giovedì 31 ottobre 2013

Matrimonio, omosessuali:
il grande equivoco

Niccolò Saul ha partecipato alle II Giornate di Formazione e ci invia questo articolo pubblicato nel blog "Hic calix" parlando sull'omosessualità. 

Il Menzognero ha deciso da 50 anni a questa parte di voler seminare discordia attaccando la famiglia, e sta tentando in ogni modo di raggiungere questo fine. La prima arma, ovviamente, è il linguaggio, e gli equivoci che nascono da questo: usare ambiguamente un termine, abbinarlo ripetitivamente ad altri termini che poco hanno a che fare con esso, è un modo per cambiare la mentalità e la cultura delle persone, e far passare quello che prima era visto dal senso comune come inaccettabile. Partiamo quindi dalle parole, e facciamo chiarezza.
Il matrimonio, come si sa, è parola composta che viene dal latino: mater-munus, cioè quella funzione, quell'impegno materno (e paterno), che si sostanzia nello strutturare il focolare domestico al fine di educare e mantenere i figli. Ovviamente questo onere di educazione spetta ad entrambe i genitori, non solo alla madre; ciononostante la parola "matrimonio" si fonda sulla radice di mater proprio per contrapporla all'affare paterno, all'impegno del maschio, ossia alla cura del patri-monio, da cui era anticamente esclusa la donna. Partendo da questo chiarimento può meglio comprendersi come il termine "matrimonio" non voglia tanto indicare i soggetti che devono svolgere la funzione (la madre piuttosto che il padre), quanto quale sia la funzione che debba essere svolta: ossia tutti quegli affari domestici (che un tempo, neanche troppo remoto, curavano essenzialmente le matres) che hanno come finalità quella di crescere ed educare i figli. Parrà strano, ma non si parla di amore: poteva chiamarsi agape-monio, amori-monio, invece l'affetto sembra rimanerne fuori. E a ragione. Perché l'amore non è il fine del matrimonio, ma il presupposto: senza il bene reciproco non si può costruire nulla di buono. Ma qualcosa va pur costruito.


I tempi moderni sembrano invece aver ridotto il matrimonio soltanto ad una convivenza basata sull'affetto: i figli sarebbero soltanto una evenienza o, peggio ancora, un "diritto" (di cui si vorrebbe disporre). E' l'apoteosi dell'egoismo: non si sta insieme per dare agli altri, ma si convive per convenienza, per soddisfare i propri vuoti per mezzo di un rapporto vicendevolmente superbo. L'amore rimane chiuso e oppresso tra due soggetti che non vogliono donarsi agli altri, che non vogliono sacrificarsi. E questo non è amore. L'amore, per sua natura, è traboccante, va oltre, non ha limiti, sfonda le soglie strette che gli poniamo intorno. Ecco, l'amore è il presupposto del matrimonio. Ma oggi c'è chi pensa (o vuole spingere gli altri a pensare) che il matrimonio sia solo "amore" (o quello che si pensa sia tale, cioè il sentimentalismo e il sesso). Non è per niente così. Il matrimonio è quella vocazione che spinge due persone ontologicamente complementari a congiungersi definitivamente per assumersi la fantastica responsabilità di essere collaboratori di Dio nella creazione fisica di uno o più esseri umani e nella educazione spirituale di uno o più figli di Dio. Questo amore richiede sacrificio, perché l'amore si può declinare solo col sacrificio. Dio ha amato mandando il suo Figlio innocente a morire sulla croce per i colpevoli. Amare nel matrimonio significa quindi morire all'altro, al coniuge e ai figli, farsi crocifiggere per la salvezza del coniuge e dei figli, tacere e subire, sottomettersi per il bene dell'altro. Il matrimonio e la famiglia che ne nasce è scuola di vita, è maestra di amore, di amore vero.
Tutto questo non potrà mai sussistere nelle altre forme di convivenza che queste società post-moderne vogliono imporre come "diritti". Il grande equivoco è pensare che il matrimonio sia un istituto per gli adulti: nulla di più sbagliato. Il matrimonio ha come scopo quello della tutela dei figli nati dallo stesso. Gli adulti sono solo i soggetti che decidono di diventare, liberamente e responsabilmente, quegli strumenti necessari per la crescita dei figli. Per questo non può esistere un matrimonio che sia consapevolmente chiuso ai figli. I c.d. "matrimoni omosessuali" sono un insulto all'italiano e alla logica poiché sono "matrimoni" consapevolmente chiusi ai figli: mancando la complementarità sessuale, due uomini o due donne sono ontologicamente incapaci di procreare. Due uomini o due donne che vivono insieme non sono altro che una convivenza. Chi ne fa parte  può avere dei diritti, ma come singolo e non come gruppo. Ma - va ricordato - il diritto più grande (quello più dimenticato), è quello dei figli: nascere da un padre e una madre, crescere con loro, ricevendo quegli insegnamenti materni e paterni fondamentali per crescere in modo sano ed inserirsi con serenità nella società. Questo, solo questo, è matrimonio.

