venerdì 28 settembre 2012

Sono lecite le relazioni sessuali prematrimoniali?


          Domanda: Perché sono illecite le relazioni prematrimoniali? Non mi riferisco a qualsiasi atto sessuale tra persone non sposate ma a relazioni tra fidanzati che hanno una seria intenzione di sposarsi.

          Risposta: Nella domanda si intende per relazione prematrimoniale l’atto sessuale completo tra fidanzati che hanno una seria intenzione di sposarsi o almeno che stanno pianificando seriamente questa possibilità. Andiamo a considerare queste condizioni, anche se non cambia sostanzialmente il giudizio morale rispetto ad altre relazioni sessuali tra persone che non hanno nessuna intenzione di sposarsi.


 1. Un problema molto attuale...
  
          Questo tipo di relazioni si è esteso molto in questi ultimi tempi tanto che molti lo giudicano come una normale attitudine, come una carta di cittadinanza che vale per tutto il fidanzamento. Le cause della sua propagazione possono vedersi in alcuni distinti fenomeni della nostra epoca come:


–La riduzione dell’ amore al sesso.
–La riduzione del sesso alla genitalità.
–La prolungazione indefinita di alcuni fidanzamenti.
–Il continuo bombardamento della pornografia nei mezzi di comunicazione.
–La facilità al ricorso a mezzi contraccettivi e la mentalità anticoncezionale e abortista che si trova nello stesso matrimonio.
–La perdita del senso della castità e della verginità.
–La mancanza di educazione del carattere e della affettività in generale.

     
Il giudizio morale sulla fornicazione è molto chiaro: “ La fornicazione è l’ unione carnale tra uomo e donna fuori dal matrimonio. È gravemente contrario alla dignità delle persone e della sessualità umana, che è naturalmente ordinata al bene degli sposi ed alla generazione ed educazione dei figli”[1].

Alcuni cattolici moralisti e fedeli cattolici credono che le relazioni prematrimoniali non entrerebbero nella stessa categoria. Secondo alcuni i fidanzati dovrebbero giocarsi il progetto di amore del loro futuro matrimonio. Così come non si può negare che i fidanzati  che vanno a sposarsi si amino veramente, cosi tanto meno si potrebbe dire che tali relazioni fortifichino il  loro amore. Altri moralisti affermano che si giustificano in circostanze straordinarie o difficili e supposta la volontà seria di sposarsi pubblicamente a loro debito momento. Che dire di queste opinioni?


2- Il giudizio morale: le relazioni prematrimoniali sono intrinsecamente dannose

       Le relazioni  prematrimoniali sono cattive per se stesse (vuol dire, “a causa del loro stesso oggetto”) e anche se non si può negare che i fidanzati si amino, si può affermare che la relazione sessuale non è una manifestazione autentica dell’amore in questa tappa della loro vita. 
Perché? Fondamentalmente perché “l’ atto sessuale” tra uomo e donna è la manifestazione piena ed esclusiva della coniugalità, ed i fidanzati mancano della coniugalità anche se sono ordinati ad essa e si stanno preparando per accoglierla. 
È la manifestazione piena dell’amore coniugale, perché nella relazione sessuale gli sposi raggiungono la massima unione fisica e, attraverso di essa, raggiungono la massima unità affettiva e spirituale. 

Lì sono una “sola carne” e mediante questo atto anche “un solo Spirito”; perciò è anche la manifestazione esclusiva della coniugalità in quanto solo all’interno del matrimonio è lecito realizzare la sessualità.




                Perché dentro il matrimonio? 

Per il linguaggio del corpo, l’atto sessuale è parte del linguaggio umano: ha un significato unico, irripetibile e irrinunciabile. Quello che questo atto “dice”, è vero solo quando c’è di mezzo un’unione  matrimoniale definitiva. Cosa dice questo atto? “Donazione totale”. Una donazione è veramente totale quando include: 

1º- tutto quello che si è 
2º - in modo esclusivo 
3º- per donarsi 
4º -per tutta la vita


La donazione tra gli sposi è totale quando include: 1º- tutto quanto si ha (corpo, anima, affettività, presente e futuro); 2º- in modo esclusivo (vuol dire a una sola persona con esclusione di tutte le altre); 3º- nello stato più perfetto nel quale si può essere (né diminuito o deteriorato, come succede quando le capacità sono state annullate precedentemente per mezzo di anticoncezionali e sterilizzazioni); 4º -per tutta la vita (esso si garantisce solo attraverso l’assunzione di responsabilità pubblica che si dà  col consenso matrimoniale). Questi elementi si possono vivere solamente in un matrimonio celebrato.


