La distruzione della vita: l’aborto
(Parte I)
L’aborto è una delle tragedie più grandi e scandalose del nostro secolo.
Secondo calcoli “modesti”, si realizzano più di 60 milioni di aborti chirurgici
all’anno, ai quali bisogna sommare i circa 500 milioni calcolati nelle donne
che fanno uso di dispositivi intrauterini e pillole abortive. Contando
solamente gli aborti chirurgici, si realizzano nel mondo quasi 2 aborti al
secondo. È un bagno di sangue per il quale sta passando la nostra civiltà e che
invoca il cielo.
Quando inizia la vita umana?
Alla luce del senso comune, della scienza
e della fede si può dimostrare che la vita umana incomincia nel momento del
concepimento.
“Dal medesimo istante della fecondazione,
dal momento in cui la cellula femminile riceve tutta l’informazione che
contiene lo spermatozoo, esiste un’ essere umano” (Prof. Jerome Lejeune,
Cattedratico di genetica della Sorbona, Parigi).
Questa prima cellula, risultato del
concepimento, è già un essere umano. Continua il prof. Lejeune: “L’ovulo
fecondato possiede i 46 cromosomi, propri della specie umana. Accettare che
dopo il concepimento un nuovo essere umano ha iniziato ad esistere, non è una
questione di gusto o opinione, ma un’evidenza sperimentale” poi continua,
dicendo: “Se l’embrione non è dal primo momento un membro della nostra specie,
non arriverebbe ad esserlo mai”.
Altri testimoni scientifici: Nella
fecondazione “i gameti paterno e materno si incontrano, si attivano mutuamente
e fondono il materiale genetico che ognuno porta e si “accende” una nuova vita. Nel momento in cui l'ovulo è fecondato distribuisce in maniera asimmetrica i componenti
che contiene, in modo tale che smette di essere una semplice cellula e si
converte nel corpo del figlio, nel suo stato più semplice, lo zigote.
L’apparizione di uno zigote è la prova della fine del processo di fecondazione
e si è concepito un nuovo essere umano. Tutto il nuovo essere è qui con le
caratteristiche e potenzialità proprie di chi inizia il suo primo giorno di
vita.” (Natalia Lopez Moratalla, cattedratica di Biologia).
Biologicamente non c’è differenza tra
uccidere un embrione umano di 24 ore o un bambino di 24 mesi. «L’ uomo intero
si trova già nell’ovulo dal momento in cui viene fecondato: tutto l’uomo con le
sue potenzialità”(Jean Rostand, biologo francese).
Questo significa che il nuovo essere
generato è una persona dal momento del concepimento, e quindi ha tutti i suoi
diritti umani, il primo dei quali è il diritto alla vita. Il codice genetico
contiene le caratteristiche individuali del nuovo essere. Tutto quello che ogni
individuo umano possiede in quanto essere unico, singolare e irripetibile, è
già presente nel suo codice genetico. La persona umana nello stato di embrione
si trova già con tutte le sue potenzialità, che si svilupperanno durante il suo
percorso esistenziale.
La ragione ci dice che l’eliminazione di
un embrione fecondato è illecita anche se avessimo dei dubbi sulla presenza di
vita umana in una realtà così piccola. Se mi danno un pacchetto dicendomi di
gettarlo nel mare poiché dentro c’è un gatto morto, però io sospetto che ci sia
un bambino vivo, non posso buttarlo prima di sciogliere il mio dubbio. Se lo
faccio senza essere sicuro che in realtà dentro non ci sia un bambino vivo, e
dovesse venir fuori che dentro c’è un bambino, sono responsabile di un omicidio.
Nella Sacra Scrittura troviamo come Dio ci
ama sin dal momento del nostro concepimento: Il Signore mi ha chiamato fin dal
seno materno, ha pronunciato il mio nome fin dal grembo di mia madre (Isaia
49:1). Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia
madre (Sal 139, 13).
Fonti: P.Miguel Angel Fuentes, "Maschio e femmina li creò", EDIVI, 2012.
P. Jorge Loring, "Para Salvarte", JL Ediciones Católicas (traduzione dei testi presi dal libro: Tullia Trevisan)
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