sabato 26 novembre 2016

Isabella la Cattolica, gloria e onore della Spagna e della Chiesa
             
Oggi, 26 Novembre, ricorre l’anniversario della morte di Isabella di Castiglia (22.04.1451 – 26.11.1504), meglio conosciuta come di Isabella la Cattolica. Ricorrendo questo anniversario, vorremmo dedicare tre articoli della nostra rubrica Lux Veritatis a questo straordinario personaggio storico dividendoli in questo modo: 1) presentazione generale della Regina, 2) Riconquista di Granada e Scoperta dell’America; 3) legislazione di Isabella e dei suoi successori in favore degli indios.


La figura di Isabella la Cattolica probabilmente è sconosciuta alla maggior parte delle persone ed è famosa solamente per la revoca del permesso di residenza agli ebrei spagnoli (chiamato erroneamente come “decreto di espulsione degli ebrei”) e per l’Inquisizione spagnola. Qualcuno, potrà aggiungere che si tratta della moglie di Ferdinando d’Aragona e che spedì Colombo in un’esplorazione oceanica che poi portò alla scoperta dell’America.

Ma le gesta e gli avvenimenti relativi ad Isabella la Cattolica sono infinitamente di più e si potrebbero organizzare dei corsi universitari annuali su di lei senza che gli argomenti siano completamente sviscerati: si pensi che la televisione spagnola (TVE) ha realizzato tra il 2012 ed il 2014 una serie televisiva sulla Regina (chiamata Isabel) divisa in 3 stagioni formate da 13 puntate da circa 80 minuti ciascuna[1], in cui non è stato possibile narrare tutte le sue gesta, tralasciandone anche qualcuna di fondamentale importanza. Molte persone inoltre, compresi numerosi cattolici, sono all’oscuro del fatto che è tutt’ora in corso il suo processo di canonizzazione, che la Regina gode pienamente del titolo di Serva di Dio e che può essere pregata per impetrare ed ottenere grazie e favori da Dio.

Poiché non è un mistero che nei libri di storia siano citati personaggi meno importanti di Isabella[2] ed avvenimenti di minor rilevanza rispetto alla Conquista di Granada, è doveroso porci questa domanda: perché non si conosce questa figura di donna, di sovrana, di fedele cattolica, come si converrebbe? E perché le sue gesta, benché abbiano avuto conseguenze enormi e durature su tutto il mondo, e che in alcuni casi perdurano ancora oggi, non sono conosciute?

Va precisato fin da subito che la Storia della Spagna non è un argomento molto di moda in Italia né a livello scolastico[3] né a livello universitario[4] e la situazione è ancora più paradossale se pensiamo invece che solamente la politica matrimoniale attuata da Isabella e Ferdinando ha ridisegnato tutti gli equilibri politici europei (e dunque mondiali) per almeno 2 secoli. Il paradosso infatti è questo: è assurdo cercare di capire la Storia Moderna senza voler studiare Isabella e Ferdinando ma, d’altro canto, è ciò che avviene quotidianamente in (quasi) tutti gli ambienti di studio.

Quanto appena descritto, è frutto dell’opera della leyenda negra[5] che grava sulla Spagna (e, più in generale, sulla Chiesa Cattolica) che ha fortemente sminuito, se non oscurato, la figura di Isabella che fu la Sovrana che con suo marito Ferdinando riformò l’intera Spagna[6] in ogni sua componente, politica come religiosa. E’ indubbio inoltre, che l’operato della Regina forgiò una nuova Spagna, radicata nella fede cattolica, facendola diventare il Regno più importante del Mondo ed il braccio destro della Chiesa fino a tutto il XVII secolo.

