Nell’articolo del 26 Novembre, intitolato Isabella la Cattolica, gloria e onore della Spagna e della Chiesa,
abbiamo tratteggiato un breve ritratto della Regina di Castiglia proponendoci
di approfondire maggiormente in altri due articoli la Reconquista di Granada, la Scoperta dell’America e legislazione di
Isabella e dei suoi successori in favore degli indios. L’articolo di oggi,
pertanto, tratterà il più brevemente possibile due eventi fondamentali per la
vita sia di Isabella che del mondo intero avvenuti rispettivamente nel Gennaio
e nell’Ottobre 1492: la conclusione della Reconquista
e l’approdo di Colombo in America.
Il 2 Gennaio 1492, per la prima volta dopo secoli, una croce venne
innalzata nella parte più alta della città di Granada. Con un po’ di impegno è
facile vedere la scena: la croce
troneggiava accanto agli stendardi dell’Ordine di Santiago e della Corona di
Castiglia ed Aragona; si può udire sia il canto del Te Deum da parte di numerosi uomini di Chiesa sia l’ovazione “Castiglia!, Castiglia!” da parte di
altrettanti uomini armati; Isabella e Ferdinando vedono dall’alto
dell’Alhambra, il palazzo in cui risiede il Re di Granada, la grande città
andalusa e tutto il territorio circostante. Il Regno di Granada è scomparso, la
Reconquista è conclusa: non resta che
comunicare la vittoria alle città di Spagna, al Papa ed a tutta la Cristianità.
La scena che vi abbiamo appena descritto si è svolta veramente, e non è
frutto della nostra fervida immaginazione[1] ed ebbe un
impatto enorme sia sulle vicende della Spagna che di tutta Europa: la croce era
tornata a dominare Granada, capitale dell’ultimo Regno musulmano in Europa
occidentale, grazie all’impegno profuso da Isabella e Ferdinando in una
campagna di guerra che era iniziata ufficialmente nel 1482.
Che cosa ha significato la Conquista di Granada per Isabella e Ferdinando?
Letteralmente tutto, giacché si sentivano «obbligati
nel fare guerra ai mori nemici della Santa Fede Cattolica, sulla scia di quanto
fatto dagli altri Sovrani cattolici nostri predecessori»[2]. E per un
europeo di allora, cosa ha comportato la conquista di Granada? Potrà sembrarci
strano ma la risposta è di una semplicità infinita: una felicità immensa[3].
A noi europei del XXI secolo questa cosa ci può far
inorridire, abituati come siamo sia al clima di convivenza (se non di puro
relativismo) sia all’assenza di guerre in casa nostra da più di 70 anni, ma per
un uomo del XV secolo non era così poiché si situa in un periodo di grosso
travaglio per la Cristianità[4]: riportare
qualsiasi vittoria sul mondo islamico, anche la più piccola, significa poter
vivere ancora per un po’ all’interno della Cristianità, lontano da persecuzioni
e dalla legge coranica. Ma la conquista Granada fu ancora più sconvolgente
delle altre vittorie perché per la prima volta dopo secoli si era trattata di
una conquista portata della Cristianità sull’Islam e non di una semplice
vittoria a seguito di un attacco: Isabella e Ferdinando avevano dimostrato
empiricamente che, benché a fronte di uno sforzo immane[5], era
possibile battere le forze dell’islam, portando la guerra nel campo avversario
senza attendere di essere attaccati. Si trattò fin dall’inizio di una vera e
propria crociata, riconosciuta con tanto di bolla da parte della Santa Sede[6]. Ripresa
Granada, il cui Regno da sempre sembrava impossibile da conquistare, perché non
provare a ri-conquistare anche Gerusalemme e liberare il Santo Sepolcro dalle
mani degli infedeli?
Questi documenti sono di fondamentale importanza per poter
capire cosa è stata la (futura) Scoperta dell’America e perché si ricollega
idealmente alla Reconquista di
Granada, vale a dire un amplissimo progetto missionario per poter espandere la
fede cattolica in tutto il Mondo, verità negata aspramente dalla Leggenda Nera e dai detrattori di
Isabella. Basandoci sui documenti dell’epoca, benché poco conosciuti, invece,
possiamo affermare senza alcun problema che la Scoperta dell’America non fu una
semplice spedizione commerciale o di conquista. Se è vero, infatti, che le Capitulaciones sono dei semplici
contratti economico-giuridici, è altrettanto vero che gli altri documenti invece
presentano le motivazioni del viaggio di Colombo: in uno infatti è specificato
che «mandiamo alla vostra presenza il nobile don Cristoforo Colombo con tre
caravelle armate attraverso i Mari Oceani verso le Indie per il servizio di Dio
e l’aumento della vera fede come anche di altre cause ed affari concernenti
benefici e guadagni nostri»[11].