Nella relazione prematrimoniale non si  hanno queste condizioni. In effetti:

1º- Non si dà quanto si ha, in quanto  non può dare tutto colui che non ha pronunciato pubblicamente il “si matrimoniale” davanti alla società; non ha impegnato il suo futuro, non ha corrisposto pienamente, non ha manifestato una responsabilità. Il vero amore è un atto “oblativo”, un dono totale di sé dell’altro; al contrario, nella relazione prematrimoniale (e  lo stesso in quella extramatrimoniale), quello che è primario psicologicamente non è l’atto oblativo ma la ricerca egoistica del piacere: “l’altro” non è quello che si dà ma quello che si prende (questo vale per ciascuno).

2º -Non è esclusivo, o almeno non è necessariamente esclusivo; allora la mancanza del patto matrimoniale porta molte volte alla rottura del fidanzamento (incluso quello più serio) e all’ instaurazione di nuovi fidanzamenti; in questo modo le relazioni prematrimoniali si hanno con distinti uomini e distinte donne

3º- Non si dà generalmente nello stato più  perfetto: “la maggior parte delle volte escludono la prole”[2].

4º -Non è per tutta la vita: per confermarlo  come unico atto che si fa indissolubile dopo il patto, con il quale si intende la celebrazione valida del matrimonio.




Allora come si devono comportare i fidanzati? Possono stabilirsi le seguenti norme morali per regolare la condotta dei fidanzati:

1º- sono lecite le dimostrazioni di affetto, accettate per le abitudini e usanze, che sono segno di cortesia, urbanità ed educazione;

2º- sono illecite le espressioni pudiche (abbracci, baci, sguardi,pensieri, desideri) con l’ intenzione espressa e deliberata del piacere venereo o sessuale, anche se non si ha la volontà di arrivare alla relazione sessuale completa;

3º- a maggior ragione sono illecite le espressioni impudiche e le relazioni sessuali complete.


Riassumendo: “si riserveranno per il tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza specifiche dell’amore coniugale”.                


P. Miguel Angel Fuentes, IVE
Traduzione: Tullia Trevisan




[1] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2353
[2] Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Persona humana, su alcune questioni di etica sessuale, 29 dicembre 1975, n. 7.

giovedì 27 settembre 2012


Giornate per universitari 2012 
"Siate pronti a dare ragioni della speranza 
che è in voi"


di STEFANO PRINCIPE

Dal 31 Agosto al 5 Settembre 2012 sono state organizzate dall'Istituto del Verbo Incarnato nel Villaggio Betania, una meravigliosa struttura sul lago di Bracciano, delle giornate per universitari. Al momento della partenza non avevo la più pallida idea di cosa potessero mai essere. A chiunque me lo chiedeva rispondevo un po' vagamente cose del tipo “beh sai sono delle conferenze su temi filosofici, religiosi organizzate da un istituto che non ricordo neanche come si chiama” ma sinceramente non mi aspettavo tutto quello che poi si è rivelato essere. Lo speravo, certo. Ma non me lo sarei mai aspettato.

Prima di tutto l'ambiente: sono anni che frequento la Chiesa e che conosco sacerdoti di ogni genere ma, parola mia, non ho mai avuto a che fare con suore e seminaristi così giovani e così pazzi e con grandissima voglia di vivere e immenso amore verso il Signore. Penso che questa sia stata la prima cosa che ha stupito un po' tutti i ragazzi che hanno deciso di partecipare alle giornate. Quello che oggi si pensa è che uno debba essere o vecchio o pazzo per voler diventare sacerdote. Perchè buttare gli anni migliori della propria vita in quel modo? Queste persone ci hanno insegnato che dedicare la propria vita a Gesù nel sacerdozio è certamente un atto di pazzia, ma di pazzia che viene da un amore puro, libero e totale verso Colui che ha dato la propria vita sulla croce per ognuno di noi. Ci vuole coraggio per accettare una cosa del genere fino alla fine: da loro dobbiamo imparare cos'è la vera dedizione a Cristo.


Un altro aspetto molto bello delle giornate è stato sicuramente il tempo dedicato alla preghiera. Dalla S. Messa che veniva celebrata al mattino fino al rosario della sera, ogni preghiera era un momento vissuto da tutti noi con grande devozione. D'altronde l'atmosfera era delle migliori: la cappella ovviamente sempre piena e i canti contribuivano grandemente ad elevare lo spirito a Dio. Sono stati dei momenti veramente intensi in cui si riusciva a comprendere il grande valore della preghiera e del sacrificio reciproco. Cristo, mediante la preghiera, è stato la colla che ci ha unito ogni giorno sempre di più.

