giovedì 27 settembre 2012


Giovani universitari e Dottrina sociale della Chiesa

 di FABIO TREVISAN


Organizzate dall’Istituto del Verbo Incarnato (IVE) a Bracciano, si sono svolte, per la prima volta in Italia,  le “Giornate per universitari” dal 31 agosto al 05 settembre 2012.

L’intento è stato quello di offrire agli studenti un panorama assai vasto dove poter affrontare, con rigore e serenità, i temi (filosofici, teologici, storici, scientifici) riguardanti l’inculturazione della fede, ovvero per “rendere cultura la fede”, secondo lo spirito del fondatore dell’Istituto, l’argentino P. Carlos Buela, presente egli stesso alle due conferenze finali ed alla celebrazione della S.Messa di chiusura.

Provenienti da gran parte delle regioni d’Italia sono convenuti numerosi giovani che hanno potuto essere coinvolti in un’atmosfera familiare (“famiglia allargata” come qualcuno l’ha apostrofata) dove si sono alternati incontri formativi, momenti di meditazione e di preghiera, spettacoli ed altre attività ludiche.

Mirabile è stato soprattutto il clima amichevole e collaborativo che si è instaurato tra i religiosi e le suore dell’IVE con tutti i giovani presenti, che ha permesso la splendida riuscita delle giornate.


Le giornate di studio sono iniziate con P. Elvio Fontana, principale responsabile della pubblicazione di tutti gli scritti di P. Cornelio Fabro, che ha impostato le tematiche riguardanti l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima, offrendo una prospettiva razionale e trascendente dell’evangelizzazione della cultura. Dopo l’impostazione teoretica si sono affrontati temi riguardanti la bioetica, in particolare sulla vita umana e la morale (il principio del diritto alla vita e della tutela del concepito fino alla morte naturale) con le avvincenti ed appassionate relazioni di P. Arturo Ruiz, di Virginia Coda Nunziante e della Prof.ssa Claudia Navarini, che si sono avvalsi di contributi audiovisivi per rendere ancora più significative e pregnanti le illustrazioni dei temi.

Maria Lucia Bonanni ha trattato l’argomento della vocazione e del Sacramento del Matrimonio (in una società che ha smarrito l’importanza della famiglia come cellula fondamentale) e Laura Lavelli, dopo una presentazione di un filmato, ha  favorito il dibattito sul tema delicato e scottante della castità o purezza. Le frequenti pause tra le conferenze sono state occasione di approfondimento e dialogo delle tematiche precedentemente trattate.


P. Jorge Alvarez ha argomentato sulla legge naturale e sul rispetto dell’ordine naturale anticipando i temi riguardanti la Dottrina sociale della Chiesa successivamente trattati.
In particolar modo si è sviluppato il concetto di “dottrina” che, in un clima relativistico come quello attuale, si contrapporrebbe all’ “opinabile” dove si vorrebbe relegare il Magistero della Chiesa.
La dottrina sociale della Chiesa (DSC), si è insistito, sarebbe tutt’al più tollerata come utile ma non certo indispensabile per la piena realizzazione della persona e della società. Questa dicotomia tra “fede privata” (concessa se contenuta nell’edificio sacro) e “fede pubblica” (non tollerata se testimoniata al di fuori della sacrestia) è stata e rimarrà sempre scossa dalla dottrina sociale della chiesa che auspicherebbe, al contrario, una rilevante presenza pubblica della fede.

Si sono ribaditi alcuni principi che stanno alla base della DSC (i principi complementari di sussidiarietà e solidarietà, il principio del bene comune) e che sottendono una visione antropologica in cui il primato della persona e la centralità della famiglia hanno parte costitutiva essenziale.
In particolare si è dibattuto sul concetto di persona quale unità sostanziale di anima e corpo che, con l’incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo, supererebbe l’angusta e spiritualista concezione platonica dell’uomo (“l’uomo è la sua anima”). Con il cristianesimo, pur ribadendo il primato della salvezza dell’anima (immortale dono di Dio), si è colto l’aspetto della profonda rilevanza del realismo dell’incarnazione (“l’uomo è, oltre all’anima, anche il suo corpo”).
In questa concezione autenticamente cristiana è stata proiettata la dimensione centrale e fondamentale della famiglia (intesa come unione indissolubile tra un uomo e una donna) e del ruolo dei genitori come principali (anche se non unici) responsabili dell’educazione dei figli.