Isabella operò una riforma in capite et membris di tutto il suo Regno, preoccupandosi di ogni aspetto della vita dei suoi sudditi. Tra le tantissime cose che possiamo segnalare, basti ricordare che per quanto riguarda la riforma della Chiesa spagnola cercando sempre di favorire l’elezione di vescovi di indubbia fama e permanessero quanto più possibile nella propria diocesi (per capire questo punto bisogna ricordarsi che l’obbligo di residenza dei vescovi nelle proprie diocesi verrà stabilito successivamente dal Concilio di Trento) ma anche cercando di favorire ordini religiosi riformati o di stretta osservanza (in particolare Geronimini e Francescani); venne ridisegnato il ruolo dell’aristocrazia, diminuendone i privilegi e i poteri in favore di un rafforzamento della Monarchia che invece si era mostrata troppo debole nei decenni precedenti; si cercò in tutti i modi di conquistare l’Africa Atlantica e Mediterranea con l’unico scopo di poter giungere a Gerusalemme e riconquistare il Santo Sepolcro; istituì nuove Università dove potevano insegnare anche donne; si adoperò alla creazione di una classe dirigente formata da tutti gli strati sociali della popolazione, favorendo così la cosiddetta mobilità sociale spesso a carico della Corona.

Ma chi era Isabella? Per rispondere a questa domanda conviene rivolgersi ai suoi contemporanei, i quali rimanevano affascinati dalla sua persona (tanto da essere chiamato una donna virile) e dal suo agire sempre derivante dalla fede: gli scrittori dell’epoca concordano sul fatto che «sembrava condurre una vita più contemplativa che attiva»[7] e che «assolveva a tutti i compiti propri dei sacerdoti»[8]: per quanto possa sembrare assurdo (abituati come siamo alla supremazia della Ragion di Stato, alle convergenze parallele, alla continua ricerca dell’equilibrio politico e sociale) l’operato di Isabella si capisce solo se si valuta partendo da un punto di vista di fede, personale ma anche vissuta in pubblico, che ella stessa cercò di coltivare fin da giovanissima andando sempre alla ricerca di padri spirituali di fede sincera e di indubbia fama. A riprova del fatto che ogni suo atto risente ed è espressione della sua fede, si pensi, solamente per fare tre esempi tra gli innumerevoli che potremmo citare, che mise i suoi Regni sotto la protezione di San Giovanni Evangelista (inserendo il simbolo dell’aquila anche nel proprio stemma); si occupò dell’eliminazione di gravi abusi liturgici contro l’Eucarestia[9]; e chiese personalmente a Papa Giulio II di imporre il silenzio a quanti negavano l’Immacolata Concezione di Maria[10] (verità che all’epoca non era stata ancora proclamata dogma di fede, e quindi soggetta a legittimo dibattito).

Isabella e Ferdinando, uniti in matrimonio nel 1469, divennero ben presto i Sovrani più importanti di tutta Europa e pur essendo Monarchi di una nazione “periferica” seppero invece imporsi all’attenzione di tutte le altre teste coronate del Mondo, uscendo anche fuori dai confini della Cristianità. Compiuta, con la Reconquista di Granada, l’unificazione territoriale della Spagna nel 1492 Isabella e Ferdinando divennero i protettori dei cristiani del Medio Oriente, ottenendo dal Sultano un Patronato sulle Basiliche e le chiese della Terra Santa, che Isabella personalmente sosteneva con ingenti elemosine annuali (questo suo prodigarsi in favore della Custodia di Terra Santa le meritò, in vita, il paragone con Sant’Elena) ma anche con azioni diplomatiche volte ad intimorire il Sultano, come quella di Pedro Martír de Anglería del 1501, oppure con la garanzia di protezione accordata all’Impero di Georgia nel 1495.

