mercoledì 30 dicembre 2015

Impiegata della Planned Parenthood si licenzia dopo aver assistito ad un aborto





Nel Novembre 2014 una donna, che si è fatta chiamare Hope, ha raccontato di essere stata testimone di un aborto per dilatazione ed espulsione alla Planned Parenthood. Lavorava come interprete nel linguaggio dei segni e fu assunta dalla Planned Parenthood per comunicare con pazienti sordi.

All’inizio traduceva solo per pazienti che facevano gli ultrasuoni, ma più tardi le fu chiesto di fare da interprete ad una donna che avrebbe avuto un aborto.
La procedura descritta da Hope sembra quella di un aborto per dilatazione ed espulsione. La figura a fianco mostra questa operazione. Si può vedere che la procedura assomiglia a quella descritta da Hope. Il medico abortista raggiunge con il forcipe e fa a pezzi il bambino, dagli arti al busto.

Ciò che Hope vide la indusse a dare subito le dimissioni. Ecco le sue parole:
«Alle 10.30 in punto, siamo entrati nella sala operatoria. Lì il mio stomaco ha cominciato ad agitarsi. Precedentemente quando leggevo “procedura medica”, era sempre riferito agli ultrasuoni. Ma questa volta era diverso: eravamo in sala operatoria. Le luci erano troppo forti per la dimensione della stanza. C’erano oggetti di metallo dall’aspetto freddo sul tavolo. Era un aborto.

Cercai di restare calma. Stavo facendo l’interprete ma, quando è cominciato l’assassinio, non ci sono più riuscita. Guardavo il dottore mentre tirava fuori questa vita, arto per arto. Non potevo essere d’aiuto se non per le lacrime che cominciavano a venire fuori. Ciò che pensavo fosse soltanto un grumo di sangue coagulato, erano invece parti del corpo. Braccia, un busto, gambe e una testa. Mi sentivo soffocare. Appena finito, sono scappata fuori dalla sala. Sono crollata nel corridoio e ho pianto senza controllo. Non avevo mai pianto in quel modo. Un agente della sicurezza si è affrettato a portarmi nel suo ufficio. Ora capisco che probabilmente lo ha fatto non per consolarmi, ma perché stavo spaventando le pazienti.

Mi sono licenziata quello stesso pomeriggio. Sono entrata nell’ufficio del direttore e ho firmato le dimissioni. “Aborto” non era una parola sufficientemente forte per quello che avevo visto. Neanche “assassinio” era una buona parola. Per me l’assassinio implica che la persona possa essere in grado di difendersi e combattere. No: era una carneficina.

Non credo che mi riprenderò mai totalmente da quello che ho visto quel giorno.»
Ecco Planned Parenthood come descrive un aborto per dilatazione ed espulsione sul suo sito:

  • Il tuo fornitore di assistenza sanitaria ti esaminerà e controllerà il tuo utero. Riceverai dei medicinali per il dolore. Ti potrebbe venire proposta la sedazione o medicazione per endovena per metterti maggiormente a tuo agio…
  • Gli strumenti medici e la macchina ispiratrice svuoteranno delicatamente il tuo utero
  • Un aborto per dilatazione ed espulsione dura tra i 10 e i 20 minuti.


Secondo Planned Parenthood, Hope avrebbe visto un utero mentre veniva delicatamente svuotato da strumenti medici: non un bambino che veniva fatto a pezzi e smembrato.

Ricordate che la descrizione sul sito  della Planned Parenthood è fatta per educare i sostenitori pro-choice della Planned Parenthood oltre che per informare delle possibili pazienti. Forse Planned Parenthood sa che se fossero onesti su quello che succede in un aborto tardivo, molte persone resterebbero tanto inorridite che abbandonerebbero l’attivismo pro-choice o addirittura diventerebbero pro-life. E le donne incinte, ovviamente, potrebbero pensarci due volte prima di abortire.
Ancora una volta, la realtà di quello che succede nella Planned Parenthood è di gran lunga diversa da quella che loro presentano al pubblico.

da www.liveactionews.com

martedì 29 dicembre 2015

Il fascino della purezza: testimonianza di Sara e Luca


Come è strano testimoniare di nuovo nel giro di così pochi giorni!!! Ciao a tutti, siamo Luca e Sara, due ragazzi di 18 e 20 anni, fidanzati dal 19 marzo e che hanno scelto di testimoniare agli adolescenti la loro esperienza di castità. Tutto è cominciato quest'estate. 

