venerdì 30 novembre 2012


Alexis Carrel, premio Nobel per la medicina, 
da ateo a credente.


Alexis Carrel (1873-1944), medico e scienziato di fama mondiale, era convinto nel suo positivismo che i miracoli di Lourdes fossero guarigioni frutto di autosuggestione.  “Quali sono – ribatté un suo amico – le guarigioni che, se le constatassi, ti farebbero riconoscere l’esistenza del miracolo?”. “La guarigione improvvisa di una malattia organica, una gamba tagliata che rinasce, un cancro scomparso, una lussazione congenita che improvvisamente guarisce. Allora sì che crederei… Ma non ho il minimo timore di arrivare a questo”.


Nella Sala dell’Immacolata (riservata ai malati più gravi) tutto era pronto per la funzione presso le piscine. Il dottor Carrel si avvicinò al lettino della “sua” ammalata, Marie Ferrand. La visitò rapidamente: il cuore stava per cedere, era alla fine. Il medico le praticò un’iniezione di caffeina, poi disse ai presenti senza farsi sentire dall’ammalata: «È una peritonite polmonare all’ultimo stadio. Figlia di genitori morti di tubercolosi in giovane età, è tisica dall’età di 15 anni. Può darsi che viva ancora per qualche giorno, ma è finita». Anche un altro medico confermò la diagnosi nefasta di Carrel.

Alla piscina non fu possibile immergere Marie Ferrand. Le fecero alcuni lavaggi al ventre. La portarono davanti alla Grotta. L’aspetto della donna era sempre cadaverico. Erano circa le 14.30.


Carrel osservava il volto dell’ammalata: gli parve più normale, meno livido. Gli sembrava avere un’allucinazione, continuò ad osservarla. Le contò le pulsazioni e i respiri al polso. La respirazione sembrava rallentata. Il volto di Marie Ferrand continuava a cambiare. I suoi occhi sembravano catalizzati verso la Grotta.


C’era in lei un sensibile miglioramento, non lo si poteva negare. Lo stupefacente, però, avveniva adesso: Carrel vide a poco a poco la coperta abbassarsi al livello del ventre. Il gonfiore spariva. Si sentì impallidire. Alle 15 la tumefazione era ormai scomparsa. Carrel credeva d’impazzire.


Si avvicinò alla donna, ne osservò la respirazione, guardò il collo. Il cuore batteva regolarmente. Le domandò: «Come vi sentite?». Marie rispose sottovoce: «Benissimo. Non sono molto in forze, ma sento che sono guarita».


            Carrel così ha scritto, sempre parlando di se stesso in terza persona: «Il medico non parlava più; non pensava più. Il fatto inatteso era totalmente contrario a tutte le previsioni, che egli credeva di sognare… Si alzò, traversò le file serrate dei pellegrini, i quali gridavano invocazioni che egli a stento sentiva, e se ne andò. Erano circa le 16. Quel ch’era accaduto era la cosa impossibile, la cosa inattesa, il miracolo». 

Fonte: http://it.gloria.tv
Bibliografia: A. CARREL, Viaggio a Lourdes, Morcelliana, Brescia 1980

lunedì 26 novembre 2012


Dio e gli scienziati


Molte volte si sente dire che l’uomo moderno non ha più bisogno di Dio perché la fede è stata superata dalla scienza. Sebbene nei nostri giorni ci siano scienziati che dicono di non credere in Dio, tuttavia ce ne sono molti altri, che si contano tra i più prestigiosi nel mondo della scienza, che hanno creduto in Dio non solo attraverso la loro fede (alcuni sono stati cristiani, altri no) ma anche per la loro scienza.

