martedì 26 gennaio 2016

È peccato chiedere il divorzio civile?

Sono una donna sposata, con quattro figli, e sono stata abbandonata da mio marito da due anni e mezzo. Si é messo con un’altra donna. Tutti i beni sono intestati a mio marito e questi mi minaccia di portarmi via tutto ciò che abbiamo io e i miei figli, e in più di non lasciarmi niente per il sostentamento dei miei figli. Civilmente mi hanno detto che posso solo preservare i miei beni e fare pressione su di lui perché adempia i suoi obblighi esigendo da lui il divorzio civile. Ho consultato alcuni amici cattolici su questo e uno mi hanno detto che chiedere il divorzio o concederlo é peccato; altri mi hanno detto che non è così. Potete darmi dei chiarimenti su questo tema?
- risponde padre Miguel Angel Fuentes, IVE



Stimata Signora:
Innanzitutto, devo dirle che in quanto a ciò che lei dice “l’unico metodo civile per difendere i suoi beni e il patrimonio dei suoi figli” é il divorzio, non sono in condizioni di esprimermi. Dovrebbe essere un serio avvocato cattolico a consigliarla su questo. Inoltre questo varierebbe in base alle leggi vigenti in un paese o in un altro.

In quanto alla legittimità o all’illegittimità del divorzio civile, secondo la Maggiore parte dei moralisti classici, bisogna tenere conto di alcune cose:
  
1. Quando é moralmente peccato

Il divorzio civile è certamente immorale e illecito in tutti i casi in cui si chiede o si pronuncia su:

a)     un matrimonio valido (canonico o naturale);
b)     intendendo il divorzio come rottura del vincolo naturale o religioso;
c)  con intenzione di contrarre nuove nozze (in realtà quest’ultima condizione aggrava di più il peccato; però perché ci sia peccato bastano le due precedenti).

2.    Quando può essere tollerato

Il divorzio civile di un matrimonio valido può essere “tollerato” dalla parte innocente quando:

a)   è cosciente (e lo fa registrare, per evitare lo scandalo) che il divorzio civile non dissolve il vincolo naturale o sacramentale, e che, pertanto, continua ad essere legata al suo coniuge per tutta la vita;
b)  è cosciente che il divorzio civile interessa solo la sfera civile, vale a dire, l’autorità civile non li considera più come uniti in matrimonio privando uno del diritto di decidere sul bene dell’altro, sui figli, e attribuendo la paternità o maternità dei figli adulterini al coniuge innocente, eccetera.;
c)   non si realizza con l’intenzione di contrarre nuove nozze ma solamente per assicurare certi diritti legittimi;
d)  e non c’é altra via meno estrema per conseguire questo stesso fine (per esempio, quando non basta la mera separazione di “letto e tetto” temporale o anche definitiva).

A tale proposito, per esempio, dice il Catechismo: “Se il divorzio civile rappresenta l’unica maniera possibile di assicurare certi diritti legittimi, come la cura dei figli o la difesa del patrimonio, può essere tollerato senza costituire una mancanza morale”. È sottinteso che c’è vera “tolleranza” quando si compiono le condizioni sopra citate. Il Catechismo segnala anche che se uno dei coniugi è la parte innocente di un divorzio dettato in conformità con la legge civile, non pecca; e sembra chiarire che “essere la parte innocente” sarebbe costituita dallo sforzarsi con sincerità ad essere fedele al sacramento del matrimonio ed essere ingiustamente abbandonato[1].

P. Miguel Angel Fuentes, IVE
Traduzione: Alessandro Ferrara


Cf. Catecismo della Chiesa Cattolica  n. 2386


martedì 19 gennaio 2016

Perché confessarsi da un sacerdote? Un dialogo socratico 

I dialoghi socratici non sono fatti per coprire ogni aspetto della discussione né per rispondere ad ogni obiezione. Rappresentano piuttosto una introduzione divertente e intellettualmente stimolante alla dottrina cattolica. In questo dialogo Martin (il protestante) e Justin (il cattolico) discutono sul Sacramento della Confessione.



