sabato 28 settembre 2013

Appoggiandoci
alla Croce di Gesù


Elena ha partecipato alle I Giornate di Formazione e anche quest'anno era presente con tutta l'energia alle II Giornate. Lungo l'anno ha scritto diversi articoli per questo Blog. Riportiamo qui un nuovo articolo che invita ai giovani a non farsi trascinare dalle correnti del mondo e ad essere veri testimoni di speranza sopranaturale. 



Lotta silente ma non per questo poco pericolosa è quella che è in atto ovunque e che colpisce la fascia di popolazione più importante: quella dei giovani. Proprio oggi mi è capitato di parlare con un sacerdote che mi ha detto: “Il male vuole trasformare voi giovani in pupazzi, marionette senza volontà, incapaci di amare”. Si diventa in qualche modo “persone alla deriva”, incapaci di prendere posizioni nette, lottare per grandi ideali. A quel punto neanche a 60 anni si diventa veramente adulti. Credo che questo succeda perchè anche chi è stato cresciuto in un ambiente in cui i valori ci sono, nella maggioranza dei casi, o non ne ha più una piena coscienza, oppure viene travolto dalla violenza distruttrice di un relativismo radicale.

Il risultato? Gli ideali  vacillano e come conseguenza diretta i giovani sono dapprima disorientati poi immobilizzati. Diventano automi incapaci, depressi e senza speranza. Tutto ciò, unito al cattivo esempio che riceviamo dagli altri fa espandere sempre di più quello che il P. Buela (nel suo libro Giovani del Terzo Millennio) definisce “generazione light”. Ragazzi e ragazze ridotti all’inerzia morale e intellettuale, incapaci di indirizzare e sforzare la volontà sulle cose che davvero contano nella vita. Imbambolati da cose futili che gli fanno solo perdere tempo. La cosa che mi colpisce di più è che il mondo vuole farci avere la CERTEZZA che noi siamo inutili, ci vuole inaridire a tal punto da rendere “valori fondamentali della vita” cose che invece non contano niente o ci autodistruggono. 

Noi invece abbiamo una grande missione: come giovani dobbiamo rialzarci dalle rovine di quest’epoca
appoggiandoci alla Croce di Gesù e dimostrare al mondo che esiste l’amore, dimostrare che la vita vera si realizza nel “DONO DI SÉ” e che è “così che si ama”.  La condizione del giovane è per sua natura (secondo la dignità che in Cristo ci spetta) una chiamata ad un nobile eroismo, ma quanti giovani ne sono consapevoli? Se  uno di noi ragazzi scoprisse di essere figlio di un re e di possedere quindi una dignità regale, non lascerebbe forse qualsiasi degli impegni che contrastano con il suo status (degrado, occupazioni triviali ecc.) per cercare di andare nel suo regno? Non cercherebbe forse di  cominciare a vivere da “principe” lasciando tutto quello che era prima, essendo d’esempio per gli altri, nei modi, nelle occupazioni e nella magnanimità? Io vi dico è questa la nostra situazione da figli di Dio e dobbiamo saperlo e viverlo a pieno!

Basterebbe dare a Dio una sola vera possibilità per farsi conoscere dandogli spazio nella nostra vita. Sperimenteremmo così qualcosa di eccezionale: la libertà e la capacità di essere davvero padroni della nostra vita.  Vi assicuro per esperienza personale che non c’è festa, fidanzato, carriera o qualsiasi altra cosa che si viva  così a pieno come quando li si vive con  Dio. Molti pensano che far entrare Dio nella nostra vita sia limitante, non si rendono conto che Dio non toglie niente ma dà tutto.

Il Papa stesso ha detto “non lasciatevi rubare la Speranza” ed è questa una delle lotte più importanti che noi ragazzi dobbiamo combattere per non essere burattini in mano a fasi profeti e false promesse. Per riuscire in questo combattimento ci sono degli strumenti fondamentali:  i Sacramenti e la preghiera (specialmente a Maria S.S.) sono la base,  poi è di grandissimo aiuto partecipare ad attività come le giornate di formazione, gli esercizi spirituali o altre occasioni che ci offrono i Padri e le Suore della Famiglia del Verbo Incarnato.

Elena


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