Anche dal male peggiore Dio
tira fuori meraviglie
(Parte II)
...Dopo essersi laureato incominciò un’avventura: andò prima in
Marocco e poi in Arabia Saudita come insegnante di Inglese. Sapete pagavano
davvero bene lì. Poteva avere tutto quello che desiderava. Furono 4 anni. In
questo periodo però incominciò a fare qualcosa che non avevo mai fatto. Parlò
con Dio.
Fino a quel giorno infatti, aveva parlato molto di Lui e
anche combattuto contro di Lui ma mai
aveva parlato CON LUI. Così cominciò a pregare. Conobbe più da vicino Dio e ne
rimase affascinato. Era una persona nuova. Doveva tornare a casa sua, doveva
ancora essere una lama affilata. Aveva solo cambiato schieramento. Ora quello
che più gli premeva era convincere tutta quella massa di inetti che andavano
dietro a tutte quelle false filosofie a Berckley che c’era un’unica Verità. Il
nostro protagonista non poteva starsene a guardare proprio ora che aveva
trovato un nuovo ideale da imporre agli altri. Un mezzo, come lo era stato
prima il suo ateismo sfrenato, per imporre SE STESSO. NON AVEVA ANCORA CAPITO
NIENTE, il nostro amico.
Un giorno era tutto intento a trovare gli argomenti
filosoficamente più forti per difendere la sua nuova fede e imporla sugli altri
quando comprese che c’era qualcosa in più che gli sfuggiva. Aveva capito che nei
suoi ragionamenti mancava la vera essenza della fede. Era qualcosa che lui
proprio non riusciva a capire. E realmente mancava perché lui una fede vera non
ce l’aveva ancora.
Pensò che sicuramente qualcuno di più informato di lui, però
avrebbe potuto spiegargli questo qualcosa che gli mancava da capire. Il momento
giusto arrivò in occasione di un incontro di giovani cattolici in cui doveva
essere ospite il famoso Don Giussani (il fondatore di Comunione e Liberazione).
Doveva parlarci, lui avrebbe di sicuro risolto ogni suo dubbio e reso il suo
ragionamento perfetto. Sicuro di sé andò lì da lui e gli disse di spiegargli
questo qualcosa in più nella fede cattolica.
Come il ragazzo ebbe finito di chiedere questa cosa Don
Giussani lo fissò e disse: “Con te non
sprecherò neanche un minuto!”. Subito
dopo si girò e se ne andò lasciandolo lì in mezzo alla gente. Quel giovane
rimase senza parole ma in un attimo capì tutto. Tutta la sua fede fino a quel
momento era stata solo bramosia di primeggiare; ancora una volta era idolatria
di sé. Era stato solo volersi imporre sugli altri. Era fare esattamente quello
che faceva prima di convertirsi, ma questa volta usando Dio.
Da quel momento la sua vita cambiò radicalmente. Non ci
credete? Beh ora è qui che vi parla da questo altare. In quel momento capii che la vita è dare gloria a Dio e non
a sé. Che la Fede Vera è: capire di essere un niente nelle mani di Qualcuno che
ama questo nulla come se esistesse solo lui al mondo. Noi non abbiamo niente,
ma Lui ci da tutto. Lui ci sceglie e noi dobbiamo solo essere riconoscenti,
ringraziare. Quello più che mi mancava di capire nei miei ragionamenti
filosofici era questo. DIO È AMORE e chi mai ha un amore più grande del Suo!?!
(libero adattamento da un’omelia)
Elena
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