Niccolò Saul Todini

Fonte: http://hiccalix.blogspot.it/2013/05/matrimonio-omosessuali-il-grande.html

mercoledì 30 ottobre 2013


Halloween? No grazie, meglio un 

Rosario! (Parte II)


Vi proponiamo la seconda parte di questo articolo su Halloween scritto da Elena e pubblicato l'anno scorso su questo blog. Quest'anno Elena ha avuto l'iniziativa di creare un evento pubblico su facebook intitolato "Boicottiamo Halloween!" nel quale propone di offrire delle preghiere e qualche sacrificio per riparare per tutte le bestemmie ed immoralità che si commettono in questa festa pagana. Uniamoci a questa bellissima iniziativa!: https://www.facebook.com/events/348529778626734/?source=1

  
LE VITTIME

I bambini a cui, fino a pochi anni fa, anche nelle scuole pubbliche, venivano insegnate le preghiere dalle maestre (in questo periodo soprattutto “L’ eterno riposo”) ora vengono semplicemente inondati da idee malsane che li spingono ad avvicinarsi ad un mondo a cui ci si dovrebbe tenere il più lontani possibile a qualsiasi età. Il rischio è maggiore se si pensa che “festeggiare” questa “ricorrenza” significa per i bambini spostare la loro attenzione dalla realtà, dalla vita che invece sarà il loro vero campo di battaglia. Li avvicina al culto del macabro e li riempie di paure quando invece l’uomo è fatto per la LUCE e per la pace del cuore. Tutto ciò rende Halloween per niente educativo anzi, solo NEGATIVO.

I giovani sono le vittime a cui Halloween fa più male. La maggior parte di loro usa questo giorno solo come l’ennesima scusa per sballarsi. Gli imperativi di questi giorni (31/10-2/11) quindi diventano: ALCHOOL, DROGA, DISCO, SBALLO, SESSO. Se pure ci fosse qualcuno che volesse andare in chiesa per il primo Novembre o per il due, come farebbe se è tornato a casa alle 7 di mattina??
C’è poi una parte della popolazione giovane che non è dedita agli eccessi ma allo stesso modo rischia la Vita a causa di Halloween. Sono quella parte di giovani che non cercano lo sballo ma sono deboli o in una qualsiasi difficoltà, Halloween offrendogli i suoi lustrini (cartomanti, occulto ecc..), può inserirli in un giro di morte senza scampo.

In questo periodo infatti si sprecano maghi e tarocchi che promettono scorciatoie facili a chi ha qualche difficoltà. È infatti proprio in questo periodo che le sette fanno il boom di adepti soprattutto nei rave e nelle discoteche. In tutto ciò internet non aiuta. I ragazzi che navigano principalmente da soli, si trovano bombardati da annunci a tema; perfino i siti di cucina propinano ricette mono gusto (zucca) che inneggiano alla morte. Ragazzi non fatevi prendere in giro, le vostre teste non sono zucche vuote da intagliare con una smorfia di dolore, ribellatevi e pregate un rosario la sera del 31/10 per coloro che sono più sfortunati di voi e si sono fatti irretire dalle fauci di halloween.

