Anche dal male peggiore Dio
tira fuori meraviglie
(Parte I)
Elena
ci invia questa interessante testimonianza di un ragazzo americano, Berckeley, che rispecchia come Dio scrive diritto anche sulle righe storte
dell’uomo. Grazie Elena!
Qualche
settimana fa nella chiesetta della mia università ha concelebrato la messa un
sacerdote del tutto particolare. Venuto il momento dell’omelia ha iniziato a
parlare e, di sicuro il suo accento non era italiano.
Con
uno stile tutto festoso e divertente ci ha detto: “Ragazzi mi dispiace per voi,
oggi mi hanno chiesto di raccontarvi una storia a cui ho assistito in prima
persona! È la storia di un ragazzo di Berckley, California. Ma voi sapete di
cosa è la patria Berckley? Berckley è stata la culla della rivoluzione sessuale
del ’68 e di tutti i movimenti e le filosofie hippie che da quella sono nate!
Questo ragazzo era nato proprio lì quegli anni di grandi illusioni! Suo
padre era un sindacalista, ma non di quelli estremi … si perché a
fare l’estremista ci pensava suo zio che era il capo dell’unico partito
comunista di tutti gli Stati Uniti. Sua madre era ebrea ma sin dalla sua
giovinezza ha aderito alle filosofie buddiste e spiritualiste dei
grandi santoni che in quegli anni (ma ancora oggi) spopolano tra gli
intellettuali. Questi propinavano lo scardinamento di tutti i valori
fondamentali dell’uomo sotto lo scudo di false idee di “amore”,
“pace” e libertà. Infatti sin da subito queste parole si rivelarono per quello
che veramente erano: trasgressione. Si … insomma avete capito bene... sesso,
droga e rock & roll! La madre di quel ragazzo alla fine è
diventata perfino una delle ideatrici e fondatrici della filosofia New Age che
tanto male sta facendo al mondo.
Questo
ragazzo quindi era stato tirato su in un ambiente che lui reputava
intellettualmente effervescente e pieno di stimoli. Era stato cresciuto per
essere un’avanguardia, una lama affilata destinata a rompere i vecchi equilibri
dei benpensanti; era stato abituato a credersi e a voler essere sempre
più avanti degli altri. Dal canto suo, lui sapeva che avrebbe dovuto cambiare
il mondo, ma non come lo pensa la media dei giovani, lo voleva con tutto sé
stesso e più di ogni altra cosa. Ne era certo, avrebbe calpestato tutta
l’ipocrisia che lo circondava e l’avrebbe fatto con l’arma che gli era più
congeniale, la filosofia. Con l’oratoria poteva tutto e aveva come una
sensazione di onnipotenza e dominio. Si era prefisso la missione di dimostrare
che la Chiesa Cattolica era l’unico vero male della nostra società. All’esterno
era un leone ma troppo spesso sentiva un’insostenibile sensazione: si sentiva
inutile, impotente. Meglio non darci troppo peso pensava, sarebbe passato prima
o poi.
Certe
volte però questo sentimento era talmente forte da spezzarlo in due,
era quasi depressione. Il mondo, la condizione umana e tutto il mondo erano
insostenibili. Niente aveva senso perché era lui stesso che doveva dare senso
alle cose che lo circondavano. Il senso però il più delle volte non lo trovava.
Allora studiava di più, sperimentava tutto ma niente. Si convinse che l’unica
cosa doveva essere rassegnarsi a conviverci.
Da
buon nipote del capo del partito comunista prese la sua prima laurea in
Filosofia Sociale e poi, visti i suoi buoni voti ebbe la possibilità
di ottenere una borsa di studio per un’altra laurea. Si sa, in America le
università costano tantissimo, tanto valeva approfittarne. Il fatto che si
trattasse di una università cattolica non faceva altro che rendere
il tutto ancora più affascinante, eccitante. Avrebbe dimostrato “a casa” dei
“nemici” che non esisteva Dio e che la loro religione era solo una lunga serie
di fantasie. Così si ritrovò in mezzo a dei professoroni cattolici
seri, sapete di quelli tutti d’un pezzo, un incubo insomma. Non poteva
sopportare la serenità con la quale questi dichiaravano di possedere la Verità
e gli sembrava impossibile che persone così acculturate potessero credere
ancora a certe storie. “Che stupidi” pensava, “sembrano usciti dalle caverne!”.
Questo
fu il suo primo contatto col cristianesimo e la prima cosa che pensò fu: “Farò
crollare questa università dall’interno. Uno per uno distruggerò loro e la loro
fede”. Infatti mise da subito in atto quel piano. In quegli anni provò tutto
quanto era in suo potere, (anche con i mezzi più subdoli e riprovevoli), per
rovinare quelle persone e per uccidere la loro Fede.
Successe
qualcosa però: ad ogni mezzo balordo che utilizzava, ad ogni offesa che
infliggeva, riceveva in cambio solo del bene. Si lo sapeva i cristiani hanno quella
cosa dell’altra guancia, ma questo era diverso da quello che pensava lui. Lui
riceveva del BENE SINCERO da quelle persone. Impossibile direte … Se non ci
credete vi dico anche che ad un certo punto, la famiglia di quel ragazzo non
ebbe più i soldi per pagare la retta, (la sua famiglia infatti era molto
povera) e il rettore dell’università fece di tutto per continuare a farlo
studiare lì e per averlo così tanto aiutato fu anche licenziato.
Qualcosa
non tornava e sconcertava quel ragazzo. Come era possibile tutto questo?...
Elena
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