venerdì 28 giugno 2013


Difendendo la verità nelle aule



Elena ci scrive raccontandoci come le I Giornate di Formazione alle quali ha partecipato le sono state di aiuto per capire gli errori ideologici che si insegnano spesso nelle università e a far fronte ad essi.  


A 2 mesi dalle Giornate per Universitari ci sono stati nell’ ambito delle lezioni che sto seguendo all’ università dei concetti che per la prima volta nella mia vita riesco a vedere nella loro interezza, con oggettività. Sono una ragazza di 23 anni, studio giurisprudenza e, mai fino a quest’anno mi ero accorta di quanti messaggi falsi, e sbagliati nell’ ambiente universitario vengono veicolati verso gli studenti. Ho fatto un po’ una selezione di alcuni argomenti che mi hanno molto colpito.

Questo semestre ho scelto di frequentare un corso di criminologia perché avevo sempre pensato, almeno fino ad ora che il diritto penale fosse quella branca del diritto più interessata a proteggere i valori dell’uomo, fosse in qualche modo un baluardo reale  dello stato a difesa dell’individuo. Mi sbagliavo. 

NON POSSONO FARSI DELLE POLITICHE SOCIALI E DI PREVENZIONE DELLA CRIMINALITÀ SENZA UN RIFERIMENTO A DIO

Sono rimasta quindi molto sorpresa ascoltando alcune affermazioni della mia professoressa ve le riporto:

La prof, un tipetto particolare con degli occhi indagatori coperti quasi del tutto da un paio di grossi occhiali, ci dice: “ragazzi, la criminologia è la materia che studia quali condotte criminali punire e perché, in modo da aiutare il governo nell’indirizzo delle condotte dei cittadini. Ma ragazzi ricordate bene che questo compito di indirizzo deve essere del tutto staccato da qualsivoglia visione morale, da qualsiasi concezione di giustizia o ingiustizia, dalle leggi e dalle visioni politiche. Ragazzi ricordatevi che ora il mondo è cambiato, le cose che prima erano immorali e quindi vietate ora non lo sono più, immorale non significa più illegittimo,  questa divisione oggi non regge più.


Mi sorge spontanea una domanda, ma allora, visto che per decidere quali condotte punire e quali no non vi basate nè sulla morale, né sul senso di giustizia né su nessun’altra cosa, sulla base di cosa ragionate? Se la società non deve avere nessun valore condiviso sulla base di cosa puoi dare un contributo alla pace sociale e alla giustizia? A questa Domanda la professoressa si è molto sorpresa, e si è velocissimamente arroccata sul fatto che la morale non va minimamente presa in considerazione,neanche pensata nei nostri ragionamenti. Così facendo non ha risposto alla mia domanda che era veramente curiosa di capire su cosa un criminologo si basasse per dare i suoi consigli di politica criminale. In più ha dimostrato di non avere argomenti e di quanto sono senza fondamenta questi ragionamenti.


Sono congetture che non hanno forza di ragionamento e non sanno e non possono migliorare i problemi  di ridurre la criminalità o migliorare la condizione del condannato perché, di per se si basano su dati empirici,statistiche, sono ragionamenti ex post che non guardano le cause,le ragioni che stanno alla base dei problemi della nostra società.

LETTERATURA ECONOMICA:  L’IDEA CHE LA LEGGE ABORTISTA ABBIA RIDOTTO LA CRIMINALITÀ

Addirittura c’è chi nella letteratura economica PRESUME di “Calcolare L’incalcolabile” come Sthepen J. Dubner, giornalista del New york Times e Stephen D. Levitt, economista dell’ università di Chicago , (vincitore del John Bates Clark Medal, premio assegnato al miglior giovane economista degli stati uniti sotto i 40 anni). Questi due autori vogliono propinarci (tra le altre) l’idea che, da quando negli anni 90 è stata introdotta la legge sull’aborto in America, è radicalmente diminuito il tasso di delinquenza nel paese! Cose da non crederci, si perché, secondo loro, chi abortisce sono povere donne che avrebbero fatto crescere quei bambini nell’indigenza e quindi, sicuramente(secondo i loro calcoli malati), tutti questi ragazzi sarebbero diventati criminali. Questo è il tipico esempio di promozione dell’eugenetica ai nostri giorni. Questa teoria è stata poi autorevolmente bocciata. Gli autori di questo libro infatti si erano limitati a prendere delle statistiche diverse e a metterle in relazione tra loro senza nessun tipo di studio o ragione, con l’unico scopo di fare soldi e scrivere qualcosa di sensazionalistico.