I rischi per i genitori. Voi che ormai siete adulti, seppur rischiate, avete per così dire, una “soglia del dolore” più alta. Per voi è più difficile cadere nelle languide reti dell’occultismo, ma non impossibile. Ciò che rischiate di più è di sottovalutare il danno che halloween fa ai vostri figli e anche a voi. Vigilate suoi vostri figli, fategli capire il motivo del perché non è bene “festeggiare” halloween. Siate coraggiosi, date risposte di luce ai vostri figli così che, questa luce, risplenda sempre su di loro.

Che tutti i Santi del Cielo, insieme alla Madonna Santissima e a Gesù Cristo ci rendano apostoli e testimoni fedeli della bellezza di vivere nella luce del Vangelo e nella grazia di Dio.

Per chi volesse approfondire il tema riporto due link:





lunedì 28 ottobre 2013

Halloween? No grazie, meglio un 

Rosario! (Parte I)

Vi proponiamo questo articolo su Halloween scritto da Elena e pubblicato l'anno scorso su questo blog. Quest'anno Elena ha avuto l'iniziativa di creare un evento pubblico su facebook intitolato "Boicottiamo Halloween!" nel quale propone di offrire delle preghiere e qualche sacrificio per riparare per tutte le bestemmie ed immoralità che si commettono in questa festa pagana. Uniamoci a questa bellissima iniziativa!: https://www.facebook.com/events/348529778626734/?source=1


Il Salvatore nostro Gesù Cristo 
ha vinto la morte e ha fatto risplendere
 la vita per mezzo del Vangelo. (2Tm 1,10)


Ormai da parecchi anni, ogni Ottobre (il mese missionario), siamo bombardati dalla fiera ingorda della moda di Halloween. Sin da metà mese cominciamo ad essere invasi da quello che chiamerei il culto del mostruoso e della morte e da un certo piacere nell’avvicinamento all’esoterismo. Ovunque si vada ci si trova circondati da simboli di morte e occultismo. Ve lo dico chiaramente, questa “moda” se così si può chiamare, fa male sia palesemente che subdolamente e le vittime di tutto ciò sono tutti: bambini, giovani e adulti.

IL DANNO

Per quanto riguarda il danno palese, sia alla società che agli individui, Halloween crea una frenesia consumistica inutile, le multinazionali gioiscono bellamente degli affari che fanno a scapito nostro. Pensate che grazie all'arrivo di questa moda anche da noi, queste ricchissime società hanno conquistato una grandissima fetta di mercato che, nella cristianissima Europa non gli era stata mai concessa.
Si spende quindi, in cose inutili perché sono a tema, si spende in locali e feste, si spende per godersi un po’ di orrido, come se nel mondo non ce ne fosse già abbastanza, quello vero. Molti hanno analizzato il fenomeno “horror” che, soprattutto negli ultimi anni, ci ha globalizzato. Alcuni spiegano il successo che queste tematiche riscontrano nel pubblico, indicando che gli uomini dei nostri giorni, annoiati e abbattuti dalla situazione socio-politica si buttano su qualcosa di orrendo per provare emozioni forti, più forti rispetto a quello che c’è intorno. Come se vedendo, leggendo o promuovendo queste tematiche, ci fosse una sorta di catarsi, (un po’ come succedeva nel teatro greco), e il singolo vivesse emotivamente cose estreme che realmente non potrebbe mai vivere. Tutto ciò col risultato di distrarsi dai problemi di tutti i giorni, dalla coscienza sociale e rinchiudersi in una dimensione isolata e individuale. Tutto questo è un inganno e, come al solito in ogni inganno c’è una sovrapposizione del falso sul Vero.