Per capire la falsità di questa falsa opposizione tra scienza e fede, vediamo che cosa dicono su Dio alcuni degli studiosi più rinomati nel mondo della scienza:


Copernico, astronomo polacco (1473-1543) che provò la sfericità della terra e espose i movimenti e la rotazione di tutto il sistema solare e difese prima di Galileo l’eliocentrismo, disse: “Se esiste una scienza che elevi l’anima dell’uomo e la innalzi al di sopra delle piccolezze della terra, è l’Astronomia... poiché non si può contemplare l’ordine magnifico che governa l’universo senza vedere prima in sè stessi e poi in tutte le cose lo stesso Creatore, fonte di ogni bene”

Galileo Galilei, astronomo e fisico italiano (1564-1642) che molti scienziati, anche atei, considerano come uno dei simboli dell’ “uomo di scienza”, morì professando la sua fede in Dio e nella Chiesa cattolica, apostolica e romana.

Keplero, astronomo tedesco (1571-1630), che formulò le leggi che portano il suo nome, nonostante abbia trascorso una vita molto tribolata, scrive: “Ora ho terminato l’opera della mia professione, avendo
impiegato tutte le forze del talento che tu mi hai dato; ho manifestato la gloria delle tue opere agli uomini che leggono queste dimostrazioni, perlomeno nella misura in cui la stranezza della mia intelligenza è riuscita a captare la sua infinità; il mio spirito è stato attento a filosofare correttamente”.

Isaac Newton, fisico, astronomo e matematico inglese (1642-1727), considerato da molti scienziati come il più grande di tutti i tempi in quanto a intelligenza e ingegno, non ebbe riserbo nel lasciar scritto: “L’ordine ammirabile del sole, dei pianeti e delle comete deve essere l’opera di un Essere Onnipotente e intelligente...”

Il medico e naturalista svedese Karl von Linneo (1707-1778), considerato il fondatore della Botanica ed uno dei più grandi botanici di tutti i tempi: “Ho inseguito le orme di Dio nelle creature e, in tutte, anche nelle più infime e più vicine, quale potere, sapienza, che insondabili perfezioni ho trovato!”

Il fisico italiano Alessandro Volta (1745-1827), inventore dell’elettrometro condensatore e della pila che porta il suo nome, testimoniò: “Ho studiato e riflettuto molto. Ormai vedo Dio in tutto...”.

Il ceco Gregor Johann Mendel (1822-1869) fu frate agostiniano, padre della genetica e di gran parte della biologia attuale, con la sua vita religiosa senza molte parole praticò la propria fede cristiana senza contraddizioni con la sua scienza.

L’ingegnere tedesco, successivamente nazionalizzato americano, Wemher von Braum (nato nel 1912), autore della collocazione in orbita del primo satellite statunitense Explorer I, che lavorò come dirigente nella NASA, nei progetti del missile Saturno e nel progetto Apollo (missile pilotato sulla Luna), possedette un profondo senso religioso: “I materialisti del XIX secolo e i loro eredi, i marxisti del XX secolo, ci dicono che la crescente conoscenza scientifica ci permette di sminuire la fede in un Creatore…. Quanto più comprendiamo la complessità della struttura atomica, la natura della vita o il cammino delle galassia, tanto più troviamo nuove ragioni per meravigliarci davanti agli splendori della creazione divina...”

Il medico francese Aléxis Carrel (1873-1944), ateo convertito a Lourdes davanti alla vista di un miracolo, diceva: “non trovo nella verità della Chiesa nessuna opposizione reale con i dati sicuri della scienza”. “Io non sono né un filosofo né un teologo; parlo e scrivo soltanto come uomo di scienza”.

Il neurobiologo John Eccles, direttore del dipartimento di Biochimica dell’Università di Cambridge, parlando del materialismo di molti scienziati, diceva: “Credo che il materialismo ipotetico sia addirittura la credenza più diffusa tra gli scienziati. … Questo non è altro che un tipo di fede religiosa; o meglio, è una superstizione che non è fondata su evidenze degne di considerazione.”

Indubbiamente, non si può dire che la scienza abbia problemi con Dio; sono alcuni scienziati ad averne ... e non per la loro scienza.