OGGI NON È PIÙ DI MODA PASSARE DEI VALORI

Altra cosa che davvero mi ha colpito, ma se non fossi andata alle Giornate per gli Universitari forse non me ne sarei neanche accorta è che, sempre nell’ ambito del compito che ha lo stato verso i criminali, prima si diceva che lo stato doveva con ogni sforzo tendere a rieducare il condannato reinserendolo gradatamente nella rete sociale. Ora a detta di molti esperti tutto ciò e demodè perché ci si deve limitare a “responsabilizzare”  il condannato verso il crimine commesso facendogli capire cosa ha fatto senza rieducarlo perché: “chi siamo noi per imporre dei valori a persone che forse non li condividono!” Come chi siamo? Siamo persone come lui, siamo lo stato e dobbiamo essere portatori dell’unica Verità dell’unico valore.  Una responsabilizzazione senza rieducazione rischia di mettere il colpevole davanti alle sue colpe senza sostegno, questo potrebbe avere dei risultati devastanti .

Questa è stata una frase che mi ha colpita perché questa è esattamente la frase che pensavo prima e che mi diceva, cavolo, non devo dire come la penso perché potrei offendere gli altri che la pensano diversa da me, quasi come fosse violenza psicologica. Niente di più sbagliato! Questo pensiero è promosso al fine di creare quello che chiamerei lo sdoppiamento delle condotte. Tu sei e puoi essere un uomo cristiano/morale solo a casa tua, nella tua stanzetta, nel mondo reale guai a esporti, perché se ti esponi  potresti imporre il tuo modo di vedere a coloro che la pensano diversa.  Questo tutte queste premesse portano a vergognarsi anche di fare un segno di croce di fronte alla cappella dell’università o a tavola prima di mangiare. Il cristiano diviene muto,inespressivo, privato di una delle caratteristiche fondanti della sua fede e cioè l’esempio. La pratica, l’apostolato. Se tu esprimi la tua fede, fai del bene agli altri e a te stesso.


LA VERITÀ

Oggi nei giornali, in tv, nel parlare, nel pensare si sente: la mia, la tua, la loro verità,la verità processuale, la verità è sempre relativa, e ….. NON ESISTE LAVERITA’.
Tutto ciò porta a pensare che la verità sia un concetto inventato da qualcuno. Porta a pensare che ogni cosa potrebbe essere tanto vera quanto falsa. Il tema della verità è diventato un termine FILOSOFICO,ma filosofico nell’ accezione deteriore del termine e cioè un termine ed un concetto oscuro,non per tutti, qualcosa di astratto,poco concreto . questo porta a pensare: io uomo comune,non posso arrivare a pensare anche solo il concetto di verità, figuriamoci se posso capirlo. GRANDE ILLUSIONE.

Questa è una concezione fallace che viene promossa dai principi di questo mondo, come una dei tanti altri feticci  (come l’ateismo) per rovinare l’uomo. Dico rovinare perché questa menzogna come altre (idolatria della ragione, ateismo,agnosticismo ecc..) inibiscono l’intelletto e lo slancio al bene del singolo e della società. È chiaro a chi è contro la Verità avere uno stuolo di fantocci da manovrare.

Per questo vi dico, la Verità esiste, ed è una sola, Nostro Signore Gesù. E nella vita di tutti i giorni questo significa aderenza alla realtà. La verità è una cosa semplice e questo concetto un bambino lo sa bene, siamo noi adulti che perdiamo il contatto con la realtà perché siamo completamente accecati dal mondo. La verità è schietta, lineare, senza pieghe d’ombra.

