lunedì 7 aprile 2014

Dodicesimo giorno
 Trattato:[105-114]

CAPITOLO TERZO 
La vera devozione a Maria

Dopo che il santo ci ha mostrato le false devozioni alla Vergine santa, ci da cinque caratteristiche per definire come sia la vera devozione:

a) Devozione interiore: La vera devozione a Maria è interiore; parte, cioè, dalla mente e dal cuore; deriva dalla stima che si ha di lei e dall'amore che si nutre per lei.

b) Devozione tenera: La vera devozione a Maria è tenera, vale a dire piena di fiducia nella Vergine santa, di quella stessa fiducia che un bambino ha nella propria mamma. Essa spinge l’anima a rivolgersi a lei per aiuto come ad una mamma, in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni cosa: nei dubbi per essere illuminato, nei traviamenti per ritrovare il cammino, nelle tentazioni per essere sostenuto, nelle debolezze per essere fortificato, nelle cadute per essere rialzato, negli scrupoli per esserne liberato, nelle croci, fatiche e contrarietà della vita per essere consolato.

c) Devozione santa: La vera devozione a Maria è santa, cioè conduce l'anima ad evitare il peccato e ad imitare le virtù della Vergine.

d) Devozione costante: La vera devozione alla Vergine è costante: conferma l'anima nel bene e la induce a non abbandonare facilmente le pratiche di pietà. La rende coraggiosa nell'opporsi alle massime del mondo, alle molestie e agli stimoli della carne, e alle tentazioni del demonio. Se cade, si rialza tendendo la mano a colei che le è madre buona, se si trova senza gusto né fervore sensibile, non se ne affligge. Infatti il giusto e il devoto fedele di Maria vivono della fede di Gesù e di Maria, e non dei sentimenti della natura.

e) Devozione disinteressata: Un vero devoto di Maria non serve questa augusta Regina per il proprio bene temporale o eterno, corporale o spirituale, ma unicamente perché ella merita di essere servita, e Dio solo in lei. L’ama e la serve fedelmente, sia nelle freddezze e nelle aridità che nelle dolcezze e nei fervori sensibili.

San Luigi, confida tanto in questa devozione, che conclude questo capitolo dicendo:

“Se sapessi che il mio sangue colpevole potesse servire a far penetrare nei cuori le verità che scrivo in onore della mia amata Madre e augusta Sovrana, me ne servirei, invece dell'inchiostro, per tracciare questi caratteri.”



X
Pratiche di preparazione

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio
2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”
3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori

Il peccato è un disprezzo che si fa a Dio

“Ecco come lo stesso Dio lo dichiara, e ne fa espressi lamenti: «Ho nutrito dei figli e li ho allevati, ma essi si sono ribellati a me” (Is I, 2). Io ho sollevato i miei figli, gli ho conservati e nutriti; ma essi con barbara ingratitudine mi hanno disprezzato. Ma chi è questo Dio, che da quest'uomini è disprezzato? è il Creatore del cielo e della terra: è un bene infinito, un Signore così grande, che a suo confronto tutti gli uomini e tutti gli angeli sono come una stilla di acqua ed un granello di arena, "come la polvere minuta delle bilance“(Is 40, 15). In somma tutte le creature innanzi alla sua infinita grandezza sono così poco, come non fossero.

Ma oh Dio, che ho fatto! Voi, mio Redentore avete tanto stimata l'anima mia che ci avete speso il sangue per non vederla perduta, ed io ho voluto perderla per niente, per un capriccio, per uno sfogo di rabbia, per un misero diletto, con disprezzare la vostra grazia e il vostro amore!

Ah mio Dio, e chi son io che vi ho disprezzato? un povero verme che niente posso ed altro non ho, se non quello che voi mi avete dato per vostra bontà. Voi mi avete dato l'anima, il corpo, l'uso della ragione e tanti beni in questa terra; ed io di tutto mi son servito per offender voi, mio benefattore. Che più? nello stesso tempo che da voi m'era conservata la vita, affinché io non cadessi nell'inferno che meritava, io seguitava a maltrattarvi. Ah mio Salvatore, e come avete avuto tanta pazienza con me! Misero me, quante notti ho dormito in disgrazia vostra.

O Maria, rifugio de' peccatori, soccorrete un peccatore, che a voi si raccomanda.




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