Giovani universitari e Dottrina sociale della Chiesa
di FABIO TREVISAN
Organizzate dall’Istituto del Verbo Incarnato
(IVE) a Bracciano, si sono svolte, per la prima volta in Italia, le “Giornate
per universitari” dal 31 agosto al 05 settembre 2012.
L’intento è stato quello di offrire agli
studenti un panorama assai vasto dove poter affrontare, con rigore e serenità,
i temi (filosofici, teologici, storici, scientifici) riguardanti
l’inculturazione della fede, ovvero per “rendere cultura la fede”, secondo lo
spirito del fondatore dell’Istituto, l’argentino P. Carlos Buela, presente egli stesso
alle due conferenze finali ed alla celebrazione della S.Messa di chiusura.
Provenienti da gran parte delle regioni
d’Italia sono convenuti numerosi giovani che hanno potuto essere coinvolti in
un’atmosfera familiare (“famiglia allargata” come qualcuno l’ha
apostrofata) dove si sono alternati incontri formativi, momenti di meditazione
e di preghiera, spettacoli ed altre attività ludiche.
Le giornate di studio sono iniziate con
P. Elvio Fontana, principale responsabile della pubblicazione di tutti gli
scritti di P. Cornelio Fabro, che ha impostato le tematiche riguardanti l’esistenza
di Dio e l’immortalità dell’anima, offrendo una prospettiva razionale e
trascendente dell’evangelizzazione della cultura. Dopo l’impostazione teoretica
si sono affrontati temi riguardanti la bioetica, in particolare sulla vita
umana e la morale (il principio del diritto alla vita e della tutela del
concepito fino alla morte naturale) con le avvincenti ed appassionate relazioni
di P. Arturo Ruiz, di Virginia Coda Nunziante e della Prof.ssa Claudia
Navarini, che si sono avvalsi di contributi audiovisivi per rendere ancora più
significative e pregnanti le illustrazioni dei temi.
Maria Lucia Bonanni ha trattato
l’argomento della vocazione e del Sacramento del Matrimonio (in una società che
ha smarrito l’importanza della famiglia come cellula fondamentale) e Laura
Lavelli, dopo una presentazione di un filmato, ha favorito il dibattito
sul tema delicato e scottante della castità o purezza. Le frequenti pause tra
le conferenze sono state occasione di approfondimento e dialogo delle tematiche
precedentemente trattate.
In particolar modo si è sviluppato il
concetto di “dottrina” che, in un clima relativistico come quello attuale, si
contrapporrebbe all’ “opinabile” dove si vorrebbe relegare il Magistero della
Chiesa.
La dottrina sociale della Chiesa (DSC),
si è insistito, sarebbe tutt’al più tollerata come utile ma non certo
indispensabile per la piena realizzazione della persona e della società. Questa
dicotomia tra “fede privata” (concessa se contenuta nell’edificio sacro) e
“fede pubblica” (non tollerata se testimoniata al di fuori della sacrestia) è
stata e rimarrà sempre scossa dalla dottrina sociale della chiesa che
auspicherebbe, al contrario, una rilevante presenza pubblica della fede.
Si sono ribaditi alcuni principi che
stanno alla base della DSC (i principi complementari di sussidiarietà e
solidarietà, il principio del bene comune) e che sottendono una visione
antropologica in cui il primato della persona e la centralità della famiglia
hanno parte costitutiva essenziale.
In particolare si è dibattuto sul
concetto di persona quale unità sostanziale di anima e corpo che, con
l’incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo, supererebbe l’angusta e
spiritualista concezione platonica dell’uomo (“l’uomo è la sua anima”).
Con il cristianesimo, pur ribadendo il primato della salvezza dell’anima
(immortale dono di Dio), si è colto l’aspetto della profonda rilevanza del
realismo dell’incarnazione (“l’uomo è, oltre all’anima, anche il suo corpo”).
In questa concezione autenticamente
cristiana è stata proiettata la dimensione centrale e fondamentale della
famiglia (intesa come unione indissolubile tra un uomo e una donna) e del ruolo
dei genitori come principali (anche se non unici) responsabili dell’educazione
dei figli.