Anche altri documenti, tra cui la celeberrima bolla Inter Caetera di Alessandro VI, mosrano
come le due imprese del 1492 sono legate tra di loro. Tutto il popolo spagnolo
visse la scoperta dell’America in senso apostolico e missionario perché avvenne
nello stesso anno della reconquista di
Granada, cioè al termine della guerra della Cristianità contro l’Islam, una
guerra che era nello stesso tempo propagazione e difesa della fede. La forza
profusa dall’intera popolazione spagnola (ma prima ancora dai Monarchi) nella
riconquista del Regno di Granada non si esaurì il 2 gennaio 1492 ma continuò a
vivere come un fiume carsico, dando i suoi frutti nel continente americano. Solamente
l’entusiasmo e la gioia per la riconquista di Granada possono spiegare
l’approvazione data da Isabella e Ferdinando al progetto di Colombo che mirava
a giungere a Gerusalemme[14].
Missione, crociata, evangelizzazione:
queste furono le principali motivazioni che spinsero Isabella e Ferdinando a
compiere due imprese visionarie per l’epoca, vale a dire riconquistare Granada
e poi cercare di giungere in Oriente (cioè a Gerusalemme) navigando verso
Occidente.
Francesco Del Giudice
[1] Cfr. Andrés Bernáldez,
Historia de los Reyes Católicos D. Fernando y Doña Isabel, Tomo I,
Imprenta de D. José María Geofrin, Sevilla 1870, pp.302-303.
[2] «Obligados de fazer la guerra a los moros enemigos de la sancta
fee catholica, como han fecho e fizieron los otros catholicos reyes
predecesores»: AGS,PTR,LEG,12,DOC.28
[3] La notizia si sparse per tutta
la Cristianità e venne festeggiata con messe, processioni e persino con uno
rappresentazione dell’impresa cui seguì una corrida tenutasi a Roma in onore
dei Re Cattolici (cfr.: L. Pastor,
Storia dei Papi dalla fine de Medio Evo, ed. italiana a cura di A.
Mercati, vol. III, Storia dei Papi nel periodo del Rinascimento
dall’elezione di Innocenzo VIII alla morte di Giulio II, Roma, 1912, p.
228-229). Tradizione vuole che nello stesso giorno in cui la notizia arrivò a
Roma, nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme gli operai trovarono la
cassetta contenente il Titulus Crucis, di cui si era persa la notizia.
[4] Nel 1453 i turchi islamici
avevano conquistato Costantinopoli ponendo fine all’Impero Romano d’Oriente;
nel 1461 è la volta del regno di Trebisonda (ultimo regno cristiano d’Oriente);
nel 1480 i turchi si rendono responsabili della conquista (temporanea) della
città di Otranto e del massacro di 12.000 abitanti con il chiaro intento di
puntare su Roma.
[5] La Guerra di Granada costituì
sia un vero e proprio esborso per le casse della Corona di Castiglia, come
anche un’impresa che non accennava mai di concludersi. Nelle vicende della
Guerra di Granada è interessante notare un atteggiamento diverso tra Ferdinando
e Isabella: da abile soldato e condottiero qual era, Ferdinando si mostrò
spesso convinto ad abbandonare la Guerra, mentre Isabella lo spinse in ogni modo
a portare a termine la causa iniziata. Questo duplice atteggiamento si vide già
nel 1482: quando Ferdinando rinunciò, dopo appena 5 giorni di tentativi, di
assediare la fondamentale rocca di Loja, Isabella si adoperò con tutte le sue
forze per permettere al Re di poter tornare a dare battaglia l’anno successivo.
