mercoledì 6 febbraio 2013


I quattro effetti dell’amore
(parte II)


"Dal frutto si riconosce l'albero", e dai suoi effetti si può distinguere l'amore autentico da quello falso. I due ultimi effetti dell'amore che commenta Fulton Sheen sono quello de l'estasi e lo zelo. Da queste linee si comprende come il cuore dell'uomo è fatto per amare, e come tutto quello che Dio ha disposto nelle nostre vite e per meglio unirci a Lui. 



Il terzo effetto dell' amore è l'estasi, che significa esser «trasportati al di fuori di sé». Grosso modo, poiché l'amore fa convivere l'amante nell'amato, chi ama è già, in un certo senso, trasportato al di fuori di sé.
Quando siamo animati da un grande amore, possiamo resistere a ogni genere di contrarietà
grazie alla qualità dell'amore che ci astrae da ciò che ci circonda. La capanna del marito e della moglie veramente innamorati l'uno dell'altro non è così intimamente monotona come il ricco appartamento del marito e della moglie che hanno cessato di amarsi. Il santo, come Vincenzo de' Paoli, nutre un tale amore per il povero di Dio che si dimentica di prendere cibo.

La differenza tra l'amore degli umani e l’amore di Dio è che nell'amore umano l'estasi si manifesta all'inizio, mentre nell' amore di Dio essa si manifesta in ultima analisi, ossia soltanto dopo aver vissuto molte sofferenze e 1'agonia dell'anima. L'emozione del giovane prete alla sua Prima Messa Solenne, e l'intima estasi della monaca in occasione della sua vestizione, sono «dolciumi» dati dal Signore per stimolarli a elevarsi spiritualmente. Più tardi quanto v'è di dolce svanisce e occorre uno sforzo supremo della volontà per essere in tutto e per tutto come si dovrebbe essere. Così anche per la luna di miele del matrimonio. L'espressione stessa indica che l'amore dapprima è miele, ma poi può essere mutevole come la luna. La prima estasi non è la vera. L'ultima estasi viene solamente dopo le amare esperienze, la fedeltà dopo la tempesta, la perseveranza dopo la mediocrità, e la vocazione del destino Divino dopo che si sia passati attraverso le tentazioni terrene. Il profondo amore estatico di cui godono alcuni genitori cristiani dopo aver esperimentato i loro Calvari è degno di ammirazione. La vera estasi, in realtà, non è quella della prima giovinezza, ma quella della maturità. Nella prima estasi, si cerca di ricevere tutto quanto l'altra parte può dare. Nella seconda, si cerca di dare tutto a Dio.




Lo zelo, quarto effetto dell'amore, è quella speciale passione che ci fa desiderare di spargere e diffondere l'amore che sentiamo, e di escludere tutto ciò che gli ripugna. L'innamorato romantico ricerca quegli amici che siano disposti ad ascoltare gli elogi della persona amata e a cui può mostrarne la fotografia; il Santo, innamorato di Cristo, si fa missionario e si spinge fino a quelle terre dove il nome del Redentore non è stato mai udito, e questo fa affinché altri cuori possano condividere con lui la passione per il Potentissimo Amante.
Le cose in cui difesa saremmo disposti a spendere tutta la nostra energia, o a dare la vita pur di conservarle, sono l'esatta misura del nostro zelo! Movente di tutti i nostri atti è l'amore. Gli argomenti di cui parliamo, le persone che odiamo, gli ideali che perseguiamo, i fatti che ci contrariano, sono altrettante indicazioni dei nostri cuori. Pochi si rendono conto della misura in cui rivelano la loro personalità svelando ciò che più amano: «dell' abbondanza del cuore parla la bocca», e se amiamo ciò che non dovremmo, tutta la nostra vita ne risulterà falsata. Quel che lo zelo è per la religione, la fedeltà e la fecondità lo sono per il matrimonio: ossia la devozione verso la persona cara e la proiezione di quell'amore nella famiglia.
Questo genere di zelo non solo sommerge tutti quei desideri biologici a esso estranei, ma è anche basato sulla consapevolezza che l'altra persona è quella che Dio ha scelta per noi «per il meglio e per il peggio, in ricchezza o in povertà, finché non ci divida la morte».  Ben disse Euripide: «Non ama chi non ama per sempre».

Lo zelo si manifesta spiritualmente nel condurre altre anime a Dio, e fisicamente procreando a Dio altri figli. La fecondità è il naturale effetto dell' amore tra l'albero e la terra, tra il missionario e il pagano, tra il marito e la moglie. L'amore non prospera nella moderazione. Lo zelo è generosità. L'amore che misura i sacrifici da compiere per gli altri tarpa le proprie aspirazioni. Lo zelo non conosce limiti, non dice mai « basta». Nostro Signore disse che i Suoi seguaci, dopo aver fatto quanto dovevano, dovevano ancora considerarsi « servi inutili».

Nel Servizio di Dio e nel matrimonio occorre quindi una generosità che superi di gran lunga i limiti della giustizia. Il vicino di casa che offre di venire ad aiutare per un'ora e ci rimarrà per due; il medico che oltre alle visite professionali «si fermerà un momento a vedere come state»; il marito e la moglie che gareggeranno in amore reciproco; tutti avranno compreso quello ch'è uno degli effetti più belli dell'amore: lo zelo, che tutti rende folli l'uno dell'altro. «Noi siamo folli per amor di Cristo»  (I Cor. 4: 10).

Tratto da “Tre per sposarsi” di Fulton Sheen, cap. III- Che cos’è l’amore.

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