Le sfide del giovane di oggi
Virginia Coda Nunziante collabora con varie
associazioni di volontariato cattolico tra le quali l’Associazione Famiglia
Domani di cui è stata tra i soci fondatori nel 1988. Nel 2011 è diventata
portavoce della Marcia per la Vita. E’ Direttrice dell’Ufficio Accordi e
Relazioni Internazionali del Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 2004 e
collaboratrice della Cattedra di Storia della Chiesa e del Cristianesimo
all’Università Europea di Roma.
Presentiamo qui un suo articolo che incoraggia i giovani ad essere testimoni della speranza cristiana in un mondo secolarizzato.
“La vita pone tanti interrogativi, ma ve n'è
uno soprattutto a cui occorre dare risposta: che senso ha vivere e che cosa ci
attende oltre la morte?” Questa domanda che Giovanni Paolo II rivolgeva ad
un gruppo di giovani romani, è la domanda che dà significato all'intera
esistenza.
Ma
quanti giovani oggi se la pongono? Nella società d’un tempo, che era cristiana,
la famiglia, la scuola, e naturalmente la Chiesa, ricordavano continuamente ai
giovani che se Dio aveva fatto loro il dono immenso della vita, era per servirLo
su questa terra per poi goderLo nell’eternità.
Queste
verità, che sono l’ABC del cristiano, sono oggi molto spesso dimenticate e
comunque non insegnate. I giovani sono portati, dalla società che li circonda,
a vivere il presente come se fosse il tutto della vita e a concentrarsi
sull’effimero dimenticando l’essenziale. Ricevono tante nozioni, sono
bombardati da messaggi di qualsiasi genere, hanno tutto a portata di mano ma in
realtà, nella maggior parte dei casi, si abbandonano passivamente alla
quotidianità e si fanno sfuggire di mano la loro stessa vita.
“Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei
profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole
amore!”, così esortava Giovanni Paolo II.
La società di oggi è invece una società profondamente sofferente e triste
perché sono state voltate le spalle a Cristo, fonte di ogni vera gioia. Del
trinomio che sorreggeva la società, Dio, patria, famiglia, la rivoluzione del
’68 ha cercato di fare tabula rasa espellendo definitivamente l’idea di Dio e
infierendo un colpo mortale alle due istituzioni, la famiglia e lo stato, che
Pio XII considerava le “colonne della società”. Senza questi punti di
riferimento, l’uomo di oggi, ma soprattutto il giovane, è abbandonato a sé
stesso e rischia di perdere la propria identità. La negazione del concetto di
identità parte dalla disintegrazione del soggetto umano, di cui si nega, con
l’anima, l’unità e la coerenza interiore.
Ciononostante
questi valori, Dio, patria, famiglia, che sembravano ormai svaniti nel tempo,
fanno nuovamente breccia nella profonda crisi morale e spirituale che scuote
dalle fondamenta la nostra società. Ed è naturale che essi riemergono perché
l’uomo, fatto di anima e di corpo, ha bisogno di grandi ideali e di adoperarsi
per essi affinché diventino sempre di più una realtà. I beni materiali, per
quanto necessari, non potranno mai soddisfare pienamente l’animo umano e questo
i giovani lo intuiscono. La loro coscienza individuale, che si cerca in tutti i
modi di anestetizzare, è alla ricerca di beni imperituri: di vero amore, di
profonda amicizia, e principalmente della Verità. Ma per giungere a questo
bisogna lottare, bisogna sforzarsi e questo è il punto più difficile per il
giovane di oggi. Abituato com’è a ricevere tutto senza sforzi, l’idea di dover
combattere lo frena nel suo slancio. E’ più facile arrendersi alla pigrizia e
al conformismo dilagante.
Il
giovane di oggi è dunque messo davanti ad un bivio: accettare ciò che gli
impone la società di oggi che lo rende schiavo dei suoi disvalori, oppure
lottare e combattere per migliorare la società e ristabilire i diritti di Dio
su di essa. E’ la lotta tra le due Città di S. Agostino che si affronteranno
sempre fino alla fine del mondo, è la lotta tra il bene e il male che percorre
tutta la storia. Sta a noi, ad ognuno di noi, decidere da quale parte stare:
l’unica cosa certa è che non possiamo non decidere perché chi cerca la via
mediana, il compromesso, sarà prima o poi travolto, perché la storia la fanno
le minoranze convinte e combattive.
I primi
segnali di questa reazione si vedono: basta osservare quanti giovani
partecipano alle Marce per la Vita che ormai si fanno in tutto il mondo per
porre fine alle inique leggi sull’aborto. Con lo stesso slancio e fervore si
dovrebbero difendere le nostre famiglie, le nostre tradizioni culturali e
religiose, in una parola, tutto ciò che chiamiamo Civiltà cristiana. E’ per
questa civiltà che ci battiamo certi che con l’aiuto della Madonna riporteremo
la vittoria e diventeremo santi.
“Non
abbiate paura
di aspirare alla santità!
– esortava nuovamente Giovanni Paolo II i giovani. – Fate un’era di uomini santi!”
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