Le conferenze erano il centro delle giornate. Se ne seguivano quattro al giorno di 45 minuti l'una ma questo limite veniva sempre superato. Gli argomenti erano tutti molto interessanti e tutti finalizzati a dare al giovane le armi necessarie per combattere quello che succede oggi nella nostra società e col quale ci troviamo ad avere a che fare specialmente all'università. 

Sono state tenute conferenze sulla bioetica, in particolare riguardo l'aborto e il post-aborto (tra i relatori: Virginia Coda Nunziante e Claudia Navarini) e sul rapporto tra fede e scienza (Giovanni Zenone); sulla dottrina sociale della Chiesa e sulla sua indefettibilità; sulle varie forme di ateismo di oggi e sull'anima; sul tema della castità, del matrimonio e dell'amore ai tempi di internet (prof. Tonino Cantelmi); e dulcis in fundo (si fa per dire) le ultime quattro conferenze sul diavolo, sulla sua natura e su come agisce nel mondo (tenute anche dal Padre Buela, fondatore dell'Istituto). Ne avrò sicuramente dimenticata qualcuna. Il tutto intervallato da simpatiche pause caffè di cui si approfittava anche per fare domande di ogni tipo ai vari religiosi presenti o per comprare qualche libro.

Non potevano mancare momenti di divertimento, come in ogni vacanza che si rispetti. Il pomeriggio era solitamente dedicato ad attività sportive come calcio, pallavolo, kayak sul lago di Bracciano. La sera si cantava tutti insieme, si facevano tanti giochi e si assisteva ai grandi spettacoli di magia di un Padre brasiliano. La visita alla tomba di Giovanni Paolo II a Roma e il video de “La passione secondo S. Giovanni” di Bach hanno saputo unire perfettamente cultura e svago.

Insomma le giornate per universitari sono dei momenti di formazione, di divertimento, di preghiera; momenti importanti in cui si conoscono tante persone da ogni parte del mondo (fino a qualche giorno fa non sapevo neanche che esistesse il Tagikistan); di approfondimento del proprio rapporto con Gesù e è importante dirlo, di ottimo cibo. Io sono ovviamente molto contento di aver partecipato e una cosa è certa: l'unico modo per capire davvero che cosa siano queste giornate, è viverle. Spero che queste poche parole possano aiutare tanti giovani che desiderano una vera vita seguendo Cristo nella vocazione alla quale ci ha chiamato dall'eternità, che è la sola via che condurrà tutti noi alla felicità più grande, alla più piena realizzazione di noi stessi come esseri umani.


Giovani universitari e Dottrina sociale della Chiesa

 di FABIO TREVISAN


Organizzate dall’Istituto del Verbo Incarnato (IVE) a Bracciano, si sono svolte, per la prima volta in Italia,  le “Giornate per universitari” dal 31 agosto al 05 settembre 2012.

L’intento è stato quello di offrire agli studenti un panorama assai vasto dove poter affrontare, con rigore e serenità, i temi (filosofici, teologici, storici, scientifici) riguardanti l’inculturazione della fede, ovvero per “rendere cultura la fede”, secondo lo spirito del fondatore dell’Istituto, l’argentino P. Carlos Buela, presente egli stesso alle due conferenze finali ed alla celebrazione della S.Messa di chiusura.

Provenienti da gran parte delle regioni d’Italia sono convenuti numerosi giovani che hanno potuto essere coinvolti in un’atmosfera familiare (“famiglia allargata” come qualcuno l’ha apostrofata) dove si sono alternati incontri formativi, momenti di meditazione e di preghiera, spettacoli ed altre attività ludiche.

Mirabile è stato soprattutto il clima amichevole e collaborativo che si è instaurato tra i religiosi e le suore dell’IVE con tutti i giovani presenti, che ha permesso la splendida riuscita delle giornate.


