Giornate
per universitari 2012
"Siate
pronti a dare ragioni della speranza
che è in voi"
di
STEFANO PRINCIPE

Prima di tutto l'ambiente: sono anni che frequento
la Chiesa e che conosco sacerdoti di ogni genere ma, parola mia, non ho mai
avuto a che fare con suore e seminaristi così giovani e così pazzi e con
grandissima voglia di vivere e immenso amore verso il Signore. Penso che questa
sia stata la prima cosa che ha stupito un po' tutti i ragazzi che hanno deciso
di partecipare alle giornate. Quello che oggi si pensa è che uno debba essere o
vecchio o pazzo per voler diventare sacerdote. Perchè buttare gli anni migliori
della propria vita in quel modo? Queste persone ci hanno insegnato che dedicare
la propria vita a Gesù nel sacerdozio è certamente un atto di pazzia, ma di
pazzia che viene da un amore puro, libero e totale verso Colui che ha dato la
propria vita sulla croce per ognuno di noi. Ci vuole coraggio per accettare una
cosa del genere fino alla fine: da loro dobbiamo imparare cos'è la vera
dedizione a Cristo.
Un altro aspetto molto
bello delle giornate è stato sicuramente il tempo dedicato alla preghiera.
Dalla S. Messa che veniva celebrata al mattino fino al rosario della sera, ogni
preghiera era un momento vissuto da tutti noi con grande devozione. D'altronde
l'atmosfera era delle migliori: la cappella ovviamente sempre piena e i canti
contribuivano grandemente ad elevare lo spirito a Dio. Sono stati dei momenti
veramente intensi in cui si riusciva a comprendere il grande valore della
preghiera e del sacrificio reciproco. Cristo, mediante la preghiera, è stato la
colla che ci ha unito ogni giorno sempre di più.
Le conferenze erano il
centro delle giornate. Se ne seguivano quattro al giorno di 45 minuti l'una ma
questo limite veniva sempre superato. Gli argomenti erano tutti molto
interessanti e tutti finalizzati a dare al giovane le armi necessarie per
combattere quello che succede oggi nella nostra società e col quale ci troviamo
ad avere a che fare specialmente all'università.
Sono state tenute
conferenze sulla bioetica, in particolare riguardo l'aborto e il post-aborto
(tra i relatori: Virginia Coda Nunziante e Claudia Navarini) e sul rapporto tra
fede e scienza (Giovanni Zenone); sulla dottrina sociale della Chiesa e sulla
sua indefettibilità; sulle varie forme di ateismo di oggi e sull'anima; sul
tema della castità, del matrimonio e dell'amore ai tempi di internet (prof.
Tonino Cantelmi); e dulcis in fundo (si fa per dire) le ultime quattro
conferenze sul diavolo, sulla sua natura e su come agisce nel mondo (tenute
anche dal Padre Buela, fondatore dell'Istituto). Ne avrò sicuramente
dimenticata qualcuna. Il tutto intervallato da simpatiche pause caffè di cui si
approfittava anche per fare domande di ogni tipo ai vari religiosi presenti o
per comprare qualche libro.
Insomma le giornate per
universitari sono dei momenti di formazione, di divertimento, di preghiera;
momenti importanti in cui si conoscono tante persone da ogni parte del mondo
(fino a qualche giorno fa non sapevo neanche che esistesse il Tagikistan); di
approfondimento del proprio rapporto con Gesù e è importante dirlo, di ottimo
cibo. Io sono ovviamente molto contento di aver partecipato e una cosa è certa:
l'unico modo per capire davvero che cosa siano queste giornate, è viverle.
Spero che queste poche parole possano aiutare tanti giovani che desiderano una
vera vita seguendo Cristo nella vocazione alla quale ci ha chiamato
dall'eternità, che è la sola via che condurrà tutti noi alla felicità più
grande, alla più piena realizzazione di noi stessi come esseri umani.
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