lunedì 18 febbraio 2013


La distruzione della vita: l’aborto
(Parte II)



Gravità morale dell’aborto

L’aborto è una forma particolare di omicidio, aggravato da numerose circostanze:

-Primo, per il soggetto assassinato, cioè, per la condizione  indifesa del nascituro e per la privazione dei beni soprannaturali del Battesimo: è “quanto di più innocente in assoluto si possa immaginare: mai potrebbe essere considerato un aggressore, meno che mai un ingiusto aggressore! È debole, inerme, al punto di essere privo anche di quella minima forma di difesa che è costituita dalla forza implorante dei gemiti e del pianto del neonato. È totalmente affidato alla protezione e alle cure di colei che lo porta in grembo” (Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, 58.)

-In secondo luogo, per il responsabile principale, che è la madre stessa, sola o insieme al padre del bambino.

-In terzo luogo, per l’esecutore principale ed i suoi collaboratori, che sono le persone che hanno per vocazione e professione la difesa della vita: medici e infermieri.



Sacralità della vita umana

Trasmettere vita umana, cioè, avere il potere di dare la vita ad un uomo, è frutto di un’alleanza tra Dio e i genitori che generano. Il risultato dell’azione di Dio e dei genitori è unico e lo stesso: il figlio che si genera. Dio inoltre ha permesso che i primi giorni dell’essere umano si sviluppino nel seno materno per proteggere la sua vita. È una realtà molto triste vedere come questo grande dono conferito alle mamme è considerato oggi da molte persone come un diritto a decidere sulla vita di un essere totalmente indifeso ed innocente.   

Sempre dovremmo tener presenti le parole pronunciate da Madre Teresa di Calcutta alla conferenza di Il Cairo nell’anno 1994: “Vi parlo dal profondo del cuore, parlo ad ogni uomo in tutti i paesi del mondo . . . alle madri, ai padri e ai figli nelle città, nelle cittadine e nei villaggi. Ognuno di noi oggi è qui grazie all’amore di Dio che ci ha creati, e ai nostri genitori, che ci hanno accolti e hanno voluto darci la vita. La vita è il più grande dono di Dio. E’ per questo che è penoso vedere cosa accade oggi in tante parti del mondo: la vita viene deliberatamente distrutta dalla guerra, dalla violenza, all’aborto. E noi siamo stati creati da Dio per cose più grandi: amare ed essere amati. Ho spesso affermato, e io ne sono sicura, che il più grande distruttore di pace nel mondo di oggi è l’aborto. Se una madre può uccidere il suo proprio figlio, che cosa potrà fermare te e me dall’ucciderci reciprocamente? Il solo che ha il diritto di togliere la vita è Colui che l’ha creata. Nessun altro ha quel diritto; né la madre, né il padre, né il dottore, né un’agenzia, né una conferenza, né un governo . . . Mi terrorizza il pensiero di tutti coloro che uccidono la propria coscienza, per poter compiere l’aborto. Dopo la morte ci troveremo faccia a faccia con Dio, Datore della vita. Chi si assumerà la responsabilità davanti a Dio per milioni e milioni di bambini ai quali non è stata data la possibilità di vivere, di amare e di essere amati? . . . Un bambino è il dono più grande per la famiglia. Per la nazione. Non rifiutiamo mai questo dono di Dio”.


Fonti: P.Miguel Angel Fuentes, "Maschio e femmina li creò", EDIVI, 2012.
P. Jorge Loring, "Para Salvarte", JL Ediciones Católicas (traduzione dei testi presi dal libro: Tullia Trevisan)

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