Le giornate di studio sono iniziate con P. Elvio Fontana, principale responsabile della pubblicazione di tutti gli scritti di P. Cornelio Fabro, che ha impostato le tematiche riguardanti l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima, offrendo una prospettiva razionale e trascendente dell’evangelizzazione della cultura. Dopo l’impostazione teoretica si sono affrontati temi riguardanti la bioetica, in particolare sulla vita umana e la morale (il principio del diritto alla vita e della tutela del concepito fino alla morte naturale) con le avvincenti ed appassionate relazioni di P. Arturo Ruiz, di Virginia Coda Nunziante e della Prof.ssa Claudia Navarini, che si sono avvalsi di contributi audiovisivi per rendere ancora più significative e pregnanti le illustrazioni dei temi.

Maria Lucia Bonanni ha trattato l’argomento della vocazione e del Sacramento del Matrimonio (in una società che ha smarrito l’importanza della famiglia come cellula fondamentale) e Laura Lavelli, dopo una presentazione di un filmato, ha  favorito il dibattito sul tema delicato e scottante della castità o purezza. Le frequenti pause tra le conferenze sono state occasione di approfondimento e dialogo delle tematiche precedentemente trattate.


P. Jorge Alvarez ha argomentato sulla legge naturale e sul rispetto dell’ordine naturale anticipando i temi riguardanti la Dottrina sociale della Chiesa successivamente trattati.
In particolar modo si è sviluppato il concetto di “dottrina” che, in un clima relativistico come quello attuale, si contrapporrebbe all’ “opinabile” dove si vorrebbe relegare il Magistero della Chiesa.
La dottrina sociale della Chiesa (DSC), si è insistito, sarebbe tutt’al più tollerata come utile ma non certo indispensabile per la piena realizzazione della persona e della società. Questa dicotomia tra “fede privata” (concessa se contenuta nell’edificio sacro) e “fede pubblica” (non tollerata se testimoniata al di fuori della sacrestia) è stata e rimarrà sempre scossa dalla dottrina sociale della chiesa che auspicherebbe, al contrario, una rilevante presenza pubblica della fede.

Si sono ribaditi alcuni principi che stanno alla base della DSC (i principi complementari di sussidiarietà e solidarietà, il principio del bene comune) e che sottendono una visione antropologica in cui il primato della persona e la centralità della famiglia hanno parte costitutiva essenziale.
In particolare si è dibattuto sul concetto di persona quale unità sostanziale di anima e corpo che, con l’incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo, supererebbe l’angusta e spiritualista concezione platonica dell’uomo (“l’uomo è la sua anima”). Con il cristianesimo, pur ribadendo il primato della salvezza dell’anima (immortale dono di Dio), si è colto l’aspetto della profonda rilevanza del realismo dell’incarnazione (“l’uomo è, oltre all’anima, anche il suo corpo”).
In questa concezione autenticamente cristiana è stata proiettata la dimensione centrale e fondamentale della famiglia (intesa come unione indissolubile tra un uomo e una donna) e del ruolo dei genitori come principali (anche se non unici) responsabili dell’educazione dei figli.


In quanto ai principi precedentemente evocati, sono stati elaborati in continuità con i “principi non negoziabili” (la difesa della vita intesa dal concepimento alla morte naturale, la scelta libera dei genitori per l’educazione della prole,ecc.). Proprio perché non oggetto di negoziazione, questi principi stanno alla base della formazione all’impegno socio-politico ed in questo senso è stato citato  il testo “Laboratorio Trieste” del Vescovo della città friulana Mons. Crepaldi.


Anche il concetto di bene comune (inteso come bene di tutta la persona e di tutte le persone) è stato discusso ed approfondito sul solco dei documenti del Magistero della Chiesa come il giudizio sul concetto di “democrazia”. “Democrazia” che va condannata come ideologia della sovranità popolare, in quanto porrebbe come irrilevante l’esistenza e la sovranità della potestà di Dio, ma che va salvaguardata se promuove l’autentica partecipazione popolare. In questo senso è stato precisato il concetto nobile e vero di popolo come persone costituenti un corpo organico in contrapposizione al populismo in cui le persone sono colte come individui componenti una massa amorfa e informe. Si è rilevato così che la DSC pone le basi di una corretta ortodossia per una corretta ortoprassi: in altre parole, senza una sana dottrina e senza una chiarezza sui principi dai quali muoversi, si cade inevitabilmente in un fare senza orientamento, in una prassi senza morale.