Le cronache dell’epoca ci mostrano Isabella sempre fermamente convinta della
necessità di riconquistare Granada, riuscendo sempre a convincere Ferdinando il
quale, invece, sembrava mal tollerava l’enorme sforzo che la Spagna stava
impiegando in questa impresa. Isabella quindi, non potendo andare personalmente
in prima linea (ma potendosi recare nelle retrovie), si spese nella
coordinazione della campagna militare, come anche nella ricerca degli enormi
fondi necessari a continuare la guerra, migliorando anche la vita dei propri
soldati. Ma Isabella è alla base in particolare della fondamentale conquista
nel 1489 della fortezza di Baza, città assediata da Ferdinando ma senza alcuna
speranza di vittoria: con grande meraviglia dei presenti e del cronista Pulgar
che assistette al fatto, la città capitolò solamente dopo l’arrivo della Regina
all’accampamento il 5 novembre che portò ordine e nuovo vigore tra le truppe:
la città si arrese pochi giorni dopo e venne presa ufficialmente il 4 dicembre
(seguendo l’esempio di Baza tutte le altre città delle Alpujarras, cominciando
da Guadix e Almería, si arresero alle armate cristiane).
[6] Sacri apostolatus
ministerio, AGS,PTR,LEG,27,DOC.21,1 cui fece seguito, il 10 agosto 1482, la
bolla Ortodoxae fideli (AGS,PTR,LEG,19,DOC.9)
[7] Trovare l’Oriente passando per l’Occidente.
[8] Si tratta della famosa Junta de Salamanca. Spesso si dice (e si
legge) che la Junta diede esito
negativo a Colombo perché quest’ultimo riteneva la Terra tonda mentre i
letterati di Salamanca la ritenevano ancora piatta: si tratta ovviamente di una
bufala frutto della Leggenda Nera in
quanto da secoli si sapeva che la Terra avesse una forma sferica. A riprova di
questa nostra affermazione, basta fare una ricerca tra le monete e le
rappresentazioni degli Imperatori che tengono sempre nelle mani un globo,
rappresentante la Terra: ma se si riteneva la Terra piatta, che senso aveva
rappresentare l’Imperatore con in mano una sfera?
[9] Capitulaciones de Santa Fe, 17
aprile 1492. Studio diplomatico e archivistico (con tutte le segnature dei
singoli documenti): A. Rumeu de Armas,
Nueva luz sobre las Capitulaciones de Santa Fe de 1492 concertadas entre los
Reyes Católicos y Cristobal Colón. Estudio institucional y diplomático,
CSIC, Madrid 1985.
[10] Carta
comendaticia a favor de Cristóbal Colón, Granada
17 aprile 1492, ACA, CANCILLERÍA, REGISTROS, NÚM.3569,f. 136r. La lettera venne copiata in triplice copia senza
l’indicazione del destinatario.
[11] «Mittimus in presenciarum nobilem virum christoforum colon cum tribus
carauelis armatis per maria oceana ad partes Indie pro aliquibus causis et
negociis seruicium dei ac fidei ortodoxe augmentum nec non benefficium et
utilitatem nostram concernentibus»: Ibidem.
[12] Affermare una cosa del genere
significherebbe creare e contrapporre una Leggenda
Rosa affianco ad una Leggenda Nera,
cosa che non vogliamo minimamente fare. In scienza e coscienza, invece,
dobbiamo leggere i documenti per quello che sono.
[13] «Por quanto al tiempo que
nos fueron conçedidas por la sancta se apostolica las yslas et tierra
firme del mar oçeano descubiertas et por
descubrir nuestra prinçipal
yntençion fue al tienpo que
lo suplicamos al papa alexandro sexto de buena memoria que nos hiso la dicha conçession de procurar de ynduzir et traer los pueblos dellas et les conuertir a nuestra sancta fe catholica et enbiar a las dichas islas et tierra firme prelados et
religiosos et clerigos et otras personas doctas
et temerosas de dios para ynstruir los vesinos et moradores dellas en la fe catholica et les ensennar
et doctrinar buenas costunbres et poner en ello la diligençia
deuida segund mas largamente en las letras de la dicha conçession se contiene»: Isabella la
Cattolica, Codicilo, BN (Madrid),
MSS.MICRO/453, f. 2r (clausola 11, righe 20-28).
[14] Per una panoramica generale sull’argomento, cfr.: Cfr. Melquiades Andrés Martín, Desde el ideal de la conquista de Jerusalén
al de la cristianización de América, in Mar Oceana Revista del Humanismo
Español e Iberoamericano, Nº. 9, 2001, Asociación “Francisco López de Gómara”
Centro Universitario “Francisco de Vitoria”, pp. 125-138.
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