sabato 27 ottobre 2012

Le sfide del giovane di oggi



Virginia Coda Nunziante collabora con varie associazioni di volontariato cattolico tra le quali l’Associazione Famiglia Domani di cui è stata tra i soci fondatori nel 1988. Nel 2011 è diventata portavoce della Marcia per la Vita. E’ Direttrice dell’Ufficio Accordi e Relazioni Internazionali del Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 2004 e collaboratrice della Cattedra di Storia della Chiesa e del Cristianesimo all’Università Europea di Roma. 

Presentiamo qui un suo articolo che incoraggia i giovani ad essere testimoni della speranza cristiana in un mondo secolarizzato. 


La vita pone tanti interrogativi, ma ve n'è uno soprattutto a cui occorre dare risposta: che senso ha vivere e che cosa ci attende oltre la morte?” Questa domanda che Giovanni Paolo II rivolgeva ad un gruppo di giovani romani, è la domanda che dà significato all'intera esistenza.
Ma quanti giovani oggi se la pongono? Nella società d’un tempo, che era cristiana, la famiglia, la scuola, e naturalmente la Chiesa, ricordavano continuamente ai giovani che se Dio aveva fatto loro il dono immenso della vita, era per servirLo su questa terra per poi goderLo nell’eternità.
Queste verità, che sono l’ABC del cristiano, sono oggi molto spesso dimenticate e comunque non insegnate. I giovani sono portati, dalla società che li circonda, a vivere il presente come se fosse il tutto della vita e a concentrarsi sull’effimero dimenticando l’essenziale. Ricevono tante nozioni, sono bombardati da messaggi di qualsiasi genere, hanno tutto a portata di mano ma in realtà, nella maggior parte dei casi, si abbandonano passivamente alla quotidianità e si fanno sfuggire di mano la loro stessa vita.

Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore!”, così esortava Giovanni Paolo II. La società di oggi è invece una società profondamente sofferente e triste perché sono state voltate le spalle a Cristo, fonte di ogni vera gioia. Del trinomio che sorreggeva la società, Dio, patria, famiglia, la rivoluzione del ’68 ha cercato di fare tabula rasa espellendo definitivamente l’idea di Dio e infierendo un colpo mortale alle due istituzioni, la famiglia e lo stato, che Pio XII considerava le “colonne della società”. Senza questi punti di riferimento, l’uomo di oggi, ma soprattutto il giovane, è abbandonato a sé stesso e rischia di perdere la propria identità. La negazione del concetto di identità parte dalla disintegrazione del soggetto umano, di cui si nega, con l’anima, l’unità e la coerenza interiore.

Ciononostante questi valori, Dio, patria, famiglia, che sembravano ormai svaniti nel tempo, fanno nuovamente breccia nella profonda crisi morale e spirituale che scuote dalle fondamenta la nostra società. Ed è naturale che essi riemergono perché l’uomo, fatto di anima e di corpo, ha bisogno di grandi ideali e di adoperarsi per essi affinché diventino sempre di più una realtà. I beni materiali, per quanto necessari, non potranno mai soddisfare pienamente l’animo umano e questo i giovani lo intuiscono. La loro coscienza individuale, che si cerca in tutti i modi di anestetizzare, è alla ricerca di beni imperituri: di vero amore, di profonda amicizia, e principalmente della Verità. Ma per giungere a questo bisogna lottare, bisogna sforzarsi e questo è il punto più difficile per il giovane di oggi. Abituato com’è a ricevere tutto senza sforzi, l’idea di dover combattere lo frena nel suo slancio. E’ più facile arrendersi alla pigrizia e al conformismo dilagante.
Il giovane di oggi è dunque messo davanti ad un bivio: accettare ciò che gli impone la società di oggi che lo rende schiavo dei suoi disvalori, oppure lottare e combattere per migliorare la società e ristabilire i diritti di Dio su di essa. E’ la lotta tra le due Città di S. Agostino che si affronteranno sempre fino alla fine del mondo, è la lotta tra il bene e il male che percorre tutta la storia. Sta a noi, ad ognuno di noi, decidere da quale parte stare: l’unica cosa certa è che non possiamo non decidere perché chi cerca la via mediana, il compromesso, sarà prima o poi travolto, perché la storia la fanno le minoranze convinte e combattive.


I primi segnali di questa reazione si vedono: basta osservare quanti giovani partecipano alle Marce per la Vita che ormai si fanno in tutto il mondo per porre fine alle inique leggi sull’aborto. Con lo stesso slancio e fervore si dovrebbero difendere le nostre famiglie, le nostre tradizioni culturali e religiose, in una parola, tutto ciò che chiamiamo Civiltà cristiana. E’ per questa civiltà che ci battiamo certi che con l’aiuto della Madonna riporteremo la vittoria e diventeremo santi. 

Non abbiate paura 
di aspirare alla santità! – esortava nuovamente Giovanni Paolo II i giovani. – Fate un’era di uomini santi!





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