martedì 22 dicembre 2015

Dio è innocente del male che accade nel mondo?


Perché Dio permette il male? Se Dio è il creatore di tutte le cose e se il male esiste, lo creò Dio? Dio è innocente del male che accade nel mondo? Perché fa soffrire chi è buono?
- risponde padre Miguel Angel Fuentes 



Il dramma dell’ esistenza del male è stato da sempre utilizzato per porre obiezioni all’esistenza di Dio o almeno a ciò che Dio permette nel mondo.  Il catechismo della Chiesa Cattolica lo riconosce: “Se il mondo è stato creato grazie alla bontà Divina, perché esiste il male? Da dove viene? Chi è il responsabile? Come ci si può liberare dal male?”. La fede in Dio Padre Onnipotente può avere anche ragionevoli risposte anche per il  fatto che ci sia il male e la sofferenza nel mondo. A volte Dio può sembrare assente e permettere il male.

Per molti lo scandalo del male mette alla prova la loro fede nella Provvidenza divina.  Se Dio Onnipotente, Creatore del mondo ordinato e buono, ama tutte le sue creature, perché permette che esista il male? “A questa domanda così pressante ma nello stesso tempo inevitabile, così dolorosa ma nello stesso tempo misteriosa - risponde il Catechismo - non si può dare una risposta semplice”.

            La fede cristiana è la risposta a questa domanda: la bontà della creazione, il dramma del peccato, l’amore paziente di Dio che incontra l’uomo mediante la sua Alleanza salvifica con l’Incarnazione del Figlio, con il dono dello Spirito Santo, con l’istituzione della Chiesa, con la forza dei Sacramenti. Con la chiamata universale ad una vita cristiana che le creature sono invitate ad accettare liberamente e che, allo stesso tempo, sono libere di negare o rifiutare. Non c’è una sfaccettatura del messaggio cristiano che non sia in parte una risposta alla questione del male.


Alcuni si chiedono: “Perché Dio non creò un mondo perfetto nel quale non esistesse il male?”. È certo che nel suo potere infinito, Dio può sempre creare qualcosa di più perfetto.  Il Catechismo dice: “Nonostante la bontà di Dio, Egli decise liberamente di creare un mondo in quello stato affinché arrivasse alla sua perfezione ultima. Questo divenire porta con sé nel disegno divino la presenza di alcuni esseri e la scomparsa di altri, ovvero l’unione di ciò che è perfetto con ciò che non lo è; insieme alla creazione della Natura la sua potenziale distruzione. Oltre al bene fisico esiste tuttavia anche il male fisico”.

            Gli angeli e gli uomini sono creature intelligenti e libere e devono, come tali, camminare verso il loro destino ultimo che hanno scelto. La libertà in questo mondo è imperfetta, quindi può venir  meno, ed è ciò accadde con il peccato originale. Fu così che anche  il male morale entrò nel mondo. Dio non è in nessun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male morale. Lo permette, rispettando la libertà della sua creatura, perché misteriosamente sa ricavare da esso il bene, come dice San Agostino: “Dio Onnipotente, essendo smisuratamente buono, non permetterebbe che nelle sue opere esistesse il male se  non fosse sufficientemente potente e buono per far sorgere il bene dallo stesso male”. Ci sono cose che non si possono spiegare né capire se non da una prospettiva che trascenda i tempi e le aspettative troppo frettolose degli uomini: “Così, nel tempo, si può scoprire Dio nella sua Provvidenza capace di ricavare il bene dalle conseguenze di un male, incluso quello morale, causato dalle sue creature.”      
Questo è quello che ci insegna l’episodio di Giuseppe venduto dai suoi fratelli come schiavo. Con il tempo passato dopo questa misteriosa decisone peccaminosa dei suoi fratelli, Giuseppe diviene il salvatore del suo popolo.
 Non siete stati voi, dice Giuseppe ai suoi fratelli, quelli che mi mandarono qui ma Dio...anche se voi pensavate di farmi del male, Dio lo pensò per fare del bene, per far sopravvivere un popolo numeroso (Gn 45,8; 50,20). Questo non toglie né riduce la malizia della volontà che interviene nella storia con il suo peccato (come non lasciò che l’azione dei fratelli di Giuseppe non rimanesse solamente peccato):  Dio fa sì che le cose diventino un bene maggiore.
 Lo si nota bene anche nella morte del Figlio di Dio fatto uomo: “Il maggior male che è stato commesso è il rifiuto e la morte del Figlio di Dio fatto uomo, causato dai peccati degli uomini; Dio però, grazie alla sua bontà infinita, ricavò beni maggiori: la glorificazione di Cristo e la nostra Redenzione”. San Paolo esprime questo mistero con un’espressione che deve essere da guida ai cristiani: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28).
I santi hanno avuto una delicata consapevolezza di questa verità. Per questo Santa Caterina da Siena diceva: “Tutto viene dall’amore, tutto è stato fatto per far sì che l’uomo arrivi alla Salvezza. Coloro che si scandalizzano e si ribellano a quello che gli  accade non accettano che Dio non fa nulla che  non abbia a che fare con questa fine salvifica”.  San Tommaso Moro  poco prima del suo martirio, consolò così sua figlia: “Niente può succedere senza che Dio lo conceda. Tutto quello che Lui vuole, per quanto cattivo ci sembri, è in realtà la cosa migliore”. In una maniera simile la mistica inglese Giuliana da Norwich affermava: “Io ho capito, per grazia di Dio, che dovevo mantenermi  salda nella fede e credere che tutte le cose che accadono sono per un bene maggiore … Tu vedrai che tutte le cose saranno per un bene maggiore”.

Come cristiani dobbiamo professare la nostra visione di fede all’interno di questo mistero dell’esistenza del male, come dice anche il Catechismo: “Noi crediamo fermamente che Dio è Signore del mondo e della storia. Ma le vie della sua provvidenza spesso ci rimangono sconosciute. Solo alla fine, quando avrà termine la nostra conoscenza imperfetta e vedremo Dio «faccia a faccia»  (1Co 13,12),conosceremo pienamente le vie lungo le quali, anche attraverso i drammi del male e del peccato, Dio avrà condotto la sua creazione fino al riposo di quel Sabato definitivo, in vista del quale ha creato il cielo e la terra.”[1].




Bibliografia

Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 309 in poi.
Jacques Maritain, Dio e la permissione del male
    Charles Journet, Il male





[1] Catechismo della Chiesa Cattolica n. 314.
 

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