sabato 2 febbraio 2013

I quattro effetti dell’amore
(parte I)


L’uomo sensuale confonde il piacere con la felicità: la sua ansia di piacere uccide il vero amore. Cosa è il vero amore lo abbiamo trattato nei post sulla “Famiglia e amore puro”

Ora parleremo degli effetti dell’amore prendendo spunto da ciò che insegna il servo di Dio Fulton J. Sheen, che a sua volta fa riferimento agli insegnamenti di San Tommaso d’Aquino. 

Il Dottore Angelico spiega che gli effetti dell'amore sono principalmente quattro: l'unità, la compenetrazione reciproca, l'estasi e lo zelo. Vediamo per ora i due primi.  

Ringraziamo Maria Lucia Bonanni per il suo lavoro di selezione di questo testo.



Qualsiasi amore brama l’unità. Ciò è evidente nel matrimonio, dove si ha l'unità di due esseri in una sola carne. Quando una persona ama una qualche cosa, la vede come il compimento di un desiderio e cerca d'incorporarla a sé, si tratti di vino o della scienza delle stelle. Nell'amicizia, l'altra persona è amata come un altro se stesso, ossia come l'altra metà della propria anima. Il soggetto amante cerca di procurarle gli stessi favori che vorrebbe procurare a se stesso, e d'intensificare in tal modo il vincolo di unione tra lui e la persona amata.
Dato che l'amore crea l'unità, abbiamo spiegato come alcune anime eroiche siano disposte ad assumersi le sofferenze e i peccati degli altri. Una madre affettuosa di fronte al dolore fisico del suo bambino vorrebbe poterselo assumere lei, al fine di liberarne il suo piccolo. Ella sente il dolore come suo, poiché il suo amore l'ha resa una sola cosa col suo bambino. Questo amore animato dal sacrificio raggiunse la sua più alta espressione nell'Orto di Getsemani, dove Cristo s'identificò a tal punto con i peccatori che cominciò a sudare gocce di sangue. Raggiunse la più alta espressione fisica sul Calvario, quando Egli offrì la Sua vita per coloro che amava.

Il cuore umano non potrebbe mai tendere all'unità se in esso non fosse insito un senso fondamentale d'incompletezza che solo Dio può perfettamente colmare. Il senso del vuoto spinge l'uomo a superare le sue deficienze, fin quando egli non divenga definitivamente una cosa sola con ciò che ama. Incidentalmente, poiché l'amore produce l'unità, ne consegue che bisogna badare molto bene alla scelta di ciò con cui si tende in ultima analisi a unificarsi. L'unità con Dio è necessariamente l'amore immortale. Un amore che non conosca un più alto fine della carne condividerà la corruzione della carne.

 L'amore sessuale crea tra l'uomo e la donna una completezza che supera di gran lunga qualsiasi altra unione di ordine sociale o politico. Lo Stato può infrangere mediante il divorzio il legame esteriore tra marito e moglie ma non potrà mai infrangere quel legame interiore che la fusione in una sola carne ha creato. Per giustificare la rottura della loro unione, tali coniugi possono dire: «L'amore mi ha ingannato». La verità è che sono stati loro a ingannare l'amore. E il loro inganno ebbe inizio il giorno in cui scambiarono per amore il «fremito sessuale». In realtà essi non hanno mai amato, perché l'amore non riprende mai ciò che dà, nemmeno nell'infedeltà. Dio non ritira mai il Suo amore, quantunque noi siamo peccatori. Noi possiamo tradire Lui, ma Egli non ci abbandona mai.




La compenetrazione reciproca, il secondo effetto dell'amore, significa letteralmente che nell' amore le due parti s'immedesimano, esistono l'una nell'altra. La passione d'amore non si soddisfa col semplice possesso, ma aspira perfino ad assimilare l'altro essere. Forse non c’è' donna al mondo che tenendo in braccio il suo bambino non abbia detto qualche volta: «Quanto è caro! Lo mangerei». Si cela in queste parole il mistero di quella assimilazione che raggiunge il suo vertice nella Santa Comunione, in cui Dio Incarnato soddisfa il nostro desiderio di adesione completa con la Sua Divinità e Umanità, sotto le specie e l'apparenza del pane. Se l’amore non implicasse inerenza, non si potrebbe spiegare psicologicamente come il male fisico o raffronto arrecato ai nostri cari possa essere sentito come arrecato a noi stessi.
Così, la cosa amata è nell'interno di chi ama. Perché ogni minimo dono diventa un tesoro, perché ogni parola torna sempre alla memoria? Perché ogni scena si colora della visione dell'amato, se non fosse che, in certo modo, non c'è pace senza la completa compenetrazione dell'uno nell'altro? Nessun innamorato si accontenta mai di una conoscenza superficiale della cosa o persona amata. Chi ama la musica non si appaga mai abbastanza delle proprie conoscenze musicali. Chi ama Dio non conosce mai la parola " troppo ". Coloro che accusano gli altri di amar troppo Dio o la religione, in realtà non amano affatto Dio, né conoscono il significato dell' amore. Coloro che sono uniti nell' amore, godono e soffrono delle medesime cose.

La compenetrazione reciproca come secondo effetto dell'amore aggiunge qualcosa all'unione matrimoniale. L'unità della carne diventa allora unità della mente e del cuore. La fusione carnale intermittente esige un altro genere di unità, oltre quella della carne. San Paolo dice che marito e moglie dovrebbero reciprocamente comportarsi “come se fossero sposati nel Signore" ossia come se fossero consci della loro vocazione di formare una sola cosa in Cristo. Così anche scrisse Elizabeth Barrett Browning: «Due amori umani formano un amore divino». Quell' amore che è tenuto insieme soltanto dalla carne è fragile come la carne, ma l'amore che è tenuto insieme da una vera unione spirituale ed è basato su un amore di un destino comune è veramente quello che dura «fin quando non ci divida la morte». Non basta condividere le stesse parole e gli stessi godimenti; bisogna condividere anche gli stessi silenzi. «E Maria fece tesoro di tutte queste parole, conferendole insieme nel suo cuore» (Luca 2: 19). Coloro che non si amano ancora l'un l'altro profondamente, hanno bisogno delle parole; coloro che si amano profondamente, costruiscono sui silenzi.


Tratto da “Tre per sposarsi” di Fulton Sheen, cap. III- Che cos’è l’amore.

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