Infallibilità papale: un dialogo socratico
I dialoghi socratici non sono fatti per coprire ogni aspetto della discussione né per rispondere ad ogni obiezione. Rappresentano piuttosto una introduzione divertente e intellettualmente stimolante alla dottrina cattolica. In questo dialogo Martin (il protestante) e Justin (il cattolico) discutono sulla dottrina cattolica dell'infallibilità papale.
Justin: Il fatto che qualunque cosa
dica il Papa, è corretta. Ad esempio, se il Papa dice che giovedì pioverà,
allora giovedì prossimo pioverà.
Martin: Dimmi che stai scherzando.
Justin: Sto scherzando.
Martin: Grazie al cielo.
Justin: Ma questo, sfortunatamente,
è ciò in cui molti protestanti pensano che consista la dottrina
dell’infallibilità papale, quindi cerchiamo di essere chiari fin dall’inizio.
Non significa che il Papa è senza peccato, non significa che avrà la risposta
ad ogni possibile problema che la Chiesa dovrà affrontare.
Martin: E allora che significa?
Justin: Significa che il Papa
possiede una grazia speciale datagli da Cristo che lo protegge dal condurre la
Chiesa all’errore.
Martin: Quindi nessuna affermazione
che il Papa fa sulla dottrina cristiana o sulla morale può essere falsa?
Justin: Non proprio. Hai ragione
nel dire che l’infallibilità papale si riferisce ad ogni materia di fede e
morale, ma non significa che è immune dal credere o perfino dal dire qualcosa
di sbagliato rispetto a queste cose. Invece significa che il Papa non potrà mai
guidare ufficialmente la Chiesa
all’eresia. Ad esempio, il Papa emerito Benedetto XVI ha scritto una splendida
trilogia di libri intitolata Gesù di
Nazareth. In quei libri chiarisce subito che sta scrivendo come teologo e
non come vicario di Cristo e dunque, dice, chiunque può, con retta intenzione,
criticare le sue affermazioni e perfino non essere d’accordo con quanto
affermato da lui in quei libri.
Perché pensare che sia vera?
Martin: Ok, penso di aver capito.
Ma perché dovrei credere che l’infallibilità papale sia vera?
Justin: Perché tu stesso dici di
essere un cristiano che crede nella Bibbia.
Martin: Ti ascolto, il tempo di
aprire la mia Bibbia.
Justin: Vai al Vangelo di Matteo,
capitolo 16 versetto 18. Gesù dice a san Pietro, che per il cattolici è il
primo Papa, “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa […] e le
potenze della morte non prevarranno su di essa”.
Martin: La mia traduzione dice “e
le porte degli inferi non prevarranno su di essa”.
Justin: Va bene, significa la
stessa cosa. Dunque se Cristo ha promesso che “le porte degli inferi” non
prevarranno sulla Chiesa, ha senso allora, correggimi se sbaglio, che il
pastore capo di questa Chiesa non possa indirizzarla negli inferi insegnando delle eresie.
Martin: Vai avanti.
Justin: Cristo ha promesso che
anche se la fede di tutti gli apostoli dovesse crollare, quella di Pietro non
crollerà mai.
Martin: Wow, aspetta un attimo,
questo lo stai deducendo sempre dallo stesso versetto?
Justin: Scusami, no. Mi riferisco
al Vangelo di Luca 23:31-32 in cui Gesù dice – leggiamolo dalla tua Bibbia – “e
il Signore disse, Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come
il grano, ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una
volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”.
Ma Paolo non si opposto a
Pietro?
Martin: Ok, ma niente di tutto ciò
significa che tutto ciò che Pietro avesse insegnato sarebbe stato protetto dall’errore. Che mi
dici della lettera di paolo ai Galati in cui si vede Paolo che si oppone a
Pietro. Dov’è, eccolo, capitolo 2 versetto 11: “Ma quando Cefa venne ad
Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto”.
Justin: Giusto, ma questo non aveva
a che fare con ciò che san Pietro aveva
insegnato – figuriamoci se può avere a che fare con ciò che aveva insegnato
ufficialmente – ma
con il comportamento di san Pietro. Aveva paura di quei cristiani che
insegnavano che la circoncisione fosse necessaria e quindi decise di non
mangiare con gli incirconcisi.
Martin: Beh fammi un esempio in cui
Pietro insegna qualcosa di ufficiale che deve essere vero.
Justin: Che ne dici della prima e
seconda lettera di Pietro? Questi sono insegnamenti ufficiali senza errore,
giusto?
Martin: Beh, questo è sciocco.
Justin: Perché?
Martin: Perché stai confrontando
mele con arance. Se la prima e seconda lettera di Pietro lo rendono Papa perché
sono senza errore allora per lo stesso motivo anche Paolo sarebbe Papa dato che
anche le sue lettere sono senza errore.
Justin: Mi stai mettendo in bocca
cose che non ho detto. Non ho mai detto che san Pietro è Papa perché ha
insegnato senza errore. Mi hai chiesto di darti un esempio di qualche insegnamento
di san Pietro libero da errore e io ti ho citato le due epistole. Guarda, se è
possibile che Dio possa impedire a Pietro di insegnare qualcosa di sbagliato in
quelle epistole, non siamo d’accordo sul fatto che avrebbe potuto impedire a
Pietro e ai suoi successori di insegnare dottrine errate anche in futuro?
Martin: Immagino sia possibile.
Justin: Ok, posso suggerirti di
confrontare e pregare su due testi della Scrittura?
Martin: Certo.
Justin: Confronta Isaia 22:15-25
che è una profezia del papato con Matteo 16:13-19. La prossima volta che ci
incontriamo possiamo discuterne.
da www.mattfradd.com
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