Il richiamo all’elaborazione dei contenuti della DSC rimane ineludibile, soprattutto in una società frantumata come quella attuale, che ha smarrito il senso del peccato. L’Esortazione ApostolicaReconciliatio et poenitentia del Beato Giovanni Paolo II, è stato affermato, rimane ancora punto di riferimento per un uomo che ha rotto i legami originari con Dio (allontanandolo dall’orizzonte della sua vita), con la natura (creata), con il prossimo e con se stesso. In questa prospettiva di vera alienazione dell’uomo (peccatore) la Chiesa ha offerto e offrirà sempre il Sacramento della Riconciliazione che fa, come diceva argutamente Chesterton, l’uomo un nuovo esperimento del Creatore. Si è potuto così dibattere dei diritti e doveri dell’uomo nel riconoscimento dell’esistenza di Dio e dei Suoi diritti.


Non sono mancate le serate all’insegna del sano divertimento, secondo il carisma dell’IVE dell’ eutrapelia(virtù del buon umore), con omaggi musicali e di intrattenimento dal vivo che hanno visto esibirsi i componenti del gruppo folkloristico La Cioppara di Segni ed i giochi da prestigiatore di P. Vagner. Particolarmente toccante è stata l’introduzione della “Passione secondo S.Giovanni” di Johann Sebastian Bach curata con maestria e sensibilità dal seminarista e pianista Damiano, direttore del coro durante le celebrazioni liturgiche.
Ritornando alle tematiche culturali affrontate, particolarmente stimolante è stata la relazione sul rapporto tra scienza e fede curata da Giovanni Zenone, Presidente della Casa editrice Fede&Cultura.
Con le Regole del Sentire nella Chiesa tratte dagli Esercizi spirituali di S.Ignazio di Loyola, P.Andrés Bonello ha introdotto il tema dell’indefettibilità della Chiesa sviluppato da P. Orazio Cangialosi, che ha suscitato grande attenzione ed interesse fra il pubblico.
Il Prof. Tonino Cantelmi ha illustrato con grande professionalità la mutazione antropologica che si può verificare con lo sviluppo tecnologico, in particolare con le nuove frontiere della navigazione in Internet, interessando l’uditorio sui temi collegati del narcisismo (sui profili facebook), dell’ambiguità (anche in termini di identità sessuale), della velocità (allargando il concetto di “società liquida”, senza contenuto) alla quale si oppone la solidità della pietra, della Chiesa e dell’illuminante magistero di Benedetto XVI.

Sulle sfide cui inevitabilmente confrontarsi sono state dirette le ultime relazioni di P. Gonzalo Ruiz e di P. Carlos Buela sui “Principati e potestà”  del male, riprendendo un libro omonimo del teologo ed esegeta cattolico tedesco Heinrich Schlier (1900-1978).
Gli ultimi contributi hanno potuto così orientare la doverosa azione del cattolico impegnato nell’approfondimento e nella buona battaglia contro il potere del male presente a diversi livelli nella nostra società.

Una visita alla tomba del Beato Giovanni Paolo II presso la Basilica di San Pietro ha suggellato la lodevole iniziativa promossa dall’IVE ed ha incoraggiato tutti i convenuti ad approfondire il loro impegno nella promozione di tutte quelle verità rubate che sono state sottratte all’attenzione dei media ed allo studio, come ha suggerito il libro dal titolo omonimo di P. Miguel Angel Fuentes pubblicato dall’EDIVI nella Collana “Pastorale”.




Un’esperienza indimenticabile


 di TULLIA E TECLA TREVISAN

L’Istituto Verbo Incarnato, in particolare Padre Andres al quale tutta la nostra famiglia è molto legata, ci ha proposto durante l’estate di partecipare alle Giornate Universitarie  ai primi di settembre.
Inizialmente l’idea di approfondire temi fondamentali e attuali ci spaventava, ma, dopo esserci informate, ci siamo iscritte. Era la prima volta che partecipavamo ad un’ esperienza del genere, di conseguenza non sapevamo cosa ci aspettasse. Con un lungo viaggio ci siamo spostate dal Lago di Garda a quello di Bracciano.

La casa, destinata alle Giornate, era molto spaziosa e accogliente e, al nostro arrivo, c’era già un gruppo di ragazzi arrivato da qualche ora insieme ai sacerdoti e alle suore dell’Istituto. Subito ci siamo sentite a nostro agio, si respirava un’aria diversa dal solito. Ci incuriosivano tutte le novità che ci venivano proposte e il tempo sembrava passare velocissimo! In sei giorni siamo riuscite a partecipare a tantissime attività: le conferenze, i cui temi erano molto interessanti e ogni giorno differenti l’uno dall’altro, la gente, che partecipava alle Giornate con molto entusiasmo, i sacerdoti e le suore, sempre molto allegri e pieni di vita e infine le gite al lago immersi nei paesaggi stupendi di Bracciano. I relatori ci hanno parlato della Bioetica, della dimostrazione dell’esistenza di Dio, del Matrimonio e della castità, dell’aborto, dell’Indefettibilità della Chiesa e della Dottrina Sociale della Chiesa, del rapporto tra fede e scienza, dell’importanza e dei rischi di Internet e dei Principati e Potestà. 