Durante le Giornate di Formazione Cattolica a Tuscania con le Voci del Verbo abbiamo approfondito meglio i contenuti e le ragioni della nostra fede e abbiamo vissuto splendidi momenti di convivialità con tutti i presenti. Dopo ci siamo sentiti chiamati da Gesù a "salire con Lui sul Tabor" per contemplarlo in tutto il Suo splendore: abbiamo deciso di fare gli Esercizi Spirituali, separati, ma insieme come non mai perché uniti dall'Amore. Siamo approdati alle Giornate in un periodo particolare: dopo essere passati i primi mesi di fidanzamento in cui tutto sembrava rose e fiori ci stavamo scontrando l'uno con i difetti dell'altro e cominciavamo a sentire la fatica di stare insieme. Abbiamo affrontato gli Esercizi presentandoci così come siamo, con i nostri difetti e i nostri problemi, ci siamo messi a nudo difronte al Signore e Lui ci ha rivestiti della Sua grazia, ha aperto i nostri cuori e li ha riempiti di doni. Il primo dono lo abbiamo scoperto qualche giorno dopo la fine degli Esercizi: eravamo molto più uniti e avevamo capito quanto fosse importante uscire fuori da noi stessi per scoprire ed amare l'altro così com'è. Possiamo dire che dopo la fase dell'innamoramento stavamo fondando le prime basi dell'amore. 

Jason e Crystalina Evert da 15 anni fanno
incontri sulla castità nelle scuole degli USA









Finiti gli Esercizi eravamo così pieni di gioia che volevamo assolutamente tramettere agli altri la bellezza che avevamo visto e la felicità di cui eravamo invasi. Abbiamo cominciato a parlare di quale strada seguire per portare la Sua testimonianza, ma in realtà il Signore aveva già messo un seme in noi, che è cresciuto a dismisura. Infatti durante le Giornate eravamo rimasti molto affascinati dalla testimonianza di Stefano, un ragazzo che aveva parlato a noi della castità e lo stesso faceva nelle scuole del suo paese. Il fascino di questo apostolato era enorme per noi, ma ne avevamo paura e non ci sentivamo all'altezza. Ma il Signore ci chiamava proprio a fare questo e non più rispondere "no"! Ricordiamo bene l'ultima conferenza di p. Andrés alle giornate: diceva a tutti i ragazzi di testimoniare, di scomodarsi, di mettersi in gioco, di cominciare subito perché il Signore ti chiede di agire esattamente in quel momento, non domani, non tra giorni, mesi o anni!
Sappiamo bene che, umanamente parlando, essere casti è un vero e proprio sacrificio al giorno d'oggi, ma cosa non si farebbe per amore? Amiamo questa virtù e sappiamo che tanti giovani hanno bisogno di riscoprirla. Inizialmente non sapevamo bene come fare, ma ci siamo fidati della chiamata del Signore e abbiamo cominciato a chiedere la disponibilità di alcune scuole al nostro progetto. Dopo aver ricevuto un "vi faremo sapere" ecco finalmente un invito a testimoniare. Non sappiamo descrivere la gioia di quel momento, emozione mista a gioia ci hanno travolto! Subito iniziamo a mettere su carta ciò che vorremmo dire, ma tutta l'emozione lascia il posto ad ansia e preoccupazione: non sapevamo cosa scrivere, ci sentivamo ancora una volta inadeguati. Ancora una volta abbiamo chiesto aiuto al Signore e a Maria e pregando abbiamo capito come la testimonianza era la nostra stessa vita, il nostro passato e il nostro presente. Scrivere la nostra testimonianza ci ha resi ancora più consapevoli della ricchezza di questa virtù e ci ha aiutati a parlare nell'intimità, condividendo difficoltà e ferite del passato.
 Il momento della prima testimonianza si avvicina sempre più, cresce l'emozione e anche la consapevolezza che senza l'aiuto di Dio non saremmo riusciti a fare nessun passo avanti nella nostra storia. Il sostegno, l'entusiasmo la preghiera delle Voci del Verbo e dei sacerdoti e suore del Verbo Incarnato sono stati veramente fondamentali, ci siamo sentiti avvolti da un abbraccio incoraggiante di persone che in modo più o meno approfondito, ma che sono stati come fratelli e ci hanno fatto sentire incoraggiati, amati e comunità insieme a loro. Nei giorni prima della testimonianza le nostre preghiere sono diventate incessanti... speravamo che la nostra testimonianza portasse frutto nei cuori di chi ci ascoltava e soprattutto... portasse loro Gesù stesso! Arriva il momento tanto atteso, il 17 novembre. Dopo aver offerto una Messa per la testimonianza ci siamo diretti nella scuola dove avremmo fatto la nostra prima testimonianza sulla castità. L'ambiente, i docenti e gli alunni sono stati molto accoglienti e l'ansia che avevamo prima è svanita e subito ci siamo sentiti a nostro agio, abbiamo sentito che non eravamo soli, ma affidati a Gesù e Maria.

Ancora ci domandiamo perché il Signore abbia messo proprio nei nostri cuori questo desiderio di testimoniarLo, perchè si sia voluto servire proprio di noi. Una cosa è certa: non siamo stati tanto noi a metterci al Suo servizio quanto Lui a mettersi al nostro. Pensavamo di fare chissà che opera di bene per amore di Dio e invece attraverso di essa Lui ci ha aiutati a maturare, ha fatto crescere il nostro amore, ci ha dato forza nei sacrifici e gioia nella vita di coppia. E' passato qualche giorno ma ancora siamo pieni di entusiasmo, bellezza, gioia piena, ma soprattutto voglia di testimoniarLo in ogni occasione che il Signore ci donerà.

Sara e Luca

martedì 22 dicembre 2015

Dio è innocente del male che accade nel mondo?


Perché Dio permette il male? Se Dio è il creatore di tutte le cose e se il male esiste, lo creò Dio? Dio è innocente del male che accade nel mondo? Perché fa soffrire chi è buono?
- risponde padre Miguel Angel Fuentes 



Il dramma dell’ esistenza del male è stato da sempre utilizzato per porre obiezioni all’esistenza di Dio o almeno a ciò che Dio permette nel mondo.  Il catechismo della Chiesa Cattolica lo riconosce: “Se il mondo è stato creato grazie alla bontà Divina, perché esiste il male? Da dove viene? Chi è il responsabile? Come ci si può liberare dal male?”. La fede in Dio Padre Onnipotente può avere anche ragionevoli risposte anche per il  fatto che ci sia il male e la sofferenza nel mondo. A volte Dio può sembrare assente e permettere il male.

Per molti lo scandalo del male mette alla prova la loro fede nella Provvidenza divina.  Se Dio Onnipotente, Creatore del mondo ordinato e buono, ama tutte le sue creature, perché permette che esista il male? “A questa domanda così pressante ma nello stesso tempo inevitabile, così dolorosa ma nello stesso tempo misteriosa - risponde il Catechismo - non si può dare una risposta semplice”.

            La fede cristiana è la risposta a questa domanda: la bontà della creazione, il dramma del peccato, l’amore paziente di Dio che incontra l’uomo mediante la sua Alleanza salvifica con l’Incarnazione del Figlio, con il dono dello Spirito Santo, con l’istituzione della Chiesa, con la forza dei Sacramenti. Con la chiamata universale ad una vita cristiana che le creature sono invitate ad accettare liberamente e che, allo stesso tempo, sono libere di negare o rifiutare. Non c’è una sfaccettatura del messaggio cristiano che non sia in parte una risposta alla questione del male.


Alcuni si chiedono: “Perché Dio non creò un mondo perfetto nel quale non esistesse il male?”. È certo che nel suo potere infinito, Dio può sempre creare qualcosa di più perfetto.  Il Catechismo dice: “Nonostante la bontà di Dio, Egli decise liberamente di creare un mondo in quello stato affinché arrivasse alla sua perfezione ultima. Questo divenire porta con sé nel disegno divino la presenza di alcuni esseri e la scomparsa di altri, ovvero l’unione di ciò che è perfetto con ciò che non lo è; insieme alla creazione della Natura la sua potenziale distruzione. Oltre al bene fisico esiste tuttavia anche il male fisico”.

            Gli angeli e gli uomini sono creature intelligenti e libere e devono, come tali, camminare verso il loro destino ultimo che hanno scelto. La libertà in questo mondo è imperfetta, quindi può venir  meno, ed è ciò accadde con il peccato originale. Fu così che anche  il male morale entrò nel mondo. Dio non è in nessun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male morale. Lo permette, rispettando la libertà della sua creatura, perché misteriosamente sa ricavare da esso il bene, come dice San Agostino: “Dio Onnipotente, essendo smisuratamente buono, non permetterebbe che nelle sue opere esistesse il male se  non fosse sufficientemente potente e buono per far sorgere il bene dallo stesso male”. Ci sono cose che non si possono spiegare né capire se non da una prospettiva che trascenda i tempi e le aspettative troppo frettolose degli uomini: “Così, nel tempo, si può scoprire Dio nella sua Provvidenza capace di ricavare il bene dalle conseguenze di un male, incluso quello morale, causato dalle sue creature.”      
Questo è quello che ci insegna l’episodio di Giuseppe venduto dai suoi fratelli come schiavo. Con il tempo passato dopo questa misteriosa decisone peccaminosa dei suoi fratelli, Giuseppe diviene il salvatore del suo popolo.
 Non siete stati voi, dice Giuseppe ai suoi fratelli, quelli che mi mandarono qui ma Dio...anche se voi pensavate di farmi del male, Dio lo pensò per fare del bene, per far sopravvivere un popolo numeroso (Gn 45,8; 50,20). Questo non toglie né riduce la malizia della volontà che interviene nella storia con il suo peccato (come non lasciò che l’azione dei fratelli di Giuseppe non rimanesse solamente peccato):  Dio fa sì che le cose diventino un bene maggiore.
 Lo si nota bene anche nella morte del Figlio di Dio fatto uomo: “Il maggior male che è stato commesso è il rifiuto e la morte del Figlio di Dio fatto uomo, causato dai peccati degli uomini; Dio però, grazie alla sua bontà infinita, ricavò beni maggiori: la glorificazione di Cristo e la nostra Redenzione”. San Paolo esprime questo mistero con un’espressione che deve essere da guida ai cristiani: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28).
I santi hanno avuto una delicata consapevolezza di questa verità. Per questo Santa Caterina da Siena diceva: “Tutto viene dall’amore, tutto è stato fatto per far sì che l’uomo arrivi alla Salvezza. Coloro che si scandalizzano e si ribellano a quello che gli  accade non accettano che Dio non fa nulla che  non abbia a che fare con questa fine salvifica”.  San Tommaso Moro  poco prima del suo martirio, consolò così sua figlia: “Niente può succedere senza che Dio lo conceda. Tutto quello che Lui vuole, per quanto cattivo ci sembri, è in realtà la cosa migliore”. In una maniera simile la mistica inglese Giuliana da Norwich affermava: “Io ho capito, per grazia di Dio, che dovevo mantenermi  salda nella fede e credere che tutte le cose che accadono sono per un bene maggiore … Tu vedrai che tutte le cose saranno per un bene maggiore”.

Come cristiani dobbiamo professare la nostra visione di fede all’interno di questo mistero dell’esistenza del male, come dice anche il Catechismo: “Noi crediamo fermamente che Dio è Signore del mondo e della storia. Ma le vie della sua provvidenza spesso ci rimangono sconosciute. Solo alla fine, quando avrà termine la nostra conoscenza imperfetta e vedremo Dio «faccia a faccia»  (1Co 13,12),conosceremo pienamente le vie lungo le quali, anche attraverso i drammi del male e del peccato, Dio avrà condotto la sua creazione fino al riposo di quel Sabato definitivo, in vista del quale ha creato il cielo e la terra.”[1].




Bibliografia

Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 309 in poi.
Jacques Maritain, Dio e la permissione del male
    Charles Journet, Il male





[1] Catechismo della Chiesa Cattolica n. 314.
 

martedì 15 dicembre 2015

Infallibilità papale: un dialogo socratico

I dialoghi socratici non sono fatti per coprire ogni aspetto della discussione né per rispondere ad ogni obiezione. Rappresentano piuttosto una introduzione divertente e intellettualmente stimolante alla dottrina cattolica. In questo dialogo Martin (il protestante) e Justin (il cattolico) discutono sulla dottrina cattolica dell'infallibilità papale.