Il danno subdolo però è ben più grave e preoccupante. Halloween, come fu per i baccanali in epoca romana, imbarbarisce la società; è la scusa per concentrare in un dato giorno tutto ciò che di trasgressivo non si potrebbe fare negli altri giorni. Questo, badate bene, avviene con varie gradazioni di intensità e colore (in dipendenza dal degrado dei soggetti che lo festeggiano) ma punta inesorabilmente allo stesso risultato. RENDERE L’UOMO SCHIAVO, BESTIA.

Chi “festeggia” Halloween osanna l’occulto e l’esoterico. Per cui poi, quell'ambiente ha delle pretese sull'individuo stesso (P. Amorth).
Tutto ciò è inesorabilmente vero perché, da recenti studi si è visto come Halloween è sempre più una scusa per irretire giovani nelle sette. Ci si sposta senza accorgercene dalla Luce di Dio alle tenebre. Questo succede perché sembra la cosa più innocua del mondo festeggiare mascherati; niente di più sbagliato. L’inganno inizia da lì. Halloween sposta l’attenzione dalla cristianità di questo periodo nel quale ricorrono le festività dedicate ai Santi e ai Defunti, buttando la consapevolezza del nostro credo e della nostra identità nel dimenticatoio.

Elena 

martedì 15 ottobre 2013


Il caso Barilla: una dittatura silenziosa
contro libertà e famiglia
 
di Elena Marchese
 
 
 http://www.youtube.com/watch?v=lshUnKkNH5A
"Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Non per mancanza di rispetto, ma perché non la penso come loro, la nostra è una famiglia classica, dove la donna ha un ruolo fondamentale" Queste parole sono state dette da Guido Barilla, presidente della omonima azienda italiana della pasta, in un’intervista alla trasmissione radiofonica di Radio24 La Zanzara.  
Domande incalzanti, maliziosamente costruite “ad imbuto” per far scivolare l’intervistato su un terreno ben preciso. Una trappola con l’unica finalità di consegnare un’altra vittima all’agone mediatico. Solita storia, il capro espiatorio è servito agli aguzzini su un piatto d’argento. Tutta la vicenda ha avuto origine da queste incredibili dichiarazioni della presidente della camera Boldrini: “Non può essere concepito uno spot pubblicitario in cui i bambini e il padre stanno tutti seduti e la mamma serve a tavola. Questo merita una riflessione.” Chissà quale discriminazione maschilista vede in questo, la signora presidente. A suo avviso è molto più discriminatorio che una madre prepari il pranzo e lo porti a tavola per la sua famiglia, che dire ad un libero imprenditore come deve indirizzare la sua libera iniziativa economica.
Ovviamente a questa intervista è seguita una bufera. Internet, mass media, ma soprattutto  tutte le associazioni gay hanno scatenato il pubblico e l’opinione pubblica contro quest’uomo, un imprenditore, colpevole solo di voler scegliere le sue pubblicità e di difendere pubblicamente (ben inteso, senza offendere nessuno) la famiglia naturale e il ruolo sacro della donna come centro fondamentale della famiglia. 
 
