sabato 5 aprile 2014


Decimo Giorno
Trattato: [90 – 95] 



CAPITOLO SECONDO
Deformazioni del culto a Maria

San Luigi Maria Grignion di Montfort
Dopo aver chiarito le cinque verità sopraelencate, San Luigi punta alla scelta della vera devozione, ma prima denuncia il fatto che vi sono false devozioni che si scambiano facilmente per vere. 

Infatti, il demonio, cerca di portare con se le anime falsificando la devozione alla Santissima Vergine e a Gesù. 

Ora dunque il santo ci farà conoscere le false devozioni a Maria, per evitarle e quella vera per abbracciarla e poi ci renderà nota, fra le tante differenti forme di vera devozione alla Vergine santa, la più perfetta, la più gradita a lei, la più gloriosa per il Signore e la più santificante per noi, per preferirla.

Il santo continua, dicendo che per lui vi sono sette specie di falsi devoti e di false devozioni a Maria:



1) I devoti critici: questi, sono dotti orgogliosi, che hanno una certa devozione alla Vergine santa, ma criticano tutte le pratiche di pietà che le persone semplici compiono ingenuamente e santamente in onore della Madonna. Mettono in dubbio tutti i miracoli e i racconti riferiti da autori degni di fede, attestanti le misericordie e la potenza della Vergine santissima. Quando vengono loro mostrati gli onoro che i Santi Padri tributavano a Maria, o rispondono dicendo che quelli parlano da oratori, o ne alterano l'interpretazione. Questa specie di falsi devoti è molto pericolosa. Essi fanno un torto immenso alla devozione verso la santissima Vergine.


2) I devoti scrupolosi: questi, sono coloro che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre. Vedono a malincuore che davanti ad un altare della Vergine santa stiano inginocchiate più persone che davanti al SS. Sacramento, come se le due cose fossero incompatibili e come se coloro che pregano la Vergine santa non pregassero Gesù Cristo per mezzo di lei! Ciò che costoro vanno dicendo è vero in un certo senso. Rispetto, però, all'applicazione che essi ne fanno, per ostacolare la devozione a Maria, è una sottile insidia del maligno nascosta sotto il pretesto di un bene maggiore, perché mai si onora di più Gesù Cristo, come quando si onora di più la Vergine santa. Infatti, si onora lei per onorare più perfettamente Gesù Cristo, e ci si rivolge a lei come alla via che conduce al traguardo verso cui tendiamo: Gesù Cristo. La Chiesa nella preghiera dell’Ave Maria, benedice prima la Vergine Santa e poi Gesù Cristo ““Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”. Non perché Maria sia più importante di Gesù o uguale a lui, ma perché è necessario benedire prima Maria per benedire in modo più perfetto Gesù Cristo.




X
Pratiche di preparazione


Dopo averci guidato nei primi dieci giorni a liberarci dello spirito del mondo, San Luigi ci invita adesso a fare il proposito di acquistare una conoscenza di noi stessi, delle nostre cattiverie, debolezze, piccolezze e miserie, con lo scopo di condurci a una autentica contrizione dei propri peccati e di riconoscere la necessità di essere aiutati. Per questo proponiamo alcuni testi di sant’Alfonso utili per raggiungere la virtù dell’umiltà ed essere pronti a toccare e riconoscere la nostra propria miseria.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute, di Sant’Alfonso Maria di Liguori


Abbiamo un’anima immortale da salvare

Il negozio della nostra eterna salute è il negozio più importante di tutti: ci procura la beatitudine o la rovina eterna. Egli va a terminare all'eternità, cioè a salvarci o a perderci per sempre: ad acquistarci un'eternità di contenti o un'eternità di tormenti: a vivere una vita o sempre felice o sempre infelice. O mio Dio, che ne sarà di me! mi salverò o mi dannerò? Può essere che mi salvi, e può essere che mi perda. E se può essere che mi perda, perché non mi risolvo ad abbracciare una vita, che mi assicuri la vita eterna?

"E poi? e poi?" Oh se tutti pensassero alla morte, in cui tutto si ha da lasciare: al giudizio, in cui di tutto si ha da render conto: all'eternità felice o infelice, che a ciascuno ha da toccare! Se tutti, dico provvedessero a quest'ultimi affari della lor vita, niuno certamente si dannerebbe. Si pensa solo al presente, e così si sgarra la salute eterna.

Vedo, mio Dio, che mi sono scordato che la mia anima è immortale, trascurando l’affare più importante della mia vita, scambiandolo per piccolezze e futilità.  Mi pento, o sommo bene, di avervi voltate le spalle, ed oggi risolvo di darmi tutto a voi. E che aspetto? aspetto forse che voi m'abbandonate, e che la morte mi trovi così misero ed ingrato, come sinora vi sono stato? No, mio Dio, io non vi voglio dare più disgusto, e vi voglio amare. V'amo, bontà


Aiutatemi ancora voi, Maria, speranza mia.





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