giovedì 27 settembre 2012


Giornate per universitari 2012 
"Siate pronti a dare ragioni della speranza 
che è in voi"


di STEFANO PRINCIPE

Dal 31 Agosto al 5 Settembre 2012 sono state organizzate dall'Istituto del Verbo Incarnato nel Villaggio Betania, una meravigliosa struttura sul lago di Bracciano, delle giornate per universitari. Al momento della partenza non avevo la più pallida idea di cosa potessero mai essere. A chiunque me lo chiedeva rispondevo un po' vagamente cose del tipo “beh sai sono delle conferenze su temi filosofici, religiosi organizzate da un istituto che non ricordo neanche come si chiama” ma sinceramente non mi aspettavo tutto quello che poi si è rivelato essere. Lo speravo, certo. Ma non me lo sarei mai aspettato.

Prima di tutto l'ambiente: sono anni che frequento la Chiesa e che conosco sacerdoti di ogni genere ma, parola mia, non ho mai avuto a che fare con suore e seminaristi così giovani e così pazzi e con grandissima voglia di vivere e immenso amore verso il Signore. Penso che questa sia stata la prima cosa che ha stupito un po' tutti i ragazzi che hanno deciso di partecipare alle giornate. Quello che oggi si pensa è che uno debba essere o vecchio o pazzo per voler diventare sacerdote. Perchè buttare gli anni migliori della propria vita in quel modo? Queste persone ci hanno insegnato che dedicare la propria vita a Gesù nel sacerdozio è certamente un atto di pazzia, ma di pazzia che viene da un amore puro, libero e totale verso Colui che ha dato la propria vita sulla croce per ognuno di noi. Ci vuole coraggio per accettare una cosa del genere fino alla fine: da loro dobbiamo imparare cos'è la vera dedizione a Cristo.


Un altro aspetto molto bello delle giornate è stato sicuramente il tempo dedicato alla preghiera. Dalla S. Messa che veniva celebrata al mattino fino al rosario della sera, ogni preghiera era un momento vissuto da tutti noi con grande devozione. D'altronde l'atmosfera era delle migliori: la cappella ovviamente sempre piena e i canti contribuivano grandemente ad elevare lo spirito a Dio. Sono stati dei momenti veramente intensi in cui si riusciva a comprendere il grande valore della preghiera e del sacrificio reciproco. Cristo, mediante la preghiera, è stato la colla che ci ha unito ogni giorno sempre di più.

Le conferenze erano il centro delle giornate. Se ne seguivano quattro al giorno di 45 minuti l'una ma questo limite veniva sempre superato. Gli argomenti erano tutti molto interessanti e tutti finalizzati a dare al giovane le armi necessarie per combattere quello che succede oggi nella nostra società e col quale ci troviamo ad avere a che fare specialmente all'università. 

Sono state tenute conferenze sulla bioetica, in particolare riguardo l'aborto e il post-aborto (tra i relatori: Virginia Coda Nunziante e Claudia Navarini) e sul rapporto tra fede e scienza (Giovanni Zenone); sulla dottrina sociale della Chiesa e sulla sua indefettibilità; sulle varie forme di ateismo di oggi e sull'anima; sul tema della castità, del matrimonio e dell'amore ai tempi di internet (prof. Tonino Cantelmi); e dulcis in fundo (si fa per dire) le ultime quattro conferenze sul diavolo, sulla sua natura e su come agisce nel mondo (tenute anche dal Padre Buela, fondatore dell'Istituto). Ne avrò sicuramente dimenticata qualcuna. Il tutto intervallato da simpatiche pause caffè di cui si approfittava anche per fare domande di ogni tipo ai vari religiosi presenti o per comprare qualche libro.

Non potevano mancare momenti di divertimento, come in ogni vacanza che si rispetti. Il pomeriggio era solitamente dedicato ad attività sportive come calcio, pallavolo, kayak sul lago di Bracciano. La sera si cantava tutti insieme, si facevano tanti giochi e si assisteva ai grandi spettacoli di magia di un Padre brasiliano. La visita alla tomba di Giovanni Paolo II a Roma e il video de “La passione secondo S. Giovanni” di Bach hanno saputo unire perfettamente cultura e svago.

Insomma le giornate per universitari sono dei momenti di formazione, di divertimento, di preghiera; momenti importanti in cui si conoscono tante persone da ogni parte del mondo (fino a qualche giorno fa non sapevo neanche che esistesse il Tagikistan); di approfondimento del proprio rapporto con Gesù e è importante dirlo, di ottimo cibo. Io sono ovviamente molto contento di aver partecipato e una cosa è certa: l'unico modo per capire davvero che cosa siano queste giornate, è viverle. Spero che queste poche parole possano aiutare tanti giovani che desiderano una vera vita seguendo Cristo nella vocazione alla quale ci ha chiamato dall'eternità, che è la sola via che condurrà tutti noi alla felicità più grande, alla più piena realizzazione di noi stessi come esseri umani.

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