 
Però, la vera mostruosità che emerge da tutta questa vicenda è un'altra. Dopo  poche ore da questa intervista signor Barilla ha dovuto chiedere pubblicamente scusa. Perché? Semplicissimo, mentre tutti (politici e non) si gloriano beatamente di difendere il pluralismo e i diritti, nessuno si accorge di essere parte integrante di un dispotismo nascosto. Nascosto perché coperto dai fumi di un umanesimo  autoreferenziale e decadente che non ha timone ne guida.
È l’uomo che si vuole autoregolare escludendo Dio dalla vita pubblica e privata. Tutto ciò inevitabilmente degenera in Tirannia. Odio crescente per la libertà. Per la VERITÀ.
Il problema è davvero generalizzato, ma la cosa che lo rende davvero pericoloso è che, se non si vive in grazia di Dio, non ci si accorge di tutto ciò. Si vive credendo di proteggere l’uomo da ogni sorta di sopruso e allo stesso tempo si negano le libertà e i principi fondamentali su cui si basa la vita e l’esistenza di una società.
Da casi come questo possiamo realizzare quanto questo totalitarismo stia prendendo piede. Come sottolinea Robi Ronza in un articolo che ha ispirato questo post, il signor Barilla non solo è stato fatto tacere, no, non sarebbe bastato. La nuova società del “politically correct” lo ha rieducato proprio come accadeva nella Cina di Mao. Anche oggi i dissidenti devono chiedere scusa pubblicamente, “rendersi conto” dello “sbaglio” fatto  e lasciarsi rieducare. E infatti le parole del signor Barilla dopo le scuse sono state: “mi hanno fatto capire che devo imparare tanto sulla famiglia!”. Questo è totalitarismo.
L’omosessualità è sempre esistita, ora però queste persone vengono usate e strumentalizzate nella loro fragilità per produrre profitti, orientare le masse e la politica.  Peccato che nessuno se ne accorge, neanche i diretti interessati. A sottolineare questo un altro esempio. In questi giorni in Italia si sta approvando  la c.d. legge sull’ Omofobia. E anche qui a parole si dice di difendere i diritti di tutti e poi chi si azzarda a voler impostare la vita in maniera diversa (vedi il caso Barilla) viene boicottato, rieducato, epurato.
Noi di fronte a tutto ciò dobbiamo combattere. Ma come nel concreto?!?  Insieme a Gesù alla Madonna S.S. e al Papa. Vivendo noi per primi irreprensibili davanti a Dio. Poi informandoci, difendendo la vera famiglia e promuovendola. Un luogo privilegiato per questo sarà la Giornata delle Famiglie, organizzata dall’Istituto del Verbo Incarnato  a Tuscania (VT) il prossimo 20 Ottobre. Quindi venite numerosi !!
La famiglia è uno dei metodi in cui noi uomini possiamo santificarci. La VERA famiglia riflette in maniera umana e finita, quell’amore perfetto che è nella Santissima Trinità. Una comunione d’amore feconda, aperta alla Vita! Difenderla è in nostro potere. FACCIAMOLO.
Elena Marchese

venerdì 11 ottobre 2013


Giornate di Formazione Cattolica:
Giornate di Verità!


Claudia Maschio
Quando mi è stato recapitato l'invito, da parte di alcune religiose dell'Istituto del Verbo Incarnato, alle Seconde Giornate di Formazione, sono stata molto contenta che si presentasse davanti a me un'opportunità del genere: cercare e trovare la Verità. Ed è stata proprio questa ricerca a riunire decine di ragazzi e ragazze benché provenienti da paesi diversi, con lingue, usi e costumi differenti, il tutto in un clima di gioia e divertimento, caratterizzato da proficue conferenze, giochi, sport, spettacoli, gite, canti, film, buon cibo, riflessioni e preghiere.


Abbiamo compreso che chi sta dalla parte della Verità, porta con se valori sempre attuali che non cedono al logorio del tempo, valori imperituri che fanno stare bene e vivere bene, in modo ordinato.

Le Giornate di Formazione soddisfano la sete di certezze, insegnano a seguire la Verità e a sostenerla per essere sempre alla moda! Perchè le parole di Gesù non invecchiano mai... viva Cristo Re!

Un dovuto ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all'ottima riuscita delle Giornate di Formazione 2013 tramite ogni mezzo, in modo particolare ai Religiosi e alle Religiose dell'Istituto del Verbo Incarnato, solido ponte di unione tra la Terra e il Cielo.
Claudia Maschio

martedì 8 ottobre 2013

La mia esperienza agli
Esercizi Spirituali
 
Alla fine delle II Giornate di Formazione, Tamara Trevisan ha fatto insieme alla sua famiglia (i suoi genitori e due sue sorelle) gli Esercizi Spirituali secondo il metodo di Sant'Ignazio di Loyola. Gli Esercizi Spirituali consistono nel trascorrere alcuni giorni di ritiro in silenzio dove gli esercitanti hanno la possibilità lungo la giornata di meditare i diversi punti che il predicatore espone, seguendo con la massima fedeltà il libro degli Esercizi di Sant' Ignazio, e partecipando agli atti liturgici nel raccoglimento e lontano da ogni distrazione. Leggiamo questa bella testimonianza di quest'esperienza. Grazie Tamara! 
 