Aristotele diceva: “Ciò che è, è.
Ciò che non è, non è.
 Chi dice che ciò che è, non è;
o dice che ciò che non è, è;
dice il falso.


Questa frase è di una “banalità disarmante” ma è oltremodo vera. Non dobbiamo quindi farci ingannare da chi vuole confondere la nostra mente dicendo che la verità è relativa o che non esiste, perché, se hai rubato una mela e ti processano e alla fine del processo, si dice che tu quella mela non l’hai rubata , questa non è la “verità processuale” è semplicemente una conclusione falsa.

Tutte queste cose non avrei né potuto afferrarle se non fossi andata alle Giornate di Formazione. Le verità di fede che ho ascoltato lì mi hanno permesso di iniziare ad avere un atteggiamento critico e della realtà che è intorno a me e di tutti gli inganni che ci passano come verità modello di comportamento!

Grazie a Nostro Signore e alla Madonna S.S. che hanno permesso queste giornate!





lunedì 24 giugno 2013

Consigli per conservare la castità



San Francesco di Sales delinea nelle pagine di Filotea - introduzione alla vita devota, con il linguaggio chiaro che lo caratterizza, un itinerario spirituale esigente ma immerso nel quotidiano, che nasce dalla sua esperienza di direttore spirituale. 

In questo articolo raccogliamo alcuni consigli che il santo dà per conservare la castità. Più avanti vi offriremo altri consigli del santo riguardo questo tema. 



Filotea, tienti lontana dagli inganni e dagli allettamenti della sensualità. E’ un cancro che corrode impercettibilmente; e da inizi invisibili ti porta in breve a situazioni incontrollabili; è più facile evitarlo che guarirlo.

La castità ha la sua radice nel cuore, ma è il corpo la sua abitazione; ecco perché si perde a causa dei sensi esteriori del corpo e per i pensieri e i desideri del cuore. Guardare, ascoltare, parlare, odorare, toccare cose disoneste è impudicizia se il cuore vi si immerge e ci prende piacere. S. Paolo taglia corto: La fornicazione non deve nemmeno essere nominata tra di voi. 
 Nel modo più assoluto, Filotea, non frequentare le persone licenziose, soprattutto se in più, sono anche svergognate, il che avviene quasi sempre; sai perché? Sono come i caproni che, leccando i mandorli dolci, li rendono amari. Quelle anime maleodoranti e quei cuori infetti non riescono a conversare con alcuno, poco importa di quale sesso, senza trascinarlo in qualche modo nell’impudicizia. Hanno il veleno negli occhi e nell’alito come i basilischi.

Frequenta piuttosto le persone caste e virtuose, pensa e leggi spesso cose sante, perché la Parola di Dio è casta e rende casti coloro che vi si compiacciono; sicché Davide la paragona al topazio, pietra preziosa, che ha la proprietà di calmare l’ardore della concupiscenza.

Tienti sempre vicino a Gesù Cristo crocifisso; fallo spiritualmente con la meditazione e realmente con la santa Comunione: perché allo stesso modo che coloro i quali si coricano sull’erba detta "agnus castus" diventano casti e puri, se tu riposi il cuore su Nostro Signore, che è il vero Agnello casto e immacolato, scoprirai presto che la tua anima e il tuo corpo sono mondati da tutte le sozzure e le sensualità.



venerdì 21 giugno 2013

Non sono qui forse io, che sono tua madre?



Oggi sabato, giorno dedicato alla Madonna e giorno precedente a quello della memoria della Beata Vergine del Rosario, vi offriamo un breve dialogo svoltosi tra San Juan Diego e Maria Santissima.

Nel dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, in Messico, scegliendo come suo interlocutore un povero indio, Juan Diego. Giovanni Paolo II nel 1990 l'ha dichiarato beato, per proclamarlo infine santo nel 2002.

In questo dialogo vediamo con quale affetto si rivolge a Lei e come la Madonna gli risponde usando il suo stesso linguaggio. Un bell’esempio di come dev'essere il nostro modo di parlare con la Madre del Cielo…


“Fanciulla mia, Figlia mia la più piccola, Bambina mia, spero che tu sia contenta; come ti sei svegliata? Sta bene la tua salute, Signora mia, Bambina mia? Con pena angustierò il tuo volto, il tuo cuore: ti faccio sapere, Fanciulla mia, che un tuo servitore, mio zio, è gravemente ammalato. Una grave malattia lo ha colpito, certamente ne morirà presto. E voglio andare in fretta alla tua piccola casa di México, per chiamare qualcuno degli amati di Nostro Signore, dei nostri sacerdoti, affinché vada a confessarlo e a prepararlo, poiché in realtà è per questo che siamo nati, noi che veniamo ad aspettare il travaglio della nostra morte.  Ma, se vado a farlo, poi tornerò qui di nuovo per andare a portare il tuo respiro, la tua parola, Signora, Fanciulla mia. Ti prego di perdonarmi, abbi con me ancora un po' di pazienza, poiché non ti sto ingannando, Figlia mia la più piccola, Bambina mia, domani senz'altro verrò in tutta fretta".


Non appena ebbe ascoltato le ragioni di Juan Diego, la Misericordiosa Perfetta Vergine gli rispose:


"Ascolta, riponilo nel tuo cuore, figlio mio più piccolo, non è nulla ciò che ti ha spaventato, che ti ha afflitto, non si turbi il tuo volto, il tuo cuore: non temere per questa malattia né per alcun'altra infermità, né per altre cose critiche, dolorose.

Non sono qui forse io, che sono tua madre? Non stai sotto la mia ombra e la mia protezione? Non sono io la fonte della tua gioia? Non stai nel cavo del mio mantello, nella croce delle mie braccia? Di cos'altro hai bisogno?



Che nessun'altra cosa ti affligga, ti turbi; che non ti dia pena la malattia di tuo zio, perché non ne morirà per adesso. Sii certo che sta già bene".

martedì 18 giugno 2013


II Giornate di Formazione
Tuscania, dal 30 Agosto al 4 Settembre






Un giovane condannato a morte scrive 
alla sua fidanzata



La castità è una virtù che deve essere vissuta in maniera speciale nel fidanzamento come autentica espressione del vero amore. Un bell'esempio di fidanzamento cattolico lo troviamo nel giovane Bartolomé Blanco Marquez che morì martire nella Guerra Civile Spagnola, a 21 anni, il 2 ottobre del 1936. 

Prima di morire fucilato per essere cattolico, lasciò quattro lettere: tre alla sua famiglia e una alla sua fidanzata, in cui traspaiono i nobili sentimenti della sua grande anima. Riportiamo qui la lettera scritta alla sua fidanzata il giorno prima di morire:



“Prigione Provinciale di Jaén, 1° ottobre 1936

Maria dell’anima,
il tuo ricordo mi accompagnerà alla tomba; fino a che
ci sia un battito nel mio cuore, questo palpiterà con
tenerezza per te. Dio ha voluto sublimare questi affetti
terreni,nobilitandoli quando ci amiamo in Lui. Quindi,
anche se nei miei ultimi giorni Dio è la mia luce e il mio
anelito, non impedisce che il ricordo della persona che
più amo mi  accompagni fino all’ora della morte...

Adesso che mi restano poche ore per il riposo definitivo,
vorrei chiederti solo una cosa: che in ricordo dell’amore
che c’è stato tra noi, e che ora è ancora più grande, tu
possa occuparti come obiettivo principale della salvezza
della tua anima; perché, in questo modo, potremo riunirci
in cielo, per tutta l’eternità, dove nessuno ci separerà. Fino 
allora quindi, Maria della mia anima, non dimenticare che 
dal cielo ti guardo e cerca di essere un esempio di donna
cristiana, poiché alla fine della partita non servono a niente
i piaceri e i beni terreni, se non riusciamo a salvare l’anima...

Fino all'eternità, dove continueremo ad amarci nei
secoli dei secoli.

Bartolomé”.