In quanto ai principi precedentemente
evocati, sono stati elaborati in continuità con i “principi non
negoziabili” (la difesa della vita intesa dal concepimento alla morte
naturale, la scelta libera dei genitori per l’educazione della prole,ecc.).
Proprio perché non oggetto di negoziazione, questi principi stanno alla base
della formazione all’impegno socio-politico ed in questo senso è stato
citato il testo “Laboratorio Trieste” del Vescovo della
città friulana Mons. Crepaldi.
Il richiamo all’elaborazione dei
contenuti della DSC rimane ineludibile, soprattutto in una società frantumata
come quella attuale, che ha smarrito il senso del peccato. L’Esortazione
ApostolicaReconciliatio et poenitentia del Beato Giovanni Paolo II,
è stato affermato, rimane ancora punto di riferimento per un uomo che ha rotto
i legami originari con Dio (allontanandolo dall’orizzonte della sua vita), con
la natura (creata), con il prossimo e con se stesso. In questa prospettiva di
vera alienazione dell’uomo (peccatore) la Chiesa ha offerto e offrirà sempre il
Sacramento della Riconciliazione che fa, come diceva argutamente
Chesterton, l’uomo un nuovo esperimento del Creatore. Si è potuto
così dibattere dei diritti e doveri dell’uomo nel riconoscimento dell’esistenza
di Dio e dei Suoi diritti.
Non sono mancate le serate all’insegna
del sano divertimento, secondo il carisma dell’IVE dell’ eutrapelia(virtù
del buon umore), con omaggi musicali e di intrattenimento dal vivo che hanno
visto esibirsi i componenti del gruppo folkloristico La Cioppara di
Segni ed i giochi da prestigiatore di P. Vagner. Particolarmente toccante è
stata l’introduzione della “Passione secondo S.Giovanni” di
Johann Sebastian Bach curata con maestria e sensibilità dal seminarista e
pianista Damiano, direttore del coro durante le celebrazioni liturgiche.
Ritornando alle tematiche culturali
affrontate, particolarmente stimolante è stata la relazione sul rapporto tra
scienza e fede curata da Giovanni Zenone, Presidente della Casa editrice Fede&Cultura.
Con le Regole del Sentire nella
Chiesa tratte dagli Esercizi spirituali di S.Ignazio di Loyola,
P.Andrés Bonello ha introdotto il tema dell’indefettibilità della Chiesa
sviluppato da P. Orazio Cangialosi, che ha suscitato grande attenzione ed
interesse fra il pubblico.
Il Prof. Tonino Cantelmi ha illustrato
con grande professionalità la mutazione antropologica che si può verificare con
lo sviluppo tecnologico, in particolare con le nuove frontiere della
navigazione in Internet, interessando l’uditorio sui temi collegati del
narcisismo (sui profili facebook), dell’ambiguità (anche in termini di identità
sessuale), della velocità (allargando il concetto di “società liquida”, senza
contenuto) alla quale si oppone la solidità della pietra, della Chiesa e
dell’illuminante magistero di Benedetto XVI.
Sulle sfide cui inevitabilmente
confrontarsi sono state dirette le ultime relazioni di P. Gonzalo Ruiz e di P.
Carlos Buela sui “Principati e potestà” del male,
riprendendo un libro omonimo del teologo ed esegeta cattolico tedesco Heinrich
Schlier (1900-1978).
Gli ultimi contributi hanno potuto così
orientare la doverosa azione del cattolico impegnato nell’approfondimento e
nella buona battaglia contro il potere del male presente a
diversi livelli nella nostra società.
Una visita alla tomba del Beato Giovanni
Paolo II presso la Basilica di San Pietro ha suggellato la lodevole iniziativa
promossa dall’IVE ed ha incoraggiato tutti i convenuti ad approfondire il loro
impegno nella promozione di tutte quelle verità rubate che
sono state sottratte all’attenzione dei media ed allo studio, come ha suggerito
il libro dal titolo omonimo di P. Miguel Angel Fuentes pubblicato dall’EDIVI
nella Collana “Pastorale”.
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