Ora abbiamo risolto molti dubbi e incomprensioni che avevamo prima di venire alle Giornate, abbiamo approfondito temi fondamentali e soprattutto sappiamo come difendere la Chiesa dalle accuse che vengono spesso poste senza un minimo di razionalità. Inoltre tra i relatori abbiamo avuto l’onore di conoscere il fondatore dell’Istituto Padre Carlos Miguel Buela.  Egli ha tenuto la conferenza “ Principati e potestà” e si è fermato del tempo con noi.  L’ incontro con il fondatore è stato significativo e la sua semplicità e la sua gioia ci hanno colpite molto.


I momenti di allegria e di spensieratezza sono stati necessari per completare le Giornate: canti, balli, musica, magie, sport e cibo buonissimo sono stati un prezioso arricchimento al nostro stare insieme. Non sono mancati i momenti di spiritualità, senza i quali non avremmo potuto riflettere su noi stessi, sulla Sacra Scrittura e su Dio. Momento fondamentale è stato il pellegrinaggio sulla tomba del Beato Giovanni Paolo II, patrono delle nostre giornate.  


In conclusione ringraziamo di nuovo il Verbo Incarnato per aver organizzato un evento così speciale di confronto e di nuove conoscenze, ma soprattutto tutti quei sacerdoti e quelle suore che con un sorriso, una buona parola, un canto e una storia divertente hanno saputo regalare positività e allegria che sicuramente ritroveremo alle Giornate del prossimo anno! Un grazie sincero a tutti.


Giornate Per Universitari 2012
“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!"

di FRANCESCO SARUBBO

            Dal 31 agosto al 5 settembre si sono svolte a Bracciano le Giornate per Universitari organizzate dall’Istituto del Verbo Incarnato. In questi giorni, giovani di tutta Italia hanno avuto l’opportunità di condividere insieme alle suore e ai seminaristi, la gioia di sentirsi cristiani e la necessità  di formarsi per poter affrontare i problemi che ci sono nel mondo, ed essere in grado di dare una risposta cristiana. 


Nelle giornate si è parlato di ateismo, esistenza ed immortalità dell’anima, di bioetica, del sacramento del matrimonio, della castità, della difesa concreta dei principi cattolici e della dignità della persona, del rispetto per l’ordine naturale, della dottrina sociale della chiesa, di fede e scienza, dell’ indefettibilità della chiesa, amore ai tempi di internet e in fine dei principati e delle potestà. Tutte queste tematiche possono sembrare di un’estrema complessità e quindi di una settimana di noia e stanchezza. Invece, ogni singola conferenza forniva a ciascuno di noi giovani che abbiamo partecipato  le risposte concrete ed il coraggio che cercavamo e di cui abbiamo bisogno. Le risposta a tutte queste domande è semplicemente la stretta aderenza alla verità, senza lasciarsi travolgere dalla passività prevalente della nostra società,  dalla mancanza di ragionamento in carica che ci porta a smettere di vivere la propria vita per far si che gli altri guidino i nostri passi verso indirizzi sbagliati.

In queste giornate, oltre alla formazione, abbiamo potuto godere tantissimo di ogni minuto vissuto, di un bellismo spazio naturale, di una piacevole compagnia, gioire della festa, del canto, del ballo e anche del silenzio. Ciascuno dei giorni, cominciava con la Santa Messa e le Lodi,  e finiva con il Rosario e i Vespri. Ogni giorno si poteva fare adorazione al Santissimo Sacramento, potendo rimanere in silenzio esterno  per lasciare spazio a Dio e sentire ciò che ci vuole dire interiormente.

In fine, la mia conclusione personale di queste giornate è stata constatare che non siamo soli nel mondo, che ancora ci sono giovani disposti a seguire Cristo, disposti ad imparare, formarsi e divertirsi in una maniera sana, rispettando gli altri, con semplicità ma godendo sproporzionatamente la gioia di sapere che Cristo cammina con noi e che questa è la strada che ci porta a godere la vita, non una vita limitata e incompleta, ma la vita eterna. In queste giornate, ho osservato come la misericordia di Cristo agisce nel seminario “ San Vitaliano Papa” accomunando una moltitudine di giovani allegri, che sono riusciti a regalare la loro allegria e ospitalità in ogni giorno visuto a Bracciano. Giorni in cui senza conoscerci per nulla, sembrava che avevamo  molte più cose in comune che differenze.

