I quattro effetti
dell’amore
(parte I)
L’uomo
sensuale confonde il piacere con la felicità: la sua ansia di piacere uccide il
vero amore. Cosa è il vero amore lo abbiamo trattato nei post sulla “Famiglia e amore puro”.
Ora
parleremo degli effetti dell’amore prendendo spunto da ciò che insegna il servo
di Dio Fulton J. Sheen, che a sua volta fa riferimento agli insegnamenti di San
Tommaso d’Aquino.
Il Dottore Angelico spiega che gli effetti dell'amore sono principalmente quattro: l'unità, la compenetrazione reciproca, l'estasi
e lo zelo. Vediamo per ora i due primi.
Ringraziamo Maria Lucia Bonanni per il suo lavoro di selezione di questo
testo.
Qualsiasi amore brama l’unità. Ciò
è evidente nel matrimonio, dove si ha l'unità di due esseri in una
sola carne. Quando una persona ama una qualche cosa, la vede come il
compimento di un desiderio e cerca d'incorporarla a sé, si tratti di vino o
della scienza delle stelle. Nell'amicizia, l'altra persona è amata
come un altro se stesso, ossia come l'altra metà della propria anima. Il
soggetto amante cerca di procurarle gli stessi favori che vorrebbe procurare a
se stesso, e d'intensificare in tal modo il vincolo di unione tra lui e la
persona amata.
Dato che l'amore crea l'unità, abbiamo spiegato come alcune
anime eroiche siano disposte ad assumersi le sofferenze e i peccati degli
altri. Una madre affettuosa di fronte al dolore fisico del suo bambino vorrebbe
poterselo assumere lei, al fine di liberarne il suo piccolo. Ella
sente il dolore come suo, poiché il suo amore l'ha resa una sola cosa
col suo bambino. Questo amore animato dal sacrificio raggiunse la sua più alta
espressione nell'Orto di Getsemani, dove Cristo s'identificò a tal punto con i peccatori
che cominciò a sudare gocce di sangue. Raggiunse la più alta espressione
fisica sul Calvario, quando Egli offrì la Sua vita per coloro che amava.
Il cuore umano non potrebbe mai tendere all'unità se in esso non
fosse insito un senso fondamentale d'incompletezza che solo Dio può
perfettamente colmare. Il senso del vuoto spinge l'uomo a superare
le sue deficienze, fin quando egli non divenga
definitivamente una cosa sola con ciò che ama. Incidentalmente, poiché
l'amore produce l'unità, ne consegue che bisogna badare molto bene
alla scelta di ciò con cui si tende in ultima analisi a unificarsi. L'unità con
Dio è necessariamente l'amore immortale. Un
amore che non conosca un più alto fine della carne condividerà la corruzione
della carne.
L'amore
sessuale crea tra l'uomo e la donna una completezza che supera di gran lunga
qualsiasi altra unione di ordine sociale o politico. Lo
Stato può infrangere mediante il divorzio il legame esteriore tra marito e
moglie ma non potrà mai infrangere quel legame interiore che
la fusione in una sola carne ha creato. Per
giustificare la rottura della loro unione, tali coniugi possono dire: «L'amore
mi ha ingannato». La verità è che sono stati loro a
ingannare l'amore. E il loro inganno ebbe inizio il giorno in cui scambiarono
per amore il «fremito sessuale». In realtà
essi non hanno mai amato, perché l'amore non riprende mai ciò che dà, nemmeno
nell'infedeltà. Dio non ritira mai il Suo amore, quantunque
noi siamo peccatori. Noi possiamo tradire Lui, ma Egli non ci abbandona mai.
La compenetrazione reciproca, il secondo effetto
dell'amore, significa letteralmente che nell' amore le due parti
s'immedesimano, esistono l'una nell'altra. La passione d'amore non si soddisfa
col semplice possesso, ma aspira perfino ad assimilare l'altro essere. Forse
non c’è' donna al mondo che tenendo in braccio il suo bambino non abbia detto
qualche volta: «Quanto è caro! Lo mangerei». Si cela in queste parole il mistero di
quella assimilazione che raggiunge il suo vertice nella Santa Comunione, in
cui Dio Incarnato soddisfa il nostro desiderio di adesione completa con la Sua Divinità e
Umanità, sotto le specie e l'apparenza del pane. Se l’amore non implicasse
inerenza, non si potrebbe spiegare psicologicamente come il
male fisico o raffronto arrecato ai nostri cari possa essere
sentito come arrecato a noi stessi.
Così, la cosa amata è nell'interno di chi ama. Perché ogni
minimo dono diventa un tesoro, perché ogni parola torna sempre alla memoria?
Perché ogni scena si colora della visione dell'amato, se non fosse che, in
certo modo, non c'è pace senza la completa compenetrazione dell'uno nell'altro?
Nessun innamorato si accontenta mai di una conoscenza superficiale della cosa o
persona amata. Chi ama la musica non si appaga mai abbastanza delle proprie
conoscenze musicali. Chi ama Dio non conosce mai la parola
" troppo ". Coloro che accusano gli altri di amar troppo Dio o la
religione, in realtà non amano affatto Dio, né conoscono il significato dell'
amore. Coloro che sono uniti nell' amore, godono e soffrono delle medesime
cose.
La compenetrazione reciproca come secondo effetto dell'amore
aggiunge qualcosa all'unione matrimoniale. L'unità della carne diventa allora
unità della mente e del cuore. La fusione carnale intermittente esige un altro
genere di unità, oltre quella della carne. San Paolo dice che marito e
moglie dovrebbero reciprocamente comportarsi “come se fossero sposati nel
Signore" ossia come se fossero consci della loro vocazione di formare una
sola cosa in Cristo. Così anche scrisse Elizabeth Barrett Browning: «Due amori
umani formano un amore divino». Quell' amore che è tenuto
insieme soltanto dalla carne è fragile come la carne, ma
l'amore che è tenuto insieme da una vera unione spirituale ed è basato
su un amore di un destino comune è veramente quello che dura «fin
quando non ci divida la morte». Non
basta condividere le stesse parole e gli stessi godimenti; bisogna condividere
anche gli stessi silenzi. «E Maria fece tesoro di tutte
queste parole, conferendole insieme nel suo cuore» (Luca
2: 19). Coloro che non si amano ancora l'un l'altro profondamente, hanno
bisogno delle parole; coloro che si amano profondamente, costruiscono sui
silenzi.
Tratto da “Tre per sposarsi” di Fulton Sheen, cap. III- Che
cos’è l’amore.
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