domenica 6 ottobre 2013


Il caso dell’obiezione di coscienza.

"Si dicevano sapienti, ma sono

diventati stolti"
 
Molte volte ci incontriamo con persone che difendono con forza dei principi contrari alla legge naturale e la legge di Dio, soprattutto negli ambienti pubblici e ogni volta di più nelle aule delle scuole e delle Università. Elena ci racconta un'esperienza vissuta nella sua facoltà da non perdersi.
 
 “Essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile[…] E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno”. (Lettera di S. Paolo ai Romani [1: 21-23, 28])

Qualche giorno fa mi è capitato di assistere alla dimostrazione di quanto queste frasi di S. Paolo siano vere ed attuali. Ho partecipato nella mia università ad un seminario sulla tematica dell’obiezione di coscienza in ambito medico. A titolo informativo vi dico che il professore che teneva il seminario, si occupa in particolare di diritto costituzionale e quindi di una materia la cui linfa vitale sono i principi di libertà, uguaglianza, non discriminazione, pluralismo e che tra l’altro sono i pilastri di ogni democrazia.

Il concetto di obiezione di coscienza si è sviluppato nei primi anni del 900 in campo militare, nell’ambito della leva obbligatoria, per quelle persone che rifiutavano l’uso della guerra sulla base di proprie convinzioni religiose, morali, politiche o filosofiche. Questo concetto dal 1968 (in corrispondenza dell’apertura degli ordinamenti giuridici alla “rivoluzione sessuale” e all’aborto) ha cominciato diffondersi anche in campo medico, tutelando quei medici che non vogliono prendere parte a pratiche quali l’aborto o, nei paesi in cui è consentito, l’eutanasia. In poche parole l’obiezione di coscienza tutela la libertà morale dei medici nell’ambito del loro rapporto di lavoro. Questo diritto fondamentale del lavoratore è praticamente universalmente riconosciuto[1].

Vi dico subito che, solo verso la metà del seminario, dopo tanti giri di parole, è saltata fuori la vera tesi del professore. Lui auspica che venga eliminata del tutto la possibilità di obiettare. Non contento di quest’orrore ha anche specificato che non basta eliminare questa possibilità, si deve andare all’origine del problema facendo (cito letteralmente) “una discriminazione al momento dell’assunzione” del lavoratore ma ancora prima al momento dell’ingresso nelle università. Perché a suo parere uccidere fa parte delle mansioni caratteristiche di un medico quindi se la tua coscienza ti impedisce di uccidere, mi dispiace la medicina non è per te! Quindi, dopo una serie di affermazioni allucinanti come: “...e poi parliamoci chiaro, uno arrivato a 90 anni col dolore alle gambe è ovvio che deve essere ucciso, questa diventerà un’occupazione normale per i geriatri”, è passato ad avvalorare la sua tesi con una lunga serie di argomenti insussistenti. Ne metto alcuni: “i medici sono obiettori perché vogliono lavorare di meno e per colpa loro la salute delle pazienti è in pericolo” oppure “per colpa loro le nostre aziende sanitarie sono indebitate e i medici non obiettori devono lavorare il doppio” o anche “non rispettano gli obblighi del loro contratto di lavoro” al pari di chi arriva in ritardo. Su tutte le argomentazioni poi spicca una perla è cioè: l’atteggiamento di questi medici è “la tirannia del relativismo” che vuole distruggere l’unità dell’azione dello stato.

Ma non sono ancora arrivata alle sue splendide conclusioni:

·         Lo stato deve obbligare con delle leggi i medici a praticare l’aborto e qualsiasi altra pratica come l’eutanasia.

·         Discriminare le assunzioni e le ammissioni alle università in base alle idee morali dei candidati.

·         “Nessuno nella vita è libero” quindi nessuno deve essere libero di fare come gli pare, perché i compiti professionali vengono prima della coscienza.

A questo punto ero davvero indignata non soltanto per quello che aveva detto il professore ma anche perché nessuno è rimasto impressionato dalle sue parole. Pochissimi hanno detto qualcosa contro. Moltissimi hanno sottolineato il diritto delle donne di abortire e che, questo sistema le ostacola. Altri, in riferimento all’eutanasia, appoggiavano questa tesi suggerendo che, come è successo in Olanda “ si tratta solo di tempo, le persone si devono abituare all’idea e dopo non si lamenterà più nessuno”. Altri infine hanno detto che per il medico effettuare queste pratiche sono “doveri civili.”

Tutto questo fa tanta tristezza dove è finita la libertà, l’uguaglianza, la non discriminazione i principi di pluralità della nostra democrazia. Queste idee portano ad un nuovo totalitarismo, qualcosa dove il singolo e la coscienza non esistono. Fa davvero paura!

E’stato davvero impressionante vedere quel professore che a tutte le obiezioni che gli si facevano non rispondeva argomentando logicamente, non c’era né dialogo né confronto. Più che altro prendeva in giro ridicolizzando chi propugnava qualcosa che andasse contro la sua tesi. Questo dimostra la debolezza genetica di quello che propugnava. Le sue tesi partono da premesse false e ideologiche che hanno completamente oscurato la semplice realtà, la Verità.  Lui non la vede!

L’esempio pratico del fatto che non ci sono quasi più medici disposti a fare quelle pratiche, ci spiega tanto.  Si può essere razionalmente o ideologicamente convinti di qualsiasi cosa, ma, quando sei tu e ti trovi davanti una vita umana e sei chiamato ad uccidere non credo che sia così naturale come lui lo prospettava nelle sue tesi. Il problema è allarmante se pensiamo che a Gennaio di quest’anno la CGIL ha presentato un reclamo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa proprio su questo tema[2] e in Spagna dal 2010 è presente una legge[3] che ha ridotto all’inverosimile la possibilità di obiezione.

Preghiamo tantissimo Gesù e la Madonna S.S. che ci salvino da un futuro così cupo.
 
 
Elena Marchese

 



[1] Per ulteriori informazioni sul concetto o per un quadro comparatistico al problema, posso fornire del materiale.
 
[2] http://www.giuristiperlavita.org/joomla/21-slides/73-difesa-del-diritto-all-obiezione-di-coscienza
[3] Ley organica n°2 del 3 Marzo 2010

1 commento:

  1. Bellissimo articolo, Elena! La cosa più assurda, secondo me, è che tutte queste tesi vengono portate avanti con argomenti che non hanno nulla a che fare con la logica e la ragione, come hai detto anche tu. Cioè si sta perdendo la capacità di sostenere una tesi con un ragionamento logico, è veramente incredibile! E questo non solo nel campo dell'obiezione di coscienza, ma anche per quanto riguarda l'aborto, le unioni gay, la castità...
    Preghiamo affinché possiamo imparare ad essere persone pensanti!

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