Tratto dal libro di P.Miguel Angel Fuentes Le Verità rubate


Bibliografia per ampliare e approfondire

- Reinhard Löw, Le nuove prove che Dio esiste, Piemme, Casale Monferrato 1996
- Cornelio Fabro, Le prove dell’esistenza di Dio, Ed. La Scuola, Brescia 1990 


venerdì 23 novembre 2012


Testimonianza di un missionario dell’IVE
a Gaza


Stiamo vivendo in questi giorni degli attacchi nel territorio di Gaza dove civili innocenti stanno soffrendo le conseguenze dei bombardamenti improvvisi.  Proprio a Gaza ci sono dei missionari del Verbo Incarnato lavorando in mezzo a questo ambiente di terrore. Vi proponiamo questa breve intervista a P.Pablo, che testimonia la sua fede e la sua fiducia in Dio e nella Vergine Maria in mezzo a tanta paura ed ingiustizia. 



lunedì 19 novembre 2012


Le Beatitudini di San Tommaso Moro


Con un singolare senso dell'umorismo, San Tommaso Moro scrive una serie di consigli a modo di “beatitudini” necessari per vivere la libertà di spirito e la vera gioia cristiana.

Beati quelli che sanno ridere di se stessi,
perché non finiranno mai di divertirsi.

Beati quelli che sanno distinguere una montagna da un ciottolo, perché eviteranno molti fastidi.

Beati quelli che sanno riposare e dormire senza trovare scuse: diventeranno saggi.

Beati quelli che sanno ascoltare e tacere: impareranno cose nuove.

Beati quelli che sono abbastanza intelligenti per non prendersi sul serio: saranno apprezzati dai loro vicini.

Beati quelli che sono attenti alle esigenze degli altri, senza sentirsi indispensabili: saranno dispensatori di gioia.

Beati sarete voi se saprete guardare seriamente le cose piccole e tranquillamente le cose importanti: andrete lontano nella vita.

Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo: il vostro cammino sarà pieno di sole.

Beati voi se saprete interpretare sempre con benevolenza gli atteggiamenti degli altri, anche contro le apparenze: sarete presi per ingenui, ma questo è il prezzo della Carità.

Beati quelli che pensano prima di agire e che pregano prima di pensare: eviteranno tante stupidaggini.

Beati soprattutto voi che saprete riconoscere il Signore in tutti coloro che vi incontrano: avrete trovato la vera luce e la vera sapienza.


San Tommaso Moro

sabato 10 novembre 2012

L’importanza della Confessione
e della Direzione Spirituale

Il santo Curato d’Ars diceva: “Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il Buon Dio possa fare agli uomini”. In questo articolo Elena ci scrive sul valore della confessione e della direzione spirituale, due grandissimi doni che Dio ci offre tramite la sua Chiesa per il bene della nostra anima.

 “Io??Dire le mie cose ad un vecchio?? Ma tu sei matta?!?” Questa è la tipica risposta che mi sento dare da molti miei coetanei quando è capitato di parlare della confessione. Io però vorrei gridare a tutti i ragazzi del mondo, giovani e meno giovani, che la confessione è uno degli strumenti PRATICI più efficaci per essere felici. È  l’unica vera medicina per il male di vivere che ormai colpisce circa 800 mila giovani diventando così, la seconda causa di morte per i ragazzi della fascia 15-19 anni. La confessione ha un potere curativo tale da trasformare un’anima di piombo e sul ciglio di un burrone, in un’anima d’oro e in Grazia di Dio. Questo sacramento ci permette di crescere in maniera VERA (e non solo fisica), ci fa diventare uomini e donne morali incarnando la nostra dignità di figli di Dio. Tutto ciò perché la confessione ci responsabilizza verso noi stessi, verso gli altri ma soprattutto verso Dio. Vi dico la verità, la confessione fa semplicemente vivere meglio. Mette ordine e pace nella vostra vita e ristabilisce, nell’impegno promesso di chi si confessa, l’alleanza d’amore tra noi e il nostro Creatore. Ora, siccome anche io, fino a un po’ di tempo fa, non le sapevo,  vi ricordo le 5 condizioni per fare una buona confessione: l’esame di coscienza, il dolore dei peccati, il proponimento di non commetterne più (né quelli confessati, né altri), la confessione, la soddisfazione o penitenza.