Domenica 2 settembre abbiamo fatto un pellegrinaggio a Roma, per fare una breve preghiera sulla tomba del Beato Giovanni Paolo II, il quale disse: 
“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa "cosa è dentro l'uomo". Solo lui lo sa! Oggi così spesso l'uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all'uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna". Facciamo diventare dunque realtà queste parole nella nostra vita essendo noi giovani seguaci della verità che solo Cristo dà, senza avere paura di seguirlo con tutte le conseguenze. 

Per questo motivo invito tutti i giovani a partecipare alle prossime giornate.



Giornate per Universitari
"Bisogna conoscere e difendere la Verità"


di  SIMONA DI NARDO

Le Giornate per Universitari, che si sono tenute dal 31 agosto al 5 settembre, sono state per me una grande opportunità sia per rendere saldi alcuni principi che nella società moderna tendono purtroppo a crollare sia per conoscere nuove persone che la pensano come me… 

L’organizzazione di questi giorni è stata davvero strabiliante; le conferenze,  le cui tematiche stanno alla base della nostra fede, sono state utili;  i momenti di preghiera  erano sempre affiancati  a quelli di svago…  Infatti venivano organizzate partite di pallavolo, siamo stati più di una volta al lago e domenica 2 settembre a Roma in Vaticano a pregare sulla tomba di Papa Giovanni Paolo ІІ.  Tutti i nostri spostamenti erano accompagnati da canzoni che non potevano che creare un clima di gioia e di festa!

Pur non frequentando ancora l’Università questi incontri mi sono stati di grande aiuto.  Nella vita di ogni giorno, infatti, tutti noi ci troviamo a “combattere” con chi la pensa in modo opposto al nostro e non sempre è facile testimoniare la propria fede. Ma come ci insegna Gesù nel Vangelo “ Andate: io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Dobbiamo lottare per difendere la VERITÀ, l’autentica ragione che ci spinge ad andare avanti nonostante gli ostacoli. Inoltre, la vasta gamma di libri che sono stati messi a nostra disposizione è motivo di forza per incentivare a non mollare mai anche se possiamo essere considerati la “pecora nera” del gregge.

Per questo invito tutti i giovani a partecipare l’anno prossimo alle Giornate!!!


mercoledì 26 settembre 2012


Giornate per Universitari 2012
È stata un’esperienza unica.

di ELENA 



Io conoscevo già l’Istituto del Verbo Incarnato, il mio direttore spirituale mi diceva “vi divertirete un sacco” ma …. non avrei mai immaginato tanto. Non sapevo esattamente cosa mi aspettava, pensavo sarebbe stato solo uno di quei ritiri spirituali in cui ci avrebbero fatto anche qualche conferenza su dei temi di attualità. Mi sbagliavo.

Appena arrivati al Villaggio Betania (un posto sul lago di Bracciano, dove si sarebbero svolte le giornate) si sono formati dei gruppetti di ragazzi qua e là, è bastato però, solo qualche minuto e già si era rotto il giaccio e questo grazie ai sacerdoti, ai seminaristi e alle suore che ci hanno accolto.
E proprio a loro va il mio grazie più grande, perché sono stati il cuore pulsante di tutte le giornate, i canali con cui Dio è arrivato a noi,  attraverso allegria, musica, giochi e risate, esempio e formazione.
Poi diciamola tutta, era parecchio strano vedere dei seminaristi e delle suore anche di 19 e 22 anni. Credevo che la “razza” religioso/a partisse almeno dai 45 anni in su. Qui in Italia è automatico associare la figura del religioso a qualcosa di vecchio, un po’ sordo e magari pure serio serio. Di quei tipi austeri con cui non parleresti nemmeno per tutto l’oro del mondo perché boh...ti sentiresti un po’ a disagio, avresti paura di non essere capito.  
Bene. Prendete questa idea e buttatela via. Con i religiosi del Verbo Incarnato le parole escono da sole, perché per noi, in questi giorni sono stati si, dei maestri, ma allo stesso tempo anche dei fratelli, delle sorelle e degli amici.
La cosa che mi ha colpito di più di queste giornate è che abbiamo vissuto IL CRISTIANESIMO. Quello vero. Quello dove Dio è veramente Re di tutto e in tutto. Quello che è una festa continua perché, già qui in terra, sperimenta il paradiso. E  c’era Cristo Re nella gioia di tutti quando ballavamo o cantavamo insieme, c’era negli sguardi felici di chi non si sentiva più solo, c’era nelle amicizie ritrovate e in quelle nuove, c’era sui volti di quei ragazzi dopo la confessione e nel momento dell’Eucarestia.
Venire a  queste giornate è REALMENTE  come prendere “UNA GROSSA BOTTA IN TESTA”.
Si, si, avete capito bene, come quando siete tutti intenti a parlare con qualche amico o siete assorti nei vostri pensieri e…. ad un certo punto …… BAANGG!  Avete sbattuto contro un palo della luce.
 Si e questo BANG con la realtà, oggi serve più che mai,  perché tutti o quasi ci siamo ridotti a vivere in una sorta di “trance” e in una serie di automatismi che neanche noi capiamo, che ti rendono estraneo a quello che vivi, quasi passivo, tanto impotente da accettare senza lamentarti pure il fallimento dell’umanità perché ……. se ti permetti di dire qualcosa, poi non è “politically correct” .
Queste giornate mi hanno fatto capite che il 90%  della conoscenza  scolastica e universitaria che avevo era in qualche modo incompleta. Il mondo, la scuola, la società e tutto il resto, propone come scontata una divisione netta tra Cristo e tutto il resto (vita, società,lavoro ), quindi a scuola, nelle relazioni sociali ecc. non puoi unire le due cose, perché “magari poi offendi qualcuno che la pensa diverso da te”. Di conseguenza la tua fede scolora, diventa astratta perché rimane solo per te, mai concreta, mai condivisibile.
Con le conferenze ho capito che è  per questo che nel mondo di oggi tanti problemi non hanno risposta. Perché noi analizziamo gli effetti senza capirne le ragioni o le cause. I nostri ragionamenti sono “resi zoppi”. Eliminando Dio dall’analisi del mondo e relegandolo alla sola sfera personale, amputiamo di netto la nostra intelligenza e quindi riusciamo a vedere e capire nei problemi, solo la punta dell’iceberg.
Con le conferenze poi, ho capito che esistono tante illusioni nei nostri giorni, tanti idoli della nostra società, talmente tanti che io non me ne ero mai accorta, anche se tutti me ne parlavano. In queste giornate però le ho viste calate nella vita concreta, nel pratico. Per me questo non ha prezzo.

Per questo, per me, queste giornate sono come una “ botta in testa” perché ti svegliano, ti scuotono e ti fanno capire dove sei, dove vai, cosa hai intorno e come affrontarlo.
Ti fanno capire come renderti libero e eroico in una società di schiavi.

C’è stata una frase che mi ha colpito in maniera particolare in questi giorni: “Il giovane non è fatto per il piacere, ma per l’eroismo”.  Questo mi ha fatto capire che anche noi ragazzi, nelle nostre scuole e università, abbiamo una responsabilità e una missione e che il nostro contributo non è indifferente, dà ossigeno al mondo.
 Se vi guardate intorno, di ragazzi con degli ideali ne esiste ancora qualcuno, ma sono tutti degli ideali vuoti (successo, soldi) oppure utopistici. Desideri, anche questi, zoppi perché fanno a meno di Dio, sono fine a sé stessi . Alle giornate invece,  ho incontrato un sacco di ragazzi veri, con degli ideali veri e realizzabili perché incardinati in Cristo. Sono giovani eroici perché danno la loro vita per questi ideali e li REALIZZANO con la grazia di Dio e l’aiuto di Maria S.S.

È questo secondo me, ciò di cui il mondo ha bisogno. Penso che:

·         Se vi sentite soli o non capiti
·         Se avete dei dubbi di fede e non sapete come rispondere a chi vi attacca
·         Se pensate che i preti sappiano solo pregare
·         Se pensate chela situazione politico/economica è un disastro e quello che vi sta intorno vi fa schifo
·         Se volete farvi un sacco di buoni amici
·         Se pensate di essere i soli al mondo ad avere un certo problema
·         Se volete affrontare la vita con delle solide basi di fede
·         Se volete capire cos’è il vero cristianesimo
·      Se volete fare sport,ballare, cantare e ridere di cuore e poi … mangiare mangiare mangiare mangiare ….

Dovete assolutamente venire alle prossime giornate per universitari.