Tratto dal libro “Giovani nel terzo Millennio”, P.Carlos M. Buela, pàg. 209

sabato 15 giugno 2013

Un anticipo del cielo

Vi proponiamo un testo tratto dal libro Quarant'anni nel circolo polare scritto dal missionario spagnolo in Alaska P.Segundo Llorente, un modello di eroicità e di zelo per le anime. In queste righe spiega come per il missionario ciò che conta è la sua fedeltà alla missione a lui affidata, avendo come centro e sorgente di tutte le sue attività la celebrazione della Santa Messa.

Tutti i giorni a Kalskag [Alaska] distribuiamo in media 25 comunioni, 60 la domenica. Il giorno dell’Immacolata Concezione siamo arrivati a 64. 
Alcuni giorni prima della festa, abbiamo provato a casa mia le messa “De Angelis” con l’armonio. Era la prima volta che si sarebbe cantata la messa nel fiume Kuskokwim che nasce nel cuore dell’Alaska e sfocia nel mare di Bering.
Ho dovuto salvare due parti difficili da cantare nel Gloria. E ci siamo messi d’accordo che in quelle parti, mi seguissero e stessero attenti ad intonarsi a me che io dalla sede li avrei aiutati.
Infatti quando siamo arrivati a quelle parti, ho tirato fuori tutta la voce che avevo, al punto tale che presero il filo e mi hanno seguito con aria orgogliosa e fiduciosa. Hanno cantato un inno che piace tantissimo. Lo hanno cantato così bene che mi sono emozionato e ho dovuto reggermi all’altare per mantenermi in piedi.

Alla gioventù inquieta (riferendosi ai giovani in europa), che va per il mondo cercando la felicità senza mai trovarla, che venga in missione. Da parte mia posso affermare che la gioia interiore è a volte così grande, che ho paura che Dio mi paghi in questa vita ciò che io credevo che era patrimonio dell’altra.

Sull’altare di Kalskag con l’ostia santa nelle mani ed ascoltando gli inni degli eschimesi, non lo cambierei con nessun’altra cosa. È semplicemente un anticipo del cielo.

Traduzione dallo spagnolo: P.Giuseppe Calvano IVE

martedì 11 giugno 2013

Un’esperienza indimenticabile


Tullia e Tecla Trevisan hanno partecipato alle I Giornate di Formazione e anche loro hanno scritto una testimonianza per fare conoscere ad altri giovani questo evento. 

 di TULLIA E TECLA TREVISAN

L’Istituto Verbo Incarnato, in particolare Padre Andres al quale tutta la nostra famiglia è molto legata, ci ha proposto durante l’estate di partecipare alle Giornate di Formazione  ai primi di settembre.
Inizialmente l’idea di approfondire temi fondamentali e attuali ci spaventava, ma, dopo esserci informate, ci siamo iscritte. Era la prima volta che partecipavamo ad un’ esperienza del genere, di conseguenza non sapevamo cosa ci aspettasse. Con un lungo viaggio ci siamo spostate dal Lago di Garda a quello di Bracciano.

La casa, destinata alle Giornate, era molto spaziosa e accogliente e, al nostro arrivo, c’era già un gruppo di ragazzi arrivato da qualche ora insieme ai sacerdoti e alle suore dell’Istituto. Subito ci siamo sentite a nostro agio, si respirava un’aria diversa dal solito. Ci incuriosivano tutte le novità che ci venivano proposte e il tempo sembrava passare velocissimo! In sei giorni siamo riuscite a partecipare a tantissime attività: le conferenze, i cui temi erano molto interessanti e ogni giorno differenti l’uno dall’altro, la gente, che partecipava alle Giornate con molto entusiasmo, i sacerdoti e le suore, sempre molto allegri e pieni di vita e infine le gite al lago immersi nei paesaggi stupendi di Bracciano. I relatori ci hanno parlato della Bioetica, della dimostrazione dell’esistenza di Dio, del Matrimonio e della castità, dell’aborto, dell’Indefettibilità della Chiesa e della Dottrina Sociale della Chiesa, del rapporto tra fede e scienza, dell’importanza e dei rischi di Internet e dei Principati e Potestà. 