Molto importante allo stesso modo è la direzione spirituale. Secondo me la direzione spirituale per un ragazzo universitario, ma anche del liceo, è qualcosa di fondamentale. Santa Faustina Kowalska diceva che avere un direttore spirituale è una grandissima grazia del Signore, ed è proprio così. Il padre spirituale deve essere qualcuno con cui si riesce a parlare bene e che deve portare frutti nella vita del figlio spirituale. Proprio come un medico con un paziente. La direzione spirituale è una grande grazia perché va ad integrare l’educazione cristiana dataci dai nostri genitori . Il direttore guida i tuoi passi nelle difficoltà della vita, ti fa capire dove hai sbagliato e ti da delle soluzioni PRATICHE su come affrontare i problemi della vita. Io credo che sia un aiuto veramente importante per un ragazzo che vive nel mondo di oggi perché spesso, anche se siamo circondati da tante persone, poi ci ritroviamo sempre soli a lottare contro i problemi.

La condizione necessaria perché la confessione e la direzione spirituale diano buoni frutti è fare con obbedienza quello che ci dice il sacerdote e NON NASCONDERE MAI NIENTE. Guardate io lo so che è proprio difficile ma sforzatevi, siate eroici e non nascondete nulla né per vergogna, né per qualsiasi altro motivo. Il nostro nemico ci toglie la vergogna nel momento in cui commettiamo il peccato per poi restituircela con gli interessi appena il peccato è commesso! Quindi ragazzi mi raccomando parlate chiari, siate limpidi come l’acqua pura di una sorgente, il Signore vi ricompenserà come nessuno nell’universo può fare! SARETE FELICI!

lunedì 5 novembre 2012


Lettera di un tossicodipendente a suo padre


Ecco l’ultima lettera che un ragazzo tossicodipendente di 19 anni, scrive a suo padre. Dalle sue righe traspare chiaramente quanto la droga sia una vera omicida che trascina pian piano fino la morte.


“Mi dispiace tanto, papà, credo che questo dialogo sia l’ultimo con te. Mi dispiace tanto veramente. Sai…? È il momento che tu sappia la verità che mai hai sospettato.


Sarò breve e chiaro: LA DROGA MI HA UCCISO, MIO CARO PAPÀ!

Ho fatto conoscenza con il mio assassino a quindici anni di età. È orribile. Non è vero, caro papà? Sai come ci siamo conosciuti? Per mezzo di un cittadino vestito molto elegantemente, davvero molto elegante e di facile dialogo, che mi ha presentato il mio futuro assassino: “LA DROGA”.

Io ho cercato più di una volta di rifiutarla, ma ilcittadino si è intromesso dicendomi che non ero un uomo.
Non c’è bisogno di dire altro, è così…? Sono entrato nel mondo della tossicodipendenza. All’inizio erano delle fesserie, poi sono venuti gli svenimenti e subito dopo l’oscurità. Non facevo niente senza che la droga fosse presente. Poi è venuta la mancanza d’aria, la paura, le allucinazioni; poi di nuovo l’euforia.

Sai papà… Quando ho iniziato mi sembrava tutto ridicolo, molto piacevole e senza senso, persino Dio stesso mi sembrava ridicolo. Oggi in questo ospedale riconosco che Dio è l’essere più importante del mondo. So che senza il Suo aiuto adesso non starei scrivendo ciò che sto scrivendo.

Papà, credimi, la vita di un tossicodipendente è terribile, ci si sente lacerati dentro. È orribile ed ogni giovane lo deve sapere per non cadere nello stesso errore. Ormai non posso fare tre passi senza stancarmi. I medici dicono che guarirò, ma quando escono dalla stanza scuotono la testa.

Papà… Ho solo diciannove anni e so che non ho più speranze di vivere, è ormai tardi per me. Mio caro papà, ho un’ultima richiesta da farti: racconta a tutti i giovani che conosci la mia situazione e fa’ vedere loro questa lettera. Di’ loro che sulla porta di ogni scuola, in ogni classe, in ogni facoltà, in qualsiasi posto, c’è sempre un uomo vestito elegantemente, di facile dialogo, che vuole mostrare loro il futuro assassino, il distruttore della loro vita, che li porterà alla pazzia e alla morte come a me.

