giovedì 11 aprile 2013


La Risurrezione di Gesù
(Parte III)


1.      Fondamenti della fede cristiana nella risurrezione 

La fede della comunità primitiva ha visto nella risurrezione del Signore un fatto reale, localmente e cronologicamente determinato, esattamente come la sua morte: Atti 10,40 ss.; 1,22; 3,15; 5,32; 13,31. Ma questo fatto che dev’essere spiegato. Come giunsero gli Apostoli, Paolo e i primi cristiani ad ammettere che Cristo era risuscitato da morte? Come fondarono la loro fiducia e giungono a sacrificare la propria vita per essa con gioia? Le primitive relazioni indicano come fondamento due fatti complementari: il sepolcro vuoto, e le apparizioni del risorto con il suo corpo.


a)      Il sepolcro vuoto.

Giuseppe di Arimatea aveva ottenuto da Pilato la consegna del cadavere e lo aveva deposto nel sepolcro nuovo che si era fatto scavare nella roccia (Mt 27,60). Il corpo era stato seppellito in un sepolcro ben determinato, non nella fossa comune dei malfattori. Questo sepolcro fu trovato vuoto il mattino di Pasqua con la Sindone “sgonfiata”. Quando le donne si recarono al sepolcro constatarono con spavento e stupore che la pietra era stata ribaltata ed il cadavere di Gesù non si trovava più nel sepolcro. Notizia accolta dai discepoli con scetticismo ed incredulità. Pietro e Giovanni dovettero convincersi della esattezza della notizia. Pietro, a Pentecoste, testimonia il sepolcro vuoto, quando applica a Cristo il Sal 16,8.11, secondo cui il Signore non doveva vedere la corruzione (Atti 2,31).
            Paolo, sebbene non parla direttamente del sepolcro vuoto, dice che Gesù è stato sepolto ed è risuscitato dal sepolcro (1Cor 15,4; Atti 13,29-30), paragona anche il battesimo con la sepoltura e la risurrezione del Signore (Rm 6,4; Ef 5,14; Col 2,12), quindi è al corrente del sepolcro vuoto.
           
           La constatazione che il sepolcro era vuoto ha provocato costernazione e perplessità. Neppure il messaggio dell’angelo fu sufficiente per convincerli (Mc 16,5). Soltanto quando il risorto si presentò loro in figura visibile compressero perché il sepolcro era vuoto e si radicò in essi la fede nella risurrezione. Che Gesù sia risorto a nuova vita con il corpo trasfigurato non fu una conclusione tratta dal cristianesimo primitivo, ma un fatto constatato direttamente attraverso alle apparizioni del risorto.



b)      Le apparizioni del risorto.

San Paolo ricorda 6 apparizioni, Matteo 2, Luca 4, Giovanni 4. Tutte le relazioni intendono raccontare un fatto storico e vogliono essere interpretate dell’apparizione reale, fisica del Signore. Gli Apostoli si sentono come testimoni responsabili della risurrezione, perché hanno visto il Signore, lo hanno toccato, hanno mangiato con Lui (cfr. Atti 10,40-41; Lc 24,38; Atti 1,4; Gv 21,12). Non hanno avuto visioni soggettive bensì incontri reali con il risorto.
       
       Obiezione: gli apostoli si sono ingannati nel ritenere come realtà oggettiva esperienze soggettive. Risposta: Gli apostoli era gente del popolo, sana, che lavorando all’aria libera e sul lago non erano inclini ad allucinazioni soggettive. Costituivano un gruppo eterogeneo di persone diversamente dotate, soggetti non facili all’influsso della psicologia di massa. Inoltre le apparizioni che ci vengono raccontate non rivelano un carattere di visioni soggettive. Da tutti i racconti risulta che gli apostoli non sono stati immediatamente convinti della presenza del risorto. Essi in un primo tempo credono di vedere qualcos’altro, e solo lentamente dopo aver superato i loro dubbi per il controllo diretto, si convincono della presenza corporea del Signore. Maria Maddalena crede di essere dinanzi l’ortolano (Gv 20,15-16); gli occhi dei discepoli di Emmaus non lo riconobbero (Lc 24,16). Quando Gesù appare agli Undici la sera di Pasqua, alcuni credono di vedere uno spettro e si convinsero della sua realtà corporea soltanto dopo averlo toccato e visto mangiare (Lc 24,38). I discepoli sul lago non lo riconoscono, solo dopo fatta la pesca miracolosa (Gv 21,4). Gli apostoli si piegano davanti ai fatti solo lentamente.

