Gesù:
è veramente Dio?
(parte I)
(parte I)
Le opinioni su Gesù hanno diviso le acque intellettuali dal
momento in cui la Sua vita pubblica iniziò fino ad oggi. Attraverso Lui
innumerevoli legioni di uomini e donne hanno lasciato tutto: il paese, la
famiglia, le ricchezze, le posizioni, l’avvenire, la salute, e la vita stessa.
Ci sono stati anche uomini che hanno
pensato le cose più stravaganti di Lui. Hanno detto che era un pazzo (Marco 3,
21: Egli è fuori di sé, Giovanni 10,
20: Ha perso il giudizio), che era
posseduto (Marco 3, 22: Egli è in
possesso di Belzebù, Marco 3, 30: Ha
uno spirito maligno , Giovanni 7, 20: Tu
sei posseduto dal demonio), che era un bugiardo: (Matteo 27, 63: quello impostore ... ha detto...),
(Giovanni 7, 12: No, inganna la gente!), che era
una peccatore (Luca 7, 34: Ecco un mangione e un beone), un
bestemmiatore (Matteo 26, 65: Ha bestemmiato! ). Inoltre, hanno detto che era
un pazzo psicologico, un epilettico, un infame (Voltaire), un buffone, un
ribelle, un comunista, un guerrigliero, ecc. Si tratta di sentenze emesse dalla
passione, l'invidia e l'odio; e nessuno dei "nemici seri" di Cristo
(i suoi "detrattori scientifici») hanno mai condiviso queste opinioni.
Quindi, per rispondere alla Sua domanda bisogna che prendiamo spunto dagli autori seri e delle stesse parole di nostro Signore. Infine, dopo questo lavoro si arriva ad una conclusione molto suggestiva.
Dividiamo questo articolo di P.Miguel Angel Fuentes in tre parti. Ringraziamo Francesco e Fiorella Sarubbo per il grande lavoro di traduzione.
1. Cosa hanno detto su Cristo i suoi “seri critici”?
Riportiamo alcuni dei più famosi dei
secoli XIX e XX
L'apostata francese Joseph-Ernest Renan diceva: Gesù
“... è la più alta regola di vita, il più noto e il più virtuoso. Lui ha
creato il mondo delle anime pure, dove si trova ciò che inutilmente si chiede
alla Terra, la perfetta nobiltà dei figli di Dio, la piena santità,
l'astrazione totale delle contaminazioni del mondo, la libertà, la fine”[1].
Anche ha scritto: "Tutte i
secoli proclameranno che fra i figli
degli uomini non è nasciuto nessuno superiore di Gesù"[2].
Il modernista ed eretico Alfred Loisy è stato costretto a riconoscere che "si sente in
tutto, nei Suoi discorsi, nelle Sue azioni, nel Suo dolore, un qualcosa di
divino, che innalza Gesù Cristo, non
solo al di sopra dell'umanità ordinaria ma soprattutto al di sopra di quello
più prezioso dell'umanità "[3].
Il grande teologo razionalista e
protestante Adolf Von Harnack riconosce che Gesù "ha
portato alla luce per la prima volta, il valore di ogni anima umana, e nessuno
può annullare ciò che Lui ha fatto. Qualunque sia l'atteggiamento che si prenda
di fronte a Gesù Cristo, non si può fare a meno di riconoscere che, nella
storia, è Lui che ha sollevato l'umanità a questa altezza "[4].
Il critico inglese John Middleton Murry ha confessato:
"Gesù è il più divino degli uomini"[5].
Auguste Sabatier, che divenne decano della
facoltà di teologia protestante di Parigi, scrisse: "Gesù è l'anima più
bella che sia mai esistita: sincera, pura, è stato sollevato ad un'altezza a
cui l'uomo non può mai arrivare» [6].
Paolo
Wernle continua dicendo: " Quello che sconcerta in Gesù è che Lui era
consapevole di essere più di un uomo, mantenendo, tuttavia, la più profonda
umiltà di fronte a Dio" "E' del tutto impossibile rappresentare una
vita spirituale come quella di Gesù"[7].
Il più pagato dei poeti pagani moderni, Wolfang Goethe chiamò : "L'uomo
divino, il santo, il tipo e il modello di tutti gli uomini" [8]. E
anche: "Mi inchino davanti Gesù Cristo come la rivelazione divina del
principio supremo della moralità”. [9]
L’ultrarazionalista
Strauss è stato anche costretto ad ammettere:
"In qualsiasi posto o momento nessuno potrà mai superare e nemmeno
eguagliare Gesù "[10].
E uno dei padri della rivoluzione
francese e la moderna concezione della libertà entesa come dissolutezza, Jean Jacques Rousseau, ha avuto il coraggio di dire nella sua
professione di fede del Vicario savoiardo: "Confesso che la maestà delle
Scritture mi colpisce; la santità del Vangelo mi parla al cuore... Sì, io credo
che: se la vita e la morte di Socrate sono quelle di un saggio, la vita e la
morte di Gesù sono quelle di un Dio! " [11].
E potremmo riportare molti altri. Il
grande apologista Leoncio di
Grandmaison. SJ , ha scritto
parlando dei razionalisti tedeschi del XIX secolo: “ tutti ammettono che il
Maestro Nazareno ha superato la comune altezza dell’umanità, che ha aperto
veramente la pura vita religiosa, e che per tali titoli ci si può considerare un “profeta”, e un eroe di ordine spirituale.
Ma nessuno sostiene la divinità del Signore nel senso tradizionale di
questa parola. Quasi tutti si rifugiano nell’ammirazione
della “personalità” di Gesù, sottolineando il Suo carattere sublime, nel Suo
senso della realtà "[12].
Proprio per questo motivo
tutti sono bloccati in un circolo soffocante: accettano un Cristo insolitamente
grande, che non è Dio ...
[1] Rénan, Vie de Jésus, citato
per A. Arrighini, Juicios humanos sobre
Cristo, Ed. Excelsa, Buenos Aires 1947, p. 190.
[2] Rénan, Vie de Jésus, citato
per A. Arrighini, Juicios humanos sobre
Cristo, Ed. Excelsa, Buenos Aires 1947, p. 190.
[3] A. Loisy, Le
Quatriéme Evangile, 1903, cit. per Laburu, p. 73.
[4] A. von Harnack, Das Wesen des Christentums, 1091, pp.
33-34; cit. per Laburu, p. 73.
[5] J. Middleton Murry, Jesus Man of Genius, London and New York, 1926, cit. per Laburu, p.
75.
[6] A. Sabatier, Esquisse d’une
Philosophie de la Religion d’après la Psycologie et l’Histoire, Paris 1890,
cit. per Laburu, p. 75.
[7] P. Wernle, Die Afange unseres
Religion, 1901, p. 25, cit. per Laburu, p. 74.
[8] W. Goethe, Entretenimiento con Ekerman, vol. III, cit. per Arrighini, p. 216.
[9] W. Goethe, cit. per Laburu, p. 76.
[10] Strauss, Del
passagio e del permanente nel Cristianesimo, cit. per Arrighini, p. 190.
[11] J.J. Rousseau, Profesión de fe
del vicario saboyano, cit. per Arrighini, p. 190.
[12] L. de Grandmaison, Jesucristo,
Ed. Litúrgica Española, Barcellona 1941, p. 371-372.
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