Martin: Che ne dici se parliamo della confessione?
Justin: Buona idea.
Martin: Ovviamente la mia domanda è: perché confessate i vostri peccati ad un uomo invece che a Dio?
Justin: Confesso i miei peccati ad entrambi.
Martin: Perché?
Justin: Perché credo che il Sacramento della Confessione, stabilito da Cristo, sia la via ordinaria attraverso la quale una persona può essere perdonata da peccati gravi dopo il battesimo.
Martin: Non credi che Dio sia abbastanza potente da perdonarti senza la mediazione di un sacerdote?
Justin: Certo
Martin: E allora perché confessi i tuoi peccati ad un prete?
Justin: Ehm…perché credo che il Sacramento della Confessione, stabilito da Cristo, sia la via ordinaria attraverso la quale una persona può essere perdonata da peccati gravi dopo il battesimo.
Martin: Sei serio?
Justin: Veramente non capisco quale sia il problema. Qual è esattamente la tua obiezione?
Martin: L’idea che un uomo peccatore possa perdonare i peccati di qualcuno è una bestemmia contro lo Spirito Santo!

Justin: Non vorrei sembrare un rompiscatole, ma a me sembra che il tuo argomento non sia contro di me, né contro la Chiesa Cattolica, ma contro Dio.
Martin: No. Sono abbastanza sicuro che sia contro di te e la tua chiesa eretica.
Justin: Martin, se nostro Signore ha voluto dare a uomini peccatori la capacità di perdonare i peccati, cosa avrebbe dovuto fare più che dire a uomini peccatori “a chiunque perdonerete i peccati saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non saranno perdonati”? Questa frase è del Vangelo di Giovanni, capitolo 20, versetto 23.
Martin: So da dove viene quella frase, ma l’hai fraintesa.
Justin: Davvero?
Martin: Certo! Gesù sta dicendo agli apostoli di andare ad annunciare il Vangelo! È il Vangelo, la buona notizia che “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv, 3:16). Accettare questa notizia significa avere i peccati perdonati. Rifiutarla significa essere “già condannati”(Gv, 3:18).
Justin: Trovo divertente, Martin, che tu spesso mi accusi di non prendere Gesù alla lettera e poi eccoti qui a dire che quando Gesù ha detto agli apostoli che avrebbero potuto perdonare e non perdonare i peccati, non voleva dire che potevano perdonare e non perdonare i peccati. Allora, di nuovo, non vorrei sembrare un rompiscatole, ma perché dovrei seguire te quando le parole di Nostro Signore ti contraddicono?

Martin: È assurdo. Non ti sto chiedendo di seguirmi. E sì, sei un po’ rompiscatole. Giusto un po’. Guarda, ti sto chiedendo di accettare l’autorità della parola di Dio, ma prima di farlo devi leggere le Scritture nel loro contesto.
Justin: Ok, allora perché non leggiamo questo verso nel suo contesto? Nostro Signore appare ai discepoli dopo la sua resurrezione; cominciamo dal versetto 21?
Martin: Dammi il tempo di trovarlo… eccolo qui. Certo, versetto 21, lo leggo io: “Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi»”.
Justin: Ok, fermati un attimo. Perché il Padre ha mandato il Figlio?
Martin: Nella seconda lettera di San  Paolo Apostolo ai Corinzi, 5:19, c’è scritto che lo ha mandato per riconciliare il mondo con se stesso.
Justin: Esattamente! Allora Gesù, che è stato mandato per riconciliare il mondo con il Padre, ora sta mandando gli apostoli a fare lo stesso.
Martin: Certo, proclamando il Vangelo.
Justin: Esatto! E questo Vangelo include il sacramento della Confessione, ma continua a leggere.
Martin: Mostrami un posto nella Bibbia in cui viene usata la parola “sacramento”!
Justin: E tu mostrami un posto nella Bibbia in cui è usata la parola “Bibbia”. Oppure la parola “Trinità”, o “Incarnazione”. Non troverai quelle parole ma questo non le rende illegittime. Continua a leggere.
Martin: “Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo;”
Justin: Ok. Allora qui sta accadendo qualcosa di importante, giusto? Solo un’altra volta Dio soffia su qualcuno nella Sacra Scrittura ed è quando ha dato ad Adamo il soffio della vita.
Martin: Sì, sta dando loro lo Spirito Santo.
Justin: uh-huh.
Martin: “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi"”.
Justin: Vedi, Martin, sono d’accordo con te. Solo Dio può perdonare i peccati. Il Catechismo lo riconosce al paragrafo 1441.
Martin: Sai che non andrò mai a consultarlo?
Justin: Oh smettila, certo che lo farai. Okay, qui, lo leggerò per te: “Dio solo perdona i peccati. Poiché Gesù è il Figlio di Dio, egli dice di se stesso: «Il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati» (Mc 2, 10) ed esercita questo potere divino: «Ti sono rimessi i tuoi peccati!»  (Mc 2,5)”. Ancor di più: in virtù della sua autorità divina dona tale potere agli uomini affinché lo esercitino nel suo nome” (CCC, 1441).
Martin: Stai poggiando un argomento intero su un solo versetto?
Justin: E anche se fosse? Questo unico verso non è forse Parola di Dio? Comunque, se vuoi, possiamo guardare anche altrove. Questo Sacramento è stato prefigurato nell’Antico Testamento. Dobbiamo solo dare un’occhiata all’inizio della Genesi in cui vediamo che Dio chiede ad Adamo, Eva e Caino “dove sei?” e “che hai fatto?”. Sta cercando di ottenere una confessione. Non perché non fosse a conoscenza di quanto avevano fatto, ma perché erano…
Martin: … sì, ma questo conferma quello che dico io, giusto? Dobbiamo confessarci direttamente con Dio. Da nessuna parte nell’Antico Testamento si vede Dio che dice agli uomini di confessare agli uomini.
Justin: No guarda, ti sbagli. Leggi il Levitico, capitolo 5; e Numeri, capitolo 5. In quel capitolo del libro del Levitico si legge che “Il sacerdote farà il rito espiatorio per lui davanti al Signore e gli sarà perdonato” il peccato, dopo averlo confessato pubblicamente. Vedi, Martin, hai impostato una falsa dicotomia. Tu dici che un uomo può confessare i suoi peccati a Dio oppure agli uomini. Quello che dico io è che la Bibbia insegna che Dio ha dato questo potere agli uomini! So che questo a te non piace. So che va contro tutto quello che ti è stato insegnato, ma è ciò che la Bibbia insegna.
Ti invito a meditare sul Vangelo di Matteo, capitolo 9. Lì vediamo che la folla ha glorificato Dio che aveva dato questa autorità – l’autorità di perdonare i peccati – agli uomini. Viene da Dio. Come disse san Paolo “Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione”(2 Cor 5, 18).
Martin: Quindi se sono cattolico e ho commesso qualche peccato che voi chiamate grave, o mortale, e il sacerdote non riesce ad arrivare da me in tempo per sentire la mia confessione, secondo voi andrò all’inferno.
Justin: Non necessariamente. Se un uomo è realmente pentito allora Dio lo perdonerà. Ricorda ciò che ho detto precedentemente, il sacramento della Confessione è la via ordinaria affinché ad una persona vengano perdonati i peccati gravi dopo il Battesimo. Siamo legati a questo Sacramento, ma Dio non lo è. Lascia che ti faccia una domanda. Se tua madre avesse il cancro, Dio potrebbe guarirla?
Martin: Certo!
Justin: Ok, ma questo vuol dire che non la porteresti da un medico?
Martin: No, la porterei da un medico.
Justin: Perché ordinariamente noi veniamo guariti attraverso la mediazione di un medico. Ma questo non vuol dire che Dio non possa guarirci direttamente. La stessa cosa vale per questo splendido Sacramento che Cristo ha stabilito. Nonostante lui sia in grado di perdonare i nostri peccati quando siamo realmente dispiaciuti, perfettamente contriti, questo non sostituisce la via ordinaria che Lui ha stabilito, tramite la quale abbiamo la certezza che i nostri peccati vengano perdonati.
Martin: Dove posso studiare meglio questo argomento?
Justin: Beh, puoi cominciare dal Catechismo che hai detto che non leggerai mai. Comincia dal paragrafo 1422.


da www.mattfradd.com