Per favore, fai così, mio caro papà, prima che sia troppo tardi anche per loro.
Perdonami mio caro papà… Io ho sofferto troppo… Perdonami per averti fatto soffrire con le mie pazzie.
Addio mio caro papà!”

Dopo aver scritto questa lettera, il giovane morì il 23 maggio del 1995 a San Paolo, in Brasile.



Tratto dal libro “Giovani del Terzo Millennio”, C.M.Buela, pags. 52-54

venerdì 2 novembre 2012


Halloween? No grazie, meglio un 

Rosario! (Parte II)


Ora la seconda parte si occuperà delle vittime della festa di Halloween, sulle conseguenze per i bambini, per i giovani e per gli adulti.

  
LE VITTIME

I bambini a cui, fino a pochi anni fa, anche nelle scuole pubbliche, venivano insegnate le preghiere dalle maestre (in questo periodo soprattutto “L’ eterno riposo”) ora vengono semplicemente inondati da idee malsane che li spingono ad avvicinarsi ad un mondo a cui ci si dovrebbe tenere il più lontani possibile a qualsiasi età. Il rischio è maggiore se si pensa che “festeggiare” questa “ricorrenza” significa per i bambini spostare la loro attenzione dalla realtà, dalla vita che invece sarà il loro vero campo di battaglia. Li avvicina al culto del macabro e li riempie di paure quando invece l’uomo è fatto per la LUCE e per la pace del cuore. Tutto ciò rende Halloween per niente educativo anzi, solo NEGATIVO.

I giovani sono le vittime a cui Halloween fa più male. La maggior parte di loro usa questo giorno solo come l’ennesima scusa per sballarsi. Gli imperativi di questi giorni (31/10-2/11) quindi diventano: ALCHOOL, DROGA, DISCO, SBALLO, SESSO. Se pure ci fosse qualcuno che volesse andare in chiesa per il primo Novembre o per il due, come farebbe se è tornato a casa alle 7 di mattina??
C’è poi una parte della popolazione giovane che non è dedita agli eccessi ma allo stesso modo rischia la Vita a causa di Halloween. Sono quella parte di giovani che non cercano lo sballo ma sono deboli o in una qualsiasi difficoltà, Halloween offrendogli i suoi lustrini (cartomanti, occulto ecc..), può inserirli in un giro di morte senza scampo.

In questo periodo infatti si sprecano maghi e tarocchi che promettono scorciatoie facili a chi ha qualche difficoltà. È infatti proprio in questo periodo che le sette fanno il boom di adepti soprattutto nei rave e nelle discoteche. In tutto ciò internet non aiuta. I ragazzi che navigano principalmente da soli, si trovano bombardati da annunci a tema; perfino i siti di cucina propinano ricette mono gusto (zucca) che inneggiano alla morte. Ragazzi non fatevi prendere in giro, le vostre teste non sono zucche vuote da intagliare con una smorfia di dolore, ribellatevi e pregate un rosario la sera del 31/10 per coloro che sono più sfortunati di voi e si sono fatti irretire dalle fauci di halloween.

I rischi per i genitori. Voi che ormai siete adulti, seppur rischiate, avete per così dire, una “soglia del dolore” più alta. Per voi è più difficile cadere nelle languide reti dell’occultismo, ma non impossibile. Ciò che rischiate di più è di sottovalutare il danno che halloween fa ai vostri figli e anche a voi. Vigilate suoi vostri figli, fategli capire il motivo del perché non è bene “festeggiare” halloween. Siate coraggiosi, date risposte di luce ai vostri figli così che, questa luce, risplenda sempre su di loro.

Che tutti i Santi del Cielo, insieme alla Madonna Santissima e a Gesù Cristo ci rendano apostoli e testimoni fedeli della bellezza di vivere nella luce del Vangelo e nella grazia di Dio.

Per chi volesse approfondire il tema riporto due link: