lunedì 17 febbraio 2014

Video delle 
Giornate di Formazione

Ecco la presentazione di una delle attività più importanti dell’anno: le III Giornate di Formazione, che si svolgeranno dal 23 al 31 Agosto a Tuscania (VT).

Il Beato Giovanni Paolo II diceva che “la situazione attuale, pesantemente segnata dall'indifferenza religiosa e da problemi e interrogativi inediti, esige con forza un livello eccellente di formazione intellettuale” (Pastores dabo vobis, 51). Senza dubbio tra coloro che soffrono di questa situazione ci sono in prima fila i giovani.

Queste Giornate hanno lo scopo di offrire l’opportunità ai giovani di ricevere una formazione salda e di avere gli strumenti necessari per conoscere e difendere le questioni della fede. Questo impegno si svolge in un ambiente di allegria, amicizia, preghiera e di tante altre attività culturali e formative.  

Prossimamente vi invieremo maggiori informazioni sulle Giornate. Intanto vi mandiamo questa presentazione che ha come protagonisti principali gli stessi giovani che hanno partecipato alle Giornate del 2013.


Vi incoraggiamo a diffonderlo tra i giovani e le famiglie!!




domenica 16 febbraio 2014


Gesù Misericordioso

Silvia Sacripanti ha partecipato alle II Giornate di Formazione e ci invia questo commento a questa immagine di Gesù Misericordioso dipinta dopo che la Venerabile Madre Luisa Margherita Claret confidò al suo direttore spirituale di averla visto in un' apparizione. 

La Venerabile Madre Luisa Margherita Claret de la Touche, visitandina francese morta in Italia nel 1915, è l’ iniziatrice dell’Opera dell’Amore Infinito, ora diffusa in tutto il mondo. Madre Luisa Margherita amava disegnare e dipingere. Non solo ci ha lasciato composizioni di paesaggi, animali, fiori e nature morte, ma ciò che la rende famosa è il quadro di Gesù Misericordioso. Il quadro fu dipinto su ordine del suo direttore spirituale, padre A. Charrier, dopo che suor Luisa Margherita gli aveva confidato di averlo visto in visione.
  
La raffigurazione si stacca dalla moda corrente. Il volto del Cristo richiama moltissimo quello della sindone; gli occhi, poi, sembrano scrutare in profondità chi lo guarda.
Attorno al capo c’è una duplice aureola: una formata da una corona di spine, l’altra ornata da tre gigli con la scritta  Misericordiam volo.
La contemplazione del quadro richiama due atteggiamenti di Gesù: la dolcezza e la maestà, ambedue strettamente legati tra di loro. Inoltre il gesto di Gesù è quello di indicare il costato trafitto. La tunica squarciata, poi, è quasi a forma di cuore. Gesù si manifesta così come il compimento della profezia di Zaccaria: “Guarderanno colui che hanno trafitto” (Gv 19, 37). È la ferita del costato che rivela l’Amore Infinito del cuore di Cristo e diventa la sorgente della Misericordia.


Suor Luisa Margherita scrive nel suo Diario: «Un giorno, prostrata ai piedi di Gesù, lo chiamavo l’unico bene della mia anima, il supremo amore del mio cuore, il tesoro infinito di tutte le ricchezze e, finii per dirgli: “Mio Gesù, come vuoi che ti chiami?”. Egli mi rispose: “Chiamami Misericordia!”. O mia dolce Misericordia, o Gesù, morto d’amore su questa croce, fa’ che, ricondotti a te per l’attrattiva della tua Misericordia, viviamo del tuo amore e per il tuo amore» (Diario Intimo, Venerdì Santo 13 aprile 1900).

Vi è ancora un significato particolare: l’immagine richiama la maestà del “pontefice eterno”, del “divino sacrificatore” che dal costato aperto continua a versare sull’umanità, e in particolare sui sacerdoti, le “onde vivificanti dell’Amore Infinito”.
Attualmente il quadro si trova nella Cappella di fondazione di Betania del Sacro Cuore a Vische - TO.
La Venerabile Madre Luisa Margherita è una donna che richiama con forza a leggere la storia come opera dell’amore e rivolge un invito specifico ai sacerdoti a rendere visibile con il loro ministero l’Amore e la Misericordia di Dio attinti al Cuore di Cristo.
Capire l’amore e trasmetterlo è compito di tutti i cristiani, ma la Venerabile ne fa la missione propria dei sacerdoti, manifestando una intuizione avuta nella preghiera: «Voglio che i miei sacerdoti siano seminatori di amore» (Diario Intimo, 25 giugno 1902).