Martin: Che intendi per infallibilità papale, Justin?
Justin: Il fatto che qualunque cosa dica il Papa, è corretta. Ad esempio, se il Papa dice che giovedì pioverà, allora giovedì prossimo pioverà.
Martin: Dimmi che stai scherzando.
Justin: Sto scherzando.
Martin: Grazie al cielo.
Justin: Ma questo, sfortunatamente, è ciò in cui molti protestanti pensano che consista la dottrina dell’infallibilità papale, quindi cerchiamo di essere chiari fin dall’inizio. Non significa che il Papa è senza peccato, non significa che avrà la risposta ad ogni possibile problema che la Chiesa dovrà affrontare.
Martin: E allora che significa?
Justin: Significa che il Papa possiede una grazia speciale datagli da Cristo che lo protegge dal condurre la Chiesa all’errore.
Martin: Quindi nessuna affermazione che il Papa fa sulla dottrina cristiana o sulla morale può essere falsa?
Justin: Non proprio. Hai ragione nel dire che l’infallibilità papale si riferisce ad ogni materia di fede e morale, ma non significa che è immune dal credere o perfino dal dire qualcosa di sbagliato rispetto a queste cose. Invece significa che il Papa non potrà mai guidare ufficialmente la Chiesa all’eresia. Ad esempio, il Papa emerito Benedetto XVI ha scritto una splendida trilogia di libri intitolata Gesù di Nazareth. In quei libri chiarisce subito che sta scrivendo come teologo e non come vicario di Cristo e dunque, dice, chiunque può, con retta intenzione, criticare le sue affermazioni e perfino non essere d’accordo con quanto affermato da lui in quei libri.

Perché pensare che sia vera?
Martin: Ok, penso di aver capito. Ma perché dovrei credere che l’infallibilità papale sia vera?
Justin: Perché tu stesso dici di essere un cristiano che crede nella Bibbia.
Martin: Ti ascolto, il tempo di aprire la mia Bibbia.
Justin: Vai al Vangelo di Matteo, capitolo 16 versetto 18. Gesù dice a san Pietro, che per il cattolici è il primo Papa, “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa […] e le potenze della morte non prevarranno su di essa”.
Martin: La mia traduzione dice “e le porte degli inferi non prevarranno su di essa”.
Justin: Va bene, significa la stessa cosa. Dunque se Cristo ha promesso che “le porte degli inferi” non prevarranno sulla Chiesa, ha senso allora, correggimi se sbaglio, che il pastore capo di questa Chiesa non possa indirizzarla negli inferi insegnando delle eresie.
Martin: Vai avanti.
Justin: Cristo ha promesso che anche se la fede di tutti gli apostoli dovesse crollare, quella di Pietro non crollerà mai.
Martin: Wow, aspetta un attimo, questo lo stai deducendo sempre dallo stesso versetto?
Justin: Scusami, no. Mi riferisco al Vangelo di Luca 23:31-32 in cui Gesù dice – leggiamolo dalla tua Bibbia – “e il Signore disse, Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano, ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”.

Ma Paolo non si opposto a Pietro?
Martin: Ok, ma niente di tutto ciò significa che tutto ciò che Pietro avesse insegnato  sarebbe stato protetto dall’errore. Che mi dici della lettera di paolo ai Galati in cui si vede Paolo che si oppone a Pietro. Dov’è, eccolo, capitolo 2 versetto 11: “Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto”.
Justin: Giusto, ma questo non aveva a che fare con ciò che san Pietro aveva insegnato – figuriamoci se può avere a che fare con ciò che aveva insegnato ufficialmentema con il comportamento di san Pietro. Aveva paura di quei cristiani che insegnavano che la circoncisione fosse necessaria e quindi decise di non mangiare con gli incirconcisi.
Martin: Beh fammi un esempio in cui Pietro insegna qualcosa di ufficiale che deve essere vero.
Justin: Che ne dici della prima e seconda lettera di Pietro? Questi sono insegnamenti ufficiali senza errore, giusto?
Martin: Beh, questo è sciocco.
Justin: Perché?
Martin: Perché stai confrontando mele con arance. Se la prima e seconda lettera di Pietro lo rendono Papa perché sono senza errore allora per lo stesso motivo anche Paolo sarebbe Papa dato che anche le sue lettere sono senza errore.
Justin: Mi stai mettendo in bocca cose che non ho detto. Non ho mai detto che san Pietro è Papa perché ha insegnato senza errore. Mi hai chiesto di darti un esempio di qualche insegnamento di san Pietro libero da errore e io ti ho citato le due epistole. Guarda, se è possibile che Dio possa impedire a Pietro di insegnare qualcosa di sbagliato in quelle epistole, non siamo d’accordo sul fatto che avrebbe potuto impedire a Pietro e ai suoi successori di insegnare dottrine errate anche in futuro?
Martin: Immagino sia possibile.
Justin: Ok, posso suggerirti di confrontare e pregare su due testi della Scrittura?
Martin: Certo.
Justin: Confronta Isaia 22:15-25 che è una profezia del papato con Matteo 16:13-19. La prossima volta che ci incontriamo possiamo discuterne.

da www.mattfradd.com