Ora abbiamo risolto molti dubbi e incomprensioni che avevamo prima di venire alle Giornate, abbiamo approfondito temi fondamentali e soprattutto sappiamo come difendere la Chiesa dalle accuse che vengono spesso poste senza un minimo di razionalità. Inoltre tra i relatori abbiamo avuto l’onore di conoscere il fondatore dell’Istituto Padre Carlos Miguel Buela.  Egli ha tenuto la conferenza “ Principati e potestà” e si è fermato del tempo con noi.  L’ incontro con il fondatore è stato significativo e la sua semplicità e la sua gioia ci hanno colpite molto.


I momenti di allegria e di spensieratezza sono stati necessari per completare le Giornate: canti, balli, musica, magie, sport e cibo buonissimo sono stati un prezioso arricchimento al nostro stare insieme. Non sono mancati i momenti di spiritualità, senza i quali non avremmo potuto riflettere su noi stessi, sulla Sacra Scrittura e su Dio. Momento fondamentale è stato il pellegrinaggio sulla tomba del Beato Giovanni Paolo II, patrono delle nostre giornate.  


In conclusione ringraziamo di nuovo il Verbo Incarnato per aver organizzato un evento così speciale di confronto e di nuove conoscenze, ma soprattutto tutti quei sacerdoti e quelle suore che con un sorriso, una buona parola, un canto e una storia divertente hanno saputo regalare positività e allegria che sicuramente ritroveremo alle Giornate del prossimo anno! Un grazie sincero a tutti.



venerdì 7 giugno 2013

Giornate di Formazione
"È stata un’esperienza unica"

di ELENA 


Vi proponiamo la testimonianza scritta  da Elena l'anno scorso dopo le I Giornate di Formazione. Dopo di questa esperienza, Elena ha scritto diversi articoli in questo blog e adesso sta lavorando nell'organizzazione delle II Giornate invitando tanti giovani e facendo conoscere nella sua Università questo evento. 

Io conoscevo già l’Istituto del Verbo Incarnato, il mio direttore spirituale mi diceva “vi divertirete un sacco” ma …. non avrei mai immaginato tanto. Non sapevo esattamente cosa mi aspettava, pensavo sarebbe stato solo uno di quei ritiri spirituali in cui ci avrebbero fatto anche qualche conferenza su dei temi di attualità. Mi sbagliavo.

