Tredicesimo giorno
Trattato: [115-119]
CAPITOLO QUARTO
Principali forme di devozione a Maria
In questo capitolo San Luigi, fa una
divisione delle varie forme di devozione a Maria. Le divide in due gruppi
principali:
1) Pratiche
interiori
Onorarla come degna Madre di Dio, cioè stimarla e onorarla più di tutti gli altri
santi, in quanto essa è il capolavoro della grazia. Meditare le sue virtù, i
suoi privilegi e le sue azioni.
Contemplare le sue grandezze. Porgerle
espressioni di amore, di lode e di riconoscenza. Invocarla col cuore.
Offrirsi e vