Dio e gli scienziati
Molte volte si sente dire che l’uomo
moderno non ha più bisogno di Dio perché la fede è stata superata dalla
scienza. Sebbene nei nostri giorni ci siano scienziati che dicono di non
credere in Dio, tuttavia ce ne sono molti altri, che si contano tra i più
prestigiosi nel mondo della scienza, che hanno creduto in Dio non solo
attraverso la loro fede (alcuni sono stati cristiani, altri no) ma anche per la
loro scienza.
Per
capire la falsità di questa falsa opposizione tra scienza e fede, vediamo che cosa
dicono su Dio alcuni degli studiosi più rinomati nel mondo della scienza:

Galileo
Galilei, astronomo e fisico italiano (1564-1642) che molti
scienziati, anche atei, considerano come uno dei simboli dell’ “uomo di
scienza”, morì professando la sua fede in Dio e nella Chiesa cattolica,
apostolica e romana.
Keplero,
astronomo tedesco (1571-1630), che formulò le leggi che portano il suo nome,
nonostante abbia trascorso una vita molto tribolata, scrive: “Ora ho terminato
l’opera della mia professione, avendo
impiegato
tutte le forze del talento che tu mi hai dato; ho manifestato la gloria delle
tue opere agli uomini che leggono queste dimostrazioni, perlomeno nella misura
in cui la stranezza della mia intelligenza è riuscita a captare la sua
infinità; il mio spirito è stato attento a filosofare correttamente”.
Isaac
Newton, fisico, astronomo e matematico inglese (1642-1727),
considerato da molti scienziati come il più grande di tutti i tempi in quanto a
intelligenza e ingegno, non ebbe riserbo nel lasciar scritto: “L’ordine
ammirabile del sole, dei pianeti e delle comete deve essere l’opera di un
Essere Onnipotente e intelligente...”
Il
medico e naturalista svedese Karl von Linneo (1707-1778), considerato il
fondatore della Botanica ed uno dei più grandi botanici di tutti i tempi: “Ho
inseguito le orme di Dio nelle creature e, in tutte, anche nelle più infime e
più vicine, quale potere, sapienza, che insondabili perfezioni ho trovato!”
Il
fisico italiano Alessandro Volta (1745-1827), inventore dell’elettrometro
condensatore e della pila che porta il suo nome, testimoniò: “Ho studiato e
riflettuto molto. Ormai vedo Dio in tutto...”.
Il
ceco Gregor Johann Mendel (1822-1869) fu frate agostiniano, padre della
genetica e di gran parte della biologia attuale, con la sua vita religiosa
senza molte parole praticò la propria fede cristiana senza contraddizioni con
la sua scienza.
L’ingegnere
tedesco, successivamente nazionalizzato americano, Wemher von Braum
(nato nel 1912), autore della collocazione in orbita del primo satellite
statunitense Explorer I, che lavorò come dirigente nella NASA, nei progetti del
missile Saturno e nel progetto Apollo (missile pilotato sulla Luna), possedette
un profondo senso religioso: “I materialisti del XIX secolo e i loro eredi, i marxisti
del XX secolo, ci dicono che la crescente conoscenza scientifica ci permette di
sminuire la fede in un Creatore…. Quanto più comprendiamo la complessità della
struttura atomica, la natura della vita o il cammino delle galassia, tanto più
troviamo nuove ragioni per meravigliarci davanti agli splendori della creazione
divina...”
Il
medico francese Aléxis Carrel (1873-1944), ateo convertito a Lourdes
davanti alla vista di un miracolo, diceva: “non trovo nella verità della Chiesa
nessuna opposizione reale con i dati sicuri della scienza”. “Io non sono né un
filosofo né un teologo; parlo e scrivo soltanto come uomo di scienza”.
Il
neurobiologo John Eccles, direttore del dipartimento di Biochimica
dell’Università di Cambridge, parlando del materialismo di molti scienziati,
diceva: “Credo che il materialismo ipotetico sia addirittura la credenza più
diffusa tra gli scienziati. … Questo non è altro che un tipo di fede
religiosa; o meglio, è una superstizione che non è fondata su evidenze degne
di considerazione.”
Indubbiamente,
non si può dire che la scienza abbia problemi con Dio; sono alcuni scienziati
ad averne ... e non per la loro scienza.
Tratto dal libro di P.Miguel Angel Fuentes Le Verità rubate
Bibliografia
per ampliare e approfondire
-
Reinhard Löw, Le nuove prove che Dio esiste, Piemme, Casale Monferrato
1996
-
Cornelio Fabro, Le prove dell’esistenza di Dio, Ed. La Scuola, Brescia
1990
Dio esiste e a dirlo è la fisica. L’informazione che ha creato non poco scalpore all’interno della comunità scientifica è stata affermata da Michio Kaku, uno dei fisici più rispettati, noto per essere tra i creatori e gli sviluppatori della rivoluzionaria “teorie delle stringhe”.
RispondiEliminaSecondo Kaku esisterebbe una forza capace di “governare tutto” e lui ne avrebbe trovato la prova grazie ad una teoria che ne potrebbe comprovare l’esistenza. Per elaborare la sua teoria, lo scienziato si è avvalso di una nuova tecnologia creata nel 2005, un “semi-radio primitivo di tachioni”.
Ma cosa sono? Particelle teoriche in grado di far “decollare” la materia, lasciando che questa sia libera da tutte le influenze dell’universo. Anche se la tecnologia per raggiungere le vere particelle di tachioni è ben lontana dall’essere una realtà, il semi- radio possiede alcune proprietà di queste particelle teoriche, capaci di creare l’effetto del reale tachyon in una scala subatomica.
Per la prima volta nella storia, analizzando il comportamento della materia a scala subatomica e colpita dalle primitive tachioni semi- radio, un piccolo punto nello spazio, ormai totalmente libero da ogni influenza dell’universo, fa percepire il caos assoluto in una forma del tutto inedita.
La realtà in cui il genere umano è immerso sarebbe di conseguenza una sorta di “Matrix”.
“Sono arrivato alla conclusione che ci troviamo in un mondo fatto di regole create da un’intelligenza, non molto diverso del suo videogioco preferito, ovviamente, più complesso e impensabile. Credetemi, tutto quello che fino a oggi abbiamo chiamato caso, non avrà alcun significato. Per me è chiaro che siamo in un piano governato da regole create e non determinate dalle possibilità universali, Dio è un gran matematico” ha dichiarato lo scienziato.