Al termine delle Giornate di Formazione ho avuto la grazia di fermarmi ancora a Tuscania per partecipare agli Esercizi Spirituali Ignaziani. Sono quattro giorni di silenzio per ascoltare Dio, ma ci sono sempre un sacerdote e una suora a disposizione per parlare e confrontarsi. Durante queste giornate di spiritualità ci sono tanti momenti che aiutano a meditare e a riflettere su aspetti della Fede. C’è anche la possibilità di preparare la confessione generale e di avere tanta luce per la propria scelta di vita. Durante questi esercizi  mi hanno colpito le parole di Gesù: “Io sono la Via, la Verità e la Vita.” Il Signore ci ha così indicato qual è il sentiero autentico che conduce alla felicità eterna. Egli è l’unico cammino che congiunge Cielo e terra. Ho capito che devo prendere sul serio la vocazione cristiana, in modo che Dio si trovi nei miei pensieri, sulle mie labbra e in tutte le mie azioni, anche le più umili e consuete. Gli esercizi spirituali mi hanno resa felicissima del dono della vita ed è per questo che invito tutti a partecipare a questo incontro con il Signore, che aiuta ciascuno di noi a condurre una vita gioiosa, nonostante le difficoltà da affrontare!
 
Tamara Trevisan

S. Ignazio di Loyola

domenica 6 ottobre 2013


Il caso dell’obiezione di coscienza.

"Si dicevano sapienti, ma sono

diventati stolti"
 
Molte volte ci incontriamo con persone che difendono con forza dei principi contrari alla legge naturale e la legge di Dio, soprattutto negli ambienti pubblici e ogni volta di più nelle aule delle scuole e delle Università. Elena ci racconta un'esperienza vissuta nella sua facoltà da non perdersi.
 
 “Essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile[…] E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno”. (Lettera di S. Paolo ai Romani [1: 21-23, 28])

Qualche giorno fa mi è capitato di assistere alla dimostrazione di quanto queste frasi di S. Paolo siano vere ed attuali. Ho partecipato nella mia università ad un seminario sulla tematica dell’obiezione di coscienza in ambito medico. A titolo informativo vi dico che il professore che teneva il seminario, si occupa in particolare di diritto costituzionale e quindi di una materia la cui linfa vitale sono i principi di libertà, uguaglianza, non discriminazione, pluralismo e che tra l’altro sono i pilastri di ogni democrazia.

Il concetto di obiezione di coscienza si è sviluppato nei primi anni del 900 in campo militare, nell’ambito della leva obbligatoria, per quelle persone che rifiutavano l’uso della guerra sulla base di proprie convinzioni religiose, morali, politiche o filosofiche. Questo concetto dal 1968 (in corrispondenza dell’apertura degli ordinamenti giuridici alla “rivoluzione sessuale” e all’aborto) ha cominciato diffondersi anche in campo medico, tutelando quei medici che non vogliono prendere parte a pratiche quali l’aborto o, nei paesi in cui è consentito, l’eutanasia. In poche parole l’obiezione di coscienza tutela la libertà morale dei medici nell’ambito del loro rapporto di lavoro. Questo diritto fondamentale del lavoratore è praticamente universalmente riconosciuto[1].