Silvia Sacripanti


sabato 15 febbraio 2014


Daniela Fierro condivide con noi questi versi di Karol Wojtyla che appartengono ad un' ampia poesia che, essendo sacerdote, compose in onore di Maria, nel 1950 : l'anno in cui Pio XII proclamava il dogma dell' Assunzione. La pubblicò ( con lo pseudonimo di Andrzej Jawien' ) su un settimanale cattolico di Cracovia, l' 8 dicembre di quell'anno. Il titolo è  "Madre".





"... Madre, non spegnere l'amore,
ma, con le tue mani pure, sospingi quest'onda
verso di me!
 Lui te lo ha chiesto.
Io sono Giovanni, il pescatore. C'è in me ben poco
che tu possa amare...
Ma Lui ha voluto che ti chiamassi Madre.
Ed io prego possa essere così, e questa parola per te non perda il suo valore..."



La poesia si svolge come una scena di teatro - quel teatro che Wojtyla ha amato,  "teatro di parola" ...
Due personaggi: Maria e Giovanni. Il terzo - il vero protagonista - è silenzioso: Gesù.
Il tempo: vicino all'Assunzione.
Parla per prima Maria, rivolgendosi a Gesù - ancora così profondamente presente, accanto a lei, di fronte a lei, in lei....
Poi parla Giovanni, rivolto a Maria. Conclude infine Maria, rivolta a Gesù.
Nella conclusione Maria appare ormai protesa  al suo domani: verso la vita nuova, verso il Cielo. Nella parte iniziale, invece, appare come donna di ricordi: dopo l'Ascensione - Gesù ormai "nascosto" - Maria lo ricorda bambino sopra questa terra.
Più indietro ancora, il suo ricordare inizia dall'istante dell' Incarnazione. L'annuncio divino, la parola dell'Angelo:

... quel primo, stupefatto momento
che Ti rese testimonianza, o Figlio del mio amore!
Un momento che continua a dilatarsi
e in sé trasforma tutta la mia vita.

... divenne mio corpo, in me nutrito col mio sangue,
...cresceva nel mio cuore in silenzio, come Nuovo Uomo,
tra i miei pensieri stupefatti e il lavoro quotidiano delle mie mani.

...
Figlio mio, nel villaggio dove tutti ci conoscevano entrambi,
mi dicevi "Mamma" : e nessuno scrutò fino in fondo
gli eventi incredibili che tutti, ogni giorno, sfioravano.
E la Tua vita si confuse con quella dei poveri
a cui volesti appartenere, nella fatica quotidiana delle braccia.

Ma io sapevo: la luce, negli eventi,
...come una scintilla nascosta sotto la scorza dei giorni,
sei Tu.

...
io ricordo quei lampi, passati senza eco,
dandomi appena il tempo di un pensiero.
Figlio mio difficile e grande, Figlio mio semplice,
...io resto tutta assorta nel Tuo segreto.

Nel Vangelo leggiamo che Maria "custodiva ogni cosa nel suo cuore". E così la presenta il poeta: un cuore capace di custodire le cose che passano così rapidamente - la veloce corrente della vita... Spesso non è più che un istante; ma lei lo raccoglie, lo ferma, lo fa durare, persistere: lo mette come un seme nella terra del suo cuore, per sempre; e da lei rinasce, germoglia, dà frutto. "Si compiano in me le Tue parole" : ogni Sua parola in lei vive, cresce, e cambia tutta la vita.
Il figlio, dunque, è presente nella Madre, ancora: come in quel primo istante. A tal punto che Giovanni, nello spezzare il Pane del Suo Corpo e porgerlo a Maria ( così immagina il poeta ), si ferma con tremore per un attimo: perché quel Gesù che egli vuole donare a lei, egli Lo vede, al tempo stesso, in lei.
                                                             

 Il Suo spazio è serbato fra le tue braccia...
...rimane in te...
E mai vi entra il vuoto...


E Maria ora parla a Gesù:
La Tua profonda pace in me non avrà fine -
unica foce al mio cammino. E un giorno
vi starò come un fiume, portato dalle sue pure acque...
Mi avvolgerà il tempo nuovo,
abiterà nel mio cuore -
e tutto infine sarà colmo, sarà gioia....

Non c'è davvero bisogno di commento a questi versi, così trasparenti nella loro profondità.
Il meglio che si può fare con una poesia come questa ( e, credo, in generale con la poesia ) non è spiegarla, ma lasciarla risuonare - a lungo, dentro: nel silenzio della mente e del cuore.
Con il desiderio ( che era forse anche quello del poeta, per sé e per i suoi lettori ) che la mente e il cuore rimangano poi pieni di Maria,  "piena di grazia".



Daniela Fierro