza alla realtà. La verità è una cosa semplice e questo concetto un bambino lo sa bene, siamo noi adulti che perdiamo il contatto con la realtà perché siamo completamente accecati dal mondo. La verità è schietta, lineare, senza pieghe d’ombra.

Aristotele diceva: “Ciò che è, è.
Ciò che non è, non è.
 Chi dice che ciò che è, non è;
o dice che ciò che non è, è;
dice il falso.


Questa frase è di una “banalità disarmante” ma è oltremodo vera. Non dobbiamo quindi farci ingannare da chi vuole confondere la nostra mente dicendo che la verità è relativa o che non esiste, perché, se hai rubato una mela e ti processano e alla fine del processo, si dice che tu quella mela non l’hai rubata , questa non è la “verità processuale” è semplicemente una conclusione falsa.

Tutte queste cose non avrei né potuto afferrarle se non fossi andata alle Giornate di Formazione. Le verità di fede che ho ascoltato lì mi hanno permesso di iniziare ad avere un atteggiamento critico e della realtà che è intorno a me e di tutti gli inganni che ci passano come verità modello di comportamento!

Grazie a Nostro Signore e alla Madonna S.S. che hanno permesso queste giornate!





Nessun commento:

Posta un commento