Al giudizio sarò solo con Dio
(Parte II)
-Credo che sia un avviso del Signore di star
pronto a partire.
Qualche minuto dopo va a trovare don Bosco:
- Guardi che massima mi è toccata alla
riunione della Compagnia: “Al giudizio sarò solo con Dio”. È il Signore che mi
cita a comparire davanti al suo tribunale.
- Ma no, Michele! Non impressionarti così.
Tutti dobbiamo essere pronti a morire quando il Signore ci chiama. Non dice il Vangelo
che il Signore verrà come un ladro?
Ma Michele è convinto che don Bosco sa e che
non vuole parlare.
- Mi dica: quanto tempo mi resta da vivere?
- Vivremo finché il Signore vorrà.
Michele diventa sempre più ansioso.
- Mi dica almeno se finirò l'anno che abbiamo
appena cominciato.
- Su, coraggio, Michele! Sai bene che è
inutile fare queste domande. La nostra vita è nelle mani di Dio. Lui solo
conosce quanto tempo ci resta da vivere. L'importante non è sapere l'ora della
morte ma esser pronti a morir bene.
- Se lei non me lo dice, vuoi dire che
quell'ora dev'essere molto vicina.
- Non credo che sia tanto vicina; ma anche se
lo fosse, non saresti contento di andare in paradiso a vedere la Madonna?
- È vero... ha ragione.
E don Bosco conclude:
- Ascolta me: conservati calmo e sereno. Come
san Luig.
Lunedì e martedì non accadde nulla di
speciale. Michele era allegro come sempre.
- Bravo! - gli disse Beppe dopo una brillante
vittoria a “ barra rotta”. -Adesso pensa a vincere la prossima partita, non a
morire. Ma Michele non è persuaso e mormora:
-Eppure tocca a me.
Mercoledì dopo pranzo, durante la ricreazione,
don Bosco lo vede tutto solo sul balcone. Guarda gli altri ragazzi che stanno
giocando.
- Come mai non giochi?
- Non sto bene. Credo siano i miei soliti
vermi.
- Se è solo quello, non è nulla di grave. Non
aver paura. Va' dall'infermiere e chiedigli qualche medicina.
Don Bosco segue con lo sguardo preoccupato il
suo piccolo "generale”. A Michele non restano che due giorni di vita.
Giovedì mattina Michele si alzò con gli altri
ragazzi. Ogni giovedì faceva la Comunione per i moribondi, ed anche quel giorno
non volle ometterla. Dopo colazione cercò di giocare, ma le gambe gli
sembravano pesanti come piombo. Gli girava la testa e stentava perfino a
respirare. Don Rua se ne accorse e gli domandò:
- Come ti senti stamattina?
- Non troppo bene. Sono tanto stanco! Non
riesco a respirare. Vorrei mettermi a letto.
-Ma certo! Va' subito in infermeria e cerca di
riposare
Un'ora dopo, don Bosco è al suo capezzale.
-Ti senti meglio adesso?
-Sì, un po' meglio.
-Ho una buona notizia da darti. Indovina chi è
venuto a trovarti.
-Mia mamma?
-Come hai fatto a indovinarlo? Sì, tua mamma è
venuta a Torino per affari e naturalmente vuol vederti.
-Sono tanto contento che sia venuta. Mi sento
mezzo guarito.
-E adesso cerca di guarire anche l'altra metà.
Le dirò che non c'è nulla di grave. Ora cerca di riposare e sta' sereno e
allegro.
La mamma è molto preoccupata, ma dice a don
Bosco:
-Può darsi sia la solita malattia.
Michele desidera avere vicina la mamma, e don
Bosco l'accontenta.
Verso sera don Bosco ritiene prudente chiamare
il medico, il quale però non pensa si tratti di cosa grave.
-Continuate a dargli le stesse medicine, -dice
a don Bosco, - e fra due o tre giorni il malato sarà perfettamente ristabilito.