In quanto ai principi precedentemente evocati, sono stati elaborati in continuità con i “principi non negoziabili” (la difesa della vita intesa dal concepimento alla morte naturale, la scelta libera dei genitori per l’educazione della prole,ecc.). Proprio perché non oggetto di negoziazione, questi principi stanno alla base della formazione all’impegno socio-politico ed in questo senso è stato citato  il testo “Laboratorio Trieste” del Vescovo della città friulana Mons. Crepaldi.


Anche il concetto di bene comune (inteso come bene di tutta la persona e di tutte le persone) è stato discusso ed approfondito sul solco dei documenti del Magistero della Chiesa come il giudizio sul concetto di “democrazia”. “Democrazia” che va condannata come ideologia della sovranità popolare, in quanto porrebbe come irrilevante l’esistenza e la sovranità della potestà di Dio, ma che va salvaguardata se promuove l’autentica partecipazione popolare. In questo senso è stato precisato il concetto nobile e vero di popolo come persone costituenti un corpo organico in contrapposizione al populismo in cui le persone sono colte come individui componenti una massa amorfa e informe. Si è rilevato così che la DSC pone le basi di una corretta ortodossia per una corretta ortoprassi: in altre parole, senza una sana dottrina e senza una chiarezza sui principi dai quali muoversi, si cade inevitabilmente in un fare senza orientamento, in una prassi senza morale.


Il richiamo all’elaborazione dei contenuti della DSC rimane ineludibile, soprattutto in una società frantumata come quella attuale, che ha smarrito il senso del peccato. L’Esortazione ApostolicaReconciliatio et poenitentia del Beato Giovanni Paolo II, è stato affermato, rimane ancora punto di riferimento per un uomo che ha rotto i legami originari con Dio (allontanandolo dall’orizzonte della sua vita), con la natura (creata), con il prossimo e con se stesso. In questa prospettiva di vera alienazione dell’uomo (peccatore) la Chiesa ha offerto e offrirà sempre il Sacramento della Riconciliazione che fa, come diceva argutamente Chesterton, l’uomo un nuovo esperimento del Creatore. Si è potuto così dibattere dei diritti e doveri dell’uomo nel riconoscimento dell’esistenza di Dio e dei Suoi diritti.


Non sono mancate le serate all’insegna del sano divertimento, secondo il carisma dell’IVE dell’ eutrapelia(virtù del buon umore), con omaggi musicali e di intrattenimento dal vivo che hanno visto esibirsi i componenti del gruppo folkloristico La Cioppara di Segni ed i giochi da prestigiatore di P. Vagner. Particolarmente toccante è stata l’introduzione della “Passione secondo S.Giovanni” di Johann Sebastian Bach curata con maestria e sensibilità dal seminarista e pianista Damiano, direttore del coro durante le celebrazioni liturgiche.
Ritornando alle tematiche culturali affrontate, particolarmente stimolante è stata la relazione sul rapporto tra scienza e fede curata da Giovanni Zenone, Presidente della Casa editrice Fede&Cultura.
Con le Regole del Sentire nella Chiesa tratte dagli Esercizi spirituali di S.Ignazio di Loyola, P.Andrés Bonello ha introdotto il tema dell’indefettibilità della Chiesa sviluppato da P. Orazio Cangialosi, che ha suscitato grande attenzione ed interesse fra il pubblico.
Il Prof. Tonino Cantelmi ha illustrato con grande professionalità la mutazione antropologica che si può verificare con lo sviluppo tecnologico, in particolare con le nuove frontiere della navigazione in Internet, interessando l’uditorio sui temi collegati del narcisismo (sui profili facebook), dell’ambiguità (anche in termini di identità sessuale), della velocità (allargando il concetto di “società liquida”, senza contenuto) alla quale si oppone la solidità della pietra, della Chiesa e dell’illuminante magistero di Benedetto XVI.

Sulle sfide cui inevitabilmente confrontarsi sono state dirette le ultime relazioni di P. Gonzalo Ruiz e di P. Carlos Buela sui “Principati e potestà”  del male, riprendendo un libro omonimo del teologo ed esegeta cattolico tedesco Heinrich Schlier (1900-1978).
Gli ultimi contributi hanno potuto così orientare la doverosa azione del cattolico impegnato nell’approfondimento e nella buona battaglia contro il potere del male presente a diversi livelli nella nostra società.

Una visita alla tomba del Beato Giovanni Paolo II presso la Basilica di San Pietro ha suggellato la lodevole iniziativa promossa dall’IVE ed ha incoraggiato tutti i convenuti ad approfondire il loro impegno nella promozione di tutte quelle verità rubate che sono state sottratte all’attenzione dei media ed allo studio, come ha suggerito il libro dal titolo omonimo di P. Miguel Angel Fuentes pubblicato dall’EDIVI nella Collana “Pastorale”.



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