giovedì 27 dicembre 2012


Al giudizio sarò solo con Dio
(Parte I)


Michele Magone, un giovane allievo di San Giovanni Bosco, da monello di strada divenne un modello per tutti i ragazzi dell’Oratorio. In questi giorni pubblicheremmo in tre parti gli ultimi giorni della sua vita, scritti dallo stesso Don Bosco.

Chi ha messo in cuore a Michele quel misterioso presentimento? Negli ultimi tre mesi di vita, il pensiero della morte gli è diventato sempre più familiare
Il 31 dicembre, dopo le preghiere della sera, don Bosco invitò tutti a ringraziare Dio per le grazie ricevute durante l'anno che stava per finire.
- Per alcuni di noi potrebbe essere l'ultimo anno di vita- aggiunse posando la mano sul capo del ragazzo che gli stava più vicino. E questo ragazzo era Michele.
Michele ne restò profondamente impressionato e con la familiarità che don Bosco permetteva ai suoi “figlioli”, disse:
- Vedo che per me è giunta l'ora di fare le valigie e di partire per l'eternità. Bene! Cercherò di essere pronto.

Tutti risero, ma né Michele né i suoi compagni dimenticarono quell'incidente. Tutti infatti sapevano che don Bosco leggeva nell'avvenire e che aveva già predetto la morte non solo di alcuni dei suoi ragazzi ma anche di personaggi importanti come la regina del Piemonte, la regina madre e il fratello del re. È per questo che le parole di don Bosco fecero tanta impressione su Michele.
- Che ti è saltato in mente ieri sera? - gli domandò Beppe il giorno dopo.
- Quando don Bosco mi mise la mano sul capo, ho sentito che parlava di me, e che sarei stato io il primo a morire.
- Perché devi essere tu? E vero che hai i “vermi”, ma li hanno anche tanti altri. Di salute stai meglio di me. Non sei stato malato nemmeno una volta qui all'Oratorio.
- Hai ragione. Eppure sento che tocca a me.
Non per questo Michele perde la sua allegria. Seguendo le esortazioni di don Bosco, vuole imitare anche lui  san Luigi. Un giorno domandarono a questo santo mentre stava giocando:
- Che faresti se un angelo ti avvertisse che fra mezz'ora devi morire?
E san Luigi:
- Continuerei a giocare

Anche Michele continuerà a giocare. Di che deve aver paura, dal momento che don Bosco gli ha tante volte assicurato che è in grazia di Dio?
Il 16 gennaio 1859 è domenica. A Michele non restano che cinque giorni di vita. Come ogni domenica, partecipa alla riunione della Compagnia del SS. Sacramento. Al termine dell'adunanza vengono distribuite ai soci alcune pie massime da praticare durante la settimana seguente. Michele estrae a sorte la sua. La legge e impallidisce. Se ne accorge il vicino.
- Leggila forte, - gli dice.
Michele legge:
“ Al giudizio sarò solo con Dio ”. 




Tratto da "La vita di Michele Magone" trascritta da Cherubino Mario Guzzetti (1974), basata sulla biografia scritta da Don Bosco e da lui pubblicata nel 1861

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