            Precisamente questo ritegno critico esclude l’origine puramente soggettivo della loro fede nella risurrezione. Quando si tratta di esperienze soggettive, l’uomo viene da prima afferrato e rapito dalla forza della propria eccitazione interna. Poco a poco privale la riflessione critica e la riserva dubbioso. I racconti delle apparizioni del Signore rispecchiano un processo inverso: da prima gli apostoli hanno considerato le apparizioni come immaginazioni e non hanno osato credervi. Solo dopo l’esame e l’indagine si convincono.


c)      Il breve spazio delle apparizioni.

Gli Atti parlano di 40 giorni, Paolo di una serie di giorni (Atti 13,31). Le apparizioni sono cessate improvvisamente, proprio quando la fede nella risurrezione era consolidata, e da Pentecoste escono in pubblico. Questo processo mostra che non è stata la fede nella risurrezione a generare le visioni soggettive, ma sono le apparizioni oggettive del Signore a creare la fede nella risurrezione.

            I sostenitori dell’evoluzione cercano di spiegare tutto mediante l’entusiasmo nella risurrezione della giovani comunità. Ma non spiegano come si sia potuto giungere a questo entusiasmo della risurrezione.
            La fede nella risurrezione esiste già un paio di anni dopo la morte del Signore come dimostra la conversione di Paolo. La convinzione della risurrezione al terzo giorno dopo la morte era sorta solo da esperienze immediate. Non c’è spazio di tempo per uno sviluppo lento e progressivo della fede nella risurrezione. Le visioni soggettive suppongo l’entusiasmo pasquale e la fede. E la fede e l’entusiasmo non si può comprendere senza visione oggettive...
            La fede nella risurrezione non ha potuto sorgere dall’intimo dei discepoli, perché vi è mancato ogni punto di appoggio. Gli apostoli non erano occupati di questo pensiero. Non avevano presso in considerazione la morte del Signore. Non avevano presso sul serio le predizioni della passione, non comprendevano (cfr. Gv 2,22; 12,16; 20,9; Lc 24,25-27). Essi non furono preparati dalle parole del Signore alla sua risurrezione ma alla inversa: le apparizioni del risorto offrono loro la chiave per comprendere molte azioni e parole del Signore. In modo particolare la nuova figura del Messia, non poteva essere creata dagli apostoli. Solo alla luce della risurrezione si rischiarano le ultime false idee del regno di Dio e della missione del Messia.
           


* * * * *

            Gesù il Cristo vive ed opera, e passa attraverso i secoli con la sua pretesa e con la sua benedizione. Sopravive nella Chiesa, nell’amore dei milioni di uomini che a Lui aderiscono. E non manca la testimonianza che rimane sempre la più verace: la testimonianza dell’odio di tutti le forze ostili a Dio: Egli è la pietra rigettata dai costruttori, che è diventata la pietra angolare. In nessun altro c’è salute (Atti 4,11-12).

1 commento:

  1. https://www.youtube.com/watch?v=1S_htcLcdac
    ECCOVELA QUI LA VERITA', ALTRO CHE BALLE TEOLOGICHE!!!!
    NEANCHE LE GALLINE CREDONO Più ALLE VOSTRE SCEMENZE RELIGIOSE!!!

    RispondiElimina