Vi dico subito che, solo verso la metà del seminario, dopo tanti giri di parole, è saltata fuori la vera tesi del professore. Lui auspica che venga eliminata del tutto la possibilità di obiettare. Non contento di quest’orrore ha anche specificato che non basta eliminare questa possibilità, si deve andare all’origine del problema facendo (cito letteralmente) “una discriminazione al momento dell’assunzione” del lavoratore ma ancora prima al momento dell’ingresso nelle università. Perché a suo parere uccidere fa parte delle mansioni caratteristiche di un medico quindi se la tua coscienza ti impedisce di uccidere, mi dispiace la medicina non è per te! Quindi, dopo una serie di affermazioni allucinanti come: “...e poi parliamoci chiaro, uno arrivato a 90 anni col dolore alle gambe è ovvio che deve essere ucciso, questa diventerà un’occupazione normale per i geriatri”, è passato ad avvalorare la sua tesi con una lunga serie di argomenti insussistenti. Ne metto alcuni: “i medici sono obiettori perché vogliono lavorare di meno e per colpa loro la salute delle pazienti è in pericolo” oppure “per colpa loro le nostre aziende sanitarie sono indebitate e i medici non obiettori devono lavorare il doppio” o anche “non rispettano gli obblighi del loro contratto di lavoro” al pari di chi arriva in ritardo. Su tutte le argomentazioni poi spicca una perla è cioè: l’atteggiamento di questi medici è “la tirannia del relativismo” che vuole distruggere l’unità dell’azione dello stato.

Ma non sono ancora arrivata alle sue splendide conclusioni:

·         Lo stato deve obbligare con delle leggi i medici a praticare l’aborto e qualsiasi altra pratica come l’eutanasia.

·         Discriminare le assunzioni e le ammissioni alle università in base alle idee morali dei candidati.

·         “Nessuno nella vita è libero” quindi nessuno deve essere libero di fare come gli pare, perché i compiti professionali vengono prima della coscienza.

A questo punto ero davvero indignata non soltanto per quello che aveva detto il professore ma anche perché nessuno è rimasto impressionato dalle sue parole. Pochissimi hanno detto qualcosa contro. Moltissimi hanno sottolineato il diritto delle donne di abortire e che, questo sistema le ostacola. Altri, in riferimento all’eutanasia, appoggiavano questa tesi suggerendo che, come è successo in Olanda “ si tratta solo di tempo, le persone si devono abituare all’idea e dopo non si lamenterà più nessuno”. Altri infine hanno detto che per il medico effettuare queste pratiche sono “doveri civili.”

Tutto questo fa tanta tristezza dove è finita la libertà, l’uguaglianza, la non discriminazione i principi di pluralità della nostra democrazia. Queste idee portano ad un nuovo totalitarismo, qualcosa dove il singolo e la coscienza non esistono. Fa davvero paura!

E’stato davvero impressionante vedere quel professore che a tutte le obiezioni che gli si facevano non rispondeva argomentando logicamente, non c’era né dialogo né confronto. Più che altro prendeva in giro ridicolizzando chi propugnava qualcosa che andasse contro la sua tesi. Questo dimostra la debolezza genetica di quello che propugnava. Le sue tesi partono da premesse false e ideologiche che hanno completamente oscurato la semplice realtà, la Verità.  Lui non la vede!

L’esempio pratico del fatto che non ci sono quasi più medici disposti a fare quelle pratiche, ci spiega tanto.  Si può essere razionalmente o ideologicamente convinti di qualsiasi cosa, ma, quando sei tu e ti trovi davanti una vita umana e sei chiamato ad uccidere non credo che sia così naturale come lui lo prospettava nelle sue tesi. Il problema è allarmante se pensiamo che a Gennaio di quest’anno la CGIL ha presentato un reclamo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa proprio su questo tema[2] e in Spagna dal 2010 è presente una legge[3] che ha ridotto all’inverosimile la possibilità di obiezione.

Preghiamo tantissimo Gesù e la Madonna S.S. che ci salvino da un futuro così cupo.
 
 
Elena Marchese

 



[1] Per ulteriori informazioni sul concetto o per un quadro comparatistico al problema, posso fornire del materiale.
 
[2] http://www.giuristiperlavita.org/joomla/21-slides/73-difesa-del-diritto-all-obiezione-di-coscienza
[3] Ley organica n°2 del 3 Marzo 2010