di Carlo Principe e Annamaria Principe*
Non
tutti colgono la profonda correlazione esistente tra purezza e sacralità della
Vita. San Giovanni Paolo II, nell’Evangelium Vitae, la evidenzia: “La banalizzazione della sessualità è tra i
principali fattori che stanno all'origine del disprezzo della Vita nascente:
solo un amore vero sa custodire la vita”.
Altrettanto forte è il legame tra purezza e sacralità
della Famiglia, opera più alta di Dio Creatore. I fidanzati che “bruciano” le
tappe dell’amore lasciandosi soggiogare dalla carnalità, non solo mortificano la
sessualità, dono di Dio per amare, ma costruiscono la loro famiglia sulla
sabbia. Lo spiega chiaramente Benedetto XVI: “Bruciare le tappe finisce per “bruciare” l’amore, che invece ha bisogno
di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare
spazio a Cristo, che è capace di rendere un amore umano fedele, felice e
indissolubile”.
Un rapporto ridotto a fisicità è debole e fragile. Tanti
matrimoni vanno in frantumi perché tra gli sposi affiorano quelle divergenze
che la schiavitù del sesso, da fidanzati, ha reso impossibile scoprire. Sempre Benedetto
XVI: “Non pensate, secondo una mentalità diffusa, che la convivenza sia
garanzia per il futuro”.
La Chiesa insegna che l’espressione genitale della
sessualità è riservata al Matrimonio, un patto di amore totale e definitivo. Questa
verità è parte del progetto di Dio sull’amore umano. E si capisce perché: il rapporto sessuale è legato al mistero
della Vita e della sua trasmissione. E un figlio, per maturare
integralmente, ha bisogno di respirare l’amore totale e perenne dei suoi
genitori. Amore che esige sacrificio e dono di sé, che solo la Grazia del Sacramento
del
La coppia convivente che esclude il “per sempre”, più
facilmente esclude, con la contraccezione e l’aborto, anche un figlio, vera
scommessa sul futuro. Al contrario, i fidanzati che vivono castamente la loro
relazione fanno di tutto, spinti anche dal desiderio di donarsi nella gioia di
un amore totale, per accelerare il giorno delle nozze e formare così famiglie
giovani e feconde.
Ecco perché l’aumento delle convivenze è all’origine,
non solo del pauroso calo dei matrimoni
religiosi (con un ritmo tale - 10 mila in meno l’anno - che, fra qualche decina d’anni, di essi non resterà che il ricordo), ma
anche del crollo delle nascite che
fa dell’Italia il Paese meno fecondo al mondo.
La violazione della legge di Dio sulla purezza, dunque,
oltre a compromettere la salvezza dell’anima (“nessun fornicatore, o impuro, o avaro - cioè nessun idolatra - ha in
eredità il regno di Cristo e di Dio”, dice san Paolo), ferisce profondamente
anche la società.
Per salvare la famiglia e la vita, dunque, è urgente “offrire soprattutto agli adolescenti e ai
giovani l’autentica educazione alla sessualità e all’amore, un’educazione
implicante la formazione alla castità, quale virtù che favorisce la maturità
della persona e la rende capace di rispettare il significato «sponsale» del
corpo”. (Papa Wojtyla, EV 97).
Ecco il senso dell’iniziativa “Ottobre per la purezza” svolto per le strade e nelle scuole di
Benevento.
Dio ha voluto che ad animare questo apostolato fossero
i giovani delle “Voci del Verbo”, i numerosi
religiosi, tra sacerdoti, suore e seminaristi, dell’Istituto del Verbo Incarnato, uno splendido ordine fecondo di vocazioni
sacerdotali e religiose, e anche delle famiglie.
Attraverso incontri per strada e nelle scuole, questi
apostoli hanno testimoniato la bellezza della castità e annunciato ai giovani Cristo
nel Vangelo delle beatitudini: “Beati i
puri di cuore perché vedranno Dio”. E questi giovani si sono mostrati
attenti e desiderosi di informarsi sul tema della purezza, tanto decisivo per
la loro vita, quanto coperto da un irresponsabile e generale silenzio.
Silenzio che Madre Teresa di Calcutta, appena proclamata
santa, ha definito senza mezzi termini, “impuro”.
Impegnarsi in questo apostolato è difficile, perché è fuori
della logica del mondo. Chi lo fa rischia la derisione e l’accusa di
oscurantismo, perfino da uomini di Chiesa. Ma Benedetto XVI così li incoraggia:
“Non abbiate paura di apparire diversi e
di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: coloro che
sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un
profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di
umanità manifestata da Gesù Cristo”. *Membri dell’Istituto Santa Famiglia della Famiglia Paolina
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