Appena arrivati al Villaggio Betania (un posto sul lago di Bracciano, dove si sarebbero svolte le giornate) si sono formati dei gruppetti di ragazzi qua e là, è bastato però, solo qualche minuto e già si era rotto il giaccio e questo grazie ai sacerdoti, ai seminaristi e alle suore che ci hanno accolto.
E proprio a loro va il mio grazie più grande, perché sono stati il cuore pulsante di tutte le giornate, i canali con cui Dio è arrivato a noi,  attraverso allegria, musica, giochi e risate, esempio e formazione.
Poi diciamola tutta, era parecchio strano vedere dei seminaristi e delle suore anche di 19 e 22 anni. Credevo che la “razza” religioso/a partisse almeno dai 45 anni in su. Qui in Italia è automatico associare la figura del religioso a qualcosa di vecchio, un po’ sordo e magari pure serio serio. Di quei tipi austeri con cui non parleresti nemmeno per tutto l’oro del mondo perché boh...ti sentiresti un po’ a disagio, avresti paura di non essere capito.  
Bene. Prendete questa idea e buttatela via. Con i religiosi del Verbo Incarnato le parole escono da sole, perché per noi, in questi giorni sono stati si, dei maestri, ma allo stesso tempo anche dei fratelli, delle sorelle e degli amici.
La cosa che mi ha colpito di più di queste giornate è che abbiamo vissuto IL CRISTIANESIMO. Quello vero. Quello dove Dio è veramente Re di tutto e in tutto. Quello che è una festa continua perché, già qui in terra, sperimenta il paradiso. E  c’era Cristo Re nella gioia di tutti quando ballavamo o cantavamo insieme, c’era negli sguardi felici di chi non si sentiva più solo, c’era nelle amicizie ritrovate e in quelle nuove, c’era sui volti di quei ragazzi dopo la confessione e nel momento dell’Eucarestia.
Venire a  queste giornate è REALMENTE  come prendere “UNA GROSSA BOTTA IN TESTA”.
Si, si, avete capito bene, come quando siete tutti intenti a parlare con qualche amico o siete assorti nei vostri pensieri e…. ad un certo punto …… BAANGG!  Avete sbattuto contro un palo della luce.
 Si e questo BANG con la realtà, oggi serve più che mai,  perché tutti o quasi ci siamo ridotti a vivere in una sorta di “trance” e in una serie di automatismi che neanche noi capiamo, che ti rendono estraneo a quello che vivi, quasi passivo, tanto impotente da accettare senza lamentarti pure il fallimento dell’umanità perché ……. se ti permetti di dire qualcosa, poi non è “politically correct” .
Queste giornate mi hanno fatto capite che il 90%  della conoscenza  scolastica e universitaria che avevo era in qualche modo incompleta. Il mondo, la scuola, la società e tutto il resto, propone come scontata una divisione netta tra Cristo e tutto il resto (vita, società,lavoro ), quindi a scuola, nelle relazioni sociali ecc. non puoi unire le due cose, perché “magari poi offendi qualcuno che la pensa diverso da te”. Di conseguenza la tua fede scolora, diventa astratta perché rimane solo per te, mai concreta, mai condivisibile.
Con le conferenze ho capito che è  per questo che nel mondo di oggi tanti problemi non hanno risposta. Perché noi analizziamo gli effetti senza capirne le ragioni o le cause. I nostri ragionamenti sono “resi zoppi”. Eliminando Dio dall’analisi del mondo e relegandolo alla sola sfera personale, amputiamo di netto la nostra intelligenza e quindi riusciamo a vedere e capire nei problemi, solo la punta dell’iceberg.
Con le conferenze poi, ho capito che esistono tante illusioni nei nostri giorni, tanti idoli della nostra società, talmente tanti che io non me ne ero mai accorta, anche se tutti me ne parlavano. In queste giornate però le ho viste calate nella vita concreta, nel pratico. Per me questo non ha prezzo.

Per questo, per me, queste giornate sono come una “ botta in testa” perché ti svegliano, ti scuotono e ti fanno capire dove sei, dove vai, cosa hai intorno e come affrontarlo.
Ti fanno capire come renderti libero e eroico in una società di schiavi.

C’è stata una frase che mi ha colpito in maniera particolare in questi giorni: “Il giovane non è fatto per il piacere, ma per l’eroismo”.  Questo mi ha fatto capire che anche noi ragazzi, nelle nostre scuole e università, abbiamo una responsabilità e una missione e che il nostro contributo non è indifferente, dà ossigeno al mondo.
 Se vi guardate intorno, di ragazzi con degli ideali ne esiste ancora qualcuno, ma sono tutti degli ideali vuoti (successo, soldi) oppure utopistici. Desideri, anche questi, zoppi perché fanno a meno di Dio, sono fine a sé stessi . Alle giornate invece,  ho incontrato un sacco di ragazzi veri, con degli ideali veri e realizzabili perché incardinati in Cristo. Sono giovani eroici perché danno la loro vita per questi ideali e li REALIZZANO con la grazia di Dio e l’aiuto di Maria S.S.

È questo secondo me, ciò di cui il mondo ha bisogno. Penso che:

·         Se vi sentite soli o non capiti
·         Se avete dei dubbi di fede e non sapete come rispondere a chi vi attacca
·         Se pensate che i preti sappiano solo pregare
·         Se pensate chela situazione politico/economica è un disastro e quello che vi sta intorno vi fa schifo
·         Se volete farvi un sacco di buoni amici
·         Se pensate di essere i soli al mondo ad avere un certo problema
·         Se volete affrontare la vita con delle solide basi di fede
·         Se volete capire cos’è il vero cristianesimo
·      Se volete fare sport,ballare, cantare e ridere di cuore e poi … mangiare mangiare mangiare mangiare ….

Dovete assolutamente venire alle prossime Giornate di Formazione!