domenica 6 aprile 2014

Undicesimo giorno
Trattato: [96 – 104]

3) I devoti esteriori: questi, fanno consistere tutta la devozione a Maria in pratiche esterne. Non hanno nessuna interiorità. Recitano molti rosari, ma in fretta. Ascoltano parecchie messe, ma senza attenzione. Non amano la sostanza della devozione, ma si attaccano a ciò che vi è di sensibile, in modo che se non trovano soddisfazioni nei loro pii esercizi, si scoraggiano e l’abbandonano.


4) I devoti presuntuosi: sono peccatori in balia delle loro passioni e amanti del mondo. Sotto il bel nome di cristiani e di devoti della Vergine santa nascondono vari peccati come: l'orgoglio o l'avarizia o l'impurità o la bestemmia o la maldicenza o l'ingiustizia, ecc. Sperano che Dio li perdonerà, che non morranno senza confessarsi e non andranno dannati, perché recitano la corona. Ma quando gli si dice che una tale devozione, può rovinarli, non lo vogliono credere. Rispondono che Dio è buono e misericordioso, e che non ci ha creati per dannarci; che non c'è uomo che non pecchi; che non morranno senza confessarsi. Per confermare quanto dicono, ripetono alcuni fatti intesi o letti nei libri, veri o falsi che siano non importa, i quali  attesterebbero che persone morte in peccato mortale e senza confessione, ma che in vita avevano detto qualche preghiera o adempiuto qualche pratica in onore di Maria, ottennero da Dio la contrizione, il perdono e la salvezza, e la stessa cosa sperano per essi. 

Questa falsa devozione è veramente diabolica. In realtà, chi potrebbe dire con animo sincero di voler bene e onorare la Vergine santa, se con il peccato colpisce, trafigge, mette in croce e oltraggia senza pietà Gesù Cristo, suo Figlio?

“Affermo che un simile abuso della devozione al la Vergine santa, ed inoltre che per essere veri devoti della Vergine santa non è assolutamente necessario essere così santi da evitare ogni peccato, per quanto ciò sia desiderabile; ma occorre almeno essere sinceramente risoluti ad evitare almeno ogni peccato mortale, sforzarsi di non commettere peccati e di recitare il santo rosario o altre preghiere.”   

Il santo aggiunge che se si trovasse davanti un peccatore indurito, gli consiglierebbe queste buone opere, a condizione che le compia non già per rimanersene tranquillo nello stato di peccato ma per ottenere da Dio, mediante l'intercessione della Vergine santa, la grazia della contrizione e del perdono dei peccati, e la vittoria sulle proprie cattive abitudini.


5) I devoti incostanti: questi, sono coloro che sono devoti della Vergine santa soltanto ad intervalli. Ora sono fervorosi ed ora tiepidi, oggi abbracciano ogni sorta di devozione alla Vergine santa e domani non ne osservano fedelmente le norme. Anziché caricarsi di tante preghiere, è meglio compierne poche con amore e fedeltà, mal grado il mondo, il demonio e la carne.


6) I devoti ipocriti: questi, nascondono i loro peccati e le loro cattive abitudini sotto il manto di questa Vergine fedele, per apparire agli occhi degli altri diversi da quello che sono.


7) I devoti interessati: infine, questi, sono quelli che ricorrono alla Vergine santa solo per evitare pericoli, guarire dalle malattie o per altre necessità del genere. Senza queste necessità, la dimenticherebbero.  


X
Pratiche di preparazione

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori

Cosa è il peccato?

Il peccato è un’offesa a Dio, e in quanto tale è un danno che ha una gravità infinita, poiché offende Dio che è infinitamente buono. Il peccato mortale infrange l’amicizia che ci unisce con il nostro Creatore. Insegna Sant’Alfonso:

“Il peccatore quando sta deliberando di dare o negare il consenso al peccato, allora per così dire prende in mano la bilancia e si mette a vedere, se vale più la grazia di Dio, o quello sfogo d'ira, quell'interesse, quel diletto. Quando poi dà il consenso alla tentazione, allora che fa? allora dice che vale più quel misero piacere, che non vale la grazia di Dio. Ecco dunque come egli disonora Dio, dichiarando col suo consenso che vale più quel misero piacere, che non vale l'amicizia divina.

Così dunque, mio Dio, tante volte io vi ho disonorato, posponendovi ai miei miserabili gusti.

Se il peccatore cambiasse Dio per un tesoro di gemme, per un regno, pure farebbe un gran male, perché Dio vale infinitamente più che tutti i tesori e regni della terra. Ma perché tanti lo cambiano? per un fumo, per un poco di terra, per un piacere avvelenato, che appena avuto sparisce.

Ah mio Dio, e come tante volte io ho potuto aver l'animo per beni così vili di disprezzare voi, che m'avete tanto amato? Io non voglio vedermi più in disgrazia vostra. Fatemi prima morire, ch'io di nuovo abbia ad offendervi.
Maria Madre di Dio, esauditemi ancora voi; intercedete per me affinché io sempre sia di Dio, e Dio sia sempre mio”.





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