Ma Isabella fu anche la Regina che seppe preoccuparsi dei propri sudditi in qualsiasi momento della loro vita, in particolare quelli più tristi e dolorosi: tramite infatti un vero e proprio incarico pubblico (l’Elemosiniere Regio) Isabella riusciva ad aiutare il popolo, che si rivolgeva a lei oppure ai suoi collaboratori sparsi per tutto il Regno. Questo è un capitolo poco conosciuto della vita della Regina ma che ci mostra come Isabella abbia saputo applicare alla lettera, in particolare durante le solennità e le feste del calendario liturgico, le Opere di Misericordia Corporali che la Chiesa ci insegna, dal dar da mangiare agli affamati al seppellire i morti. L’attenzione per i sofferenti e i moribondi la portarono, durante la Guerra di Granada, sia a creare un ospedale da campo (che logicamente era chiamato l’Ospedale della Regina, la cui gestione era affidata anche alle collaboratrici più intime e strette della Regina) sia a visitare il fronte ed i feriti: come racconta il contemporaneo Bernáldez, «questo faceva degli uomini, dei leoni, e dei vassalli, degli schiavi, [cosicché] non vi erano disertori»[11].

Il suo essere una donna forte si vede anche nel suo matrimonio, avvenuto quando aveva 18 anni. Suo fratello, Re Enrico IV di Castiglia, voleva darla in sposa a diversi pretendenti (con il chiaro obiettivo di farla uscire dal Regno in quanto Regina Consorte di un altro Sovrano), tra cui il potente Re del Portogallo, ma Isabella si oppose fermamente a questa scelta, andando lei stessa alla ricerca di quello che sarebbe diventato il suo marito. Alla fine scelse Ferdinando, erede della Corona di Sicilia e di Aragona, ma non solo per calcolo politico: i due infatti si amavano molto e questa cosa è chiaramente visibile in alcune lettere, conservate oggi nell’Archivio Generale di Simancas, oppure dal comportamento di Ferdinando quando seppe che sua moglie era morta. Sono documenti che ci riportano un’intimità che è difficile da immaginare in sovrani di quest’epoca ma che sono emblematici per capire come anche un Sovrano o una Sovrano sono prima di tutto uomini e donne come noi, con i loro difetti ed i loro pregi. Nel primo caso, in una lettera del 14 Luglio 1475 (Isabella aveva 24 anni e Ferdinando 23) Ferdinando si lamenta con sua moglie di dover vivere separati a causa dei tanti problemi di cui soffrivano i loro Regni e le fa questa dichiarazione d’amore «solo Dio sa ciò che mi rattrista nel non vedere vostra Signoria la mattina, e vi giuro per la vostra vita e per la mia che amo come non mai»[12]. Per quanto riguarda il secondo caso, invece, quando Isabella morì, il 26 Novembre 1504, Ferdinando scrisse una lettera al Condestable de Castilla per comunicargli la dipartita della Regina, affermando «la sua morte è per me il maggior peso che mi poteva capitare in vita»[13].

La personalità e la spiritualità di Isabella sono due aspetti della sua vita poco studiati e ancor meno conosciuti ma che ci mostrano come sia possibile vivere la propria fede pur avendo responsabilità di governo, anteponendo la gloria di Dio alla gloria del mondo. Lanciandosi in imprese che venivano viste come folli (la riforma dello stato) o dispendiose (la Reconquista di Granada), più attenta al culto di Dio che al potere temporale, la Regina seppe agire in ogni occasione applicando le virtù cardinali della Giustizia, della Fortezza e della Temperanza che dovrebbero essere la bussola di ogni governante.

Francesco Del Giudice


[1] Tutte le puntate sono disponibili all’indirizzo http://www.rtve.es/television/isabel-la-catolica/capitulos-completos/
[2] Si pensi soltanto alle pagine dedicate a tutti i Presidenti del Consiglio italiani, compresi quelli che hanno governato per pochi mesi.
[3] Nei manuali di storia, la Spagna “appare e scompare” in continuazione, a differenza di altri Stati che vengono invece seguiti in ogni momento. Provare per credere. Generalmente si trovano due righe o poco più solamente su questi cinque argomenti: conquista musulmana del 711; reconquista di Siviglia nel 1248; matrimonio tra Isabella e Ferdinando nel 1469; conquista di Granada, “espulsione” degli ebrei, I viaggio di Colombo (tutti e tre gli eventi sono del 1492). Il Regno di Carlo V è più o meno presente in un capitolo dedicato al XVI secolo; la scoperta e la conquista dell’America vengono studiate in uno, massimo due, capitoli ma sempre come evento a sé stante ed il Regno di Filippo II è l’ultimo argomento citato dai manuali: terminato el siglo de oro, dobbiamo aspettare la Guerra Civile per poter studiare nuovamente qualche avvenimento spagnolo. E’ emblematico anche il fatto che l’indipendenza dei paesi ibero-americani sia relegata ad una semplice annotazione, mentre la Rivoluzione Americana ha un proprio capitolo ed è vista come qualcosa di diverso dalla storia inglese.
[4] Provate ad andare nella Biblioteca Nazionale di Roma, in Sala Umanistica, e cercate i volumi a scaffale relativi alla Storia della Spagna: la polvere depositata sopra questi testi è visibilmente maggiore rispetto ai volumi posti affianco relativi ad esempio alla Francia o all’Impero.
[5] Per Leggenda Nera si intende, soprattutto nella cultura spagnola e ispanofona, un insieme di nozioni, dicerie e racconti volti a sminuire l’immagine ed il ruolo della Spagna, in particolare nel periodo del Siglo de Oro. Si tratta di una vera e  propria opinione costruita e diffusa a partire dal nel XVI sec. che perdura ancora oggi. Elementi ricorrenti della Leggenda Nera è l’Inquisizione, la conquista dell’America e il cosiddetto genocidio degli indios. Principale promotore della Leggenda Nera fu l’Inghilterra elisabettiana in chiara polemica politico-culturale-religiosa contro Filippo II, visto come il difensore del Papato e della Cattolicità.
[6] Per essere precisi, Isabella aveva il titolo di Regina di Castiglia-León, mentre Ferdinando deteneva quello di Sicilia e di Aragona. Il concetto politico di Spagna come lo intendiamo oggigiorno è anche frutto del loro matrimonio, che portò infatti ad una unificazione personale delle due principali Corone iberiche. Per ovvie ragioni di brevità e semplicità, useremo in questo articolo il termine Spagna al posto di Castiglia, Aragona, León, etc.
[7] «Contemplativam tamen magis agere vitam quam activam videbatur»: Lucio Marineo Sículo, De Rebus Hispaniae memorabilibus, Alcalá 1533.
[8] «Horarium quoque sacerdotum more quotidie persolvebat»: Ibidem.
[9] Venne ordinato ai vescovi di riporre l’ostia consacrata in casse d’argento, di tenere puliti e ben ordinati gli addobbi e il necessario per la Messa e di tenere accesa la lampada davanti il Santissimo. Con ogni probabilità, Isabella aveva dei veri e propri informatori sul culto che la informavano di tutti gli abusi che si commettevano. Il documento è conosciuto come Las XXX cartas a los Obispos, è datato Granada 17 Agosto 1501 ed è conservato nell’Archivo General de Simancas (AGS, CCA,CED,5,204,4).
[10] Favor a la Orden de San Francisco. Dogma de la Inmaculada, AGS,CCA,CED,6,109 v. – 110 r.
[11] «Esto hazia de hombres leones, y de vasallos, esclavos; no se le iban los soldados fugitiuos»: Andrés Bernáldez, Historia de los Reyes Católicos D. Fernando y Doña Isabel, cit., p. 257.
[12] «Sabe Dios lo que me pesa de mañana no ver a vuestra senoría, que juro por vuestra vida y mía que nunca tanto ame»: AGS,ESTADO,Leg 1-1, f.180.
[13] Carta al Condestable de Castilla comunicándole la muerte de la Reina, AGS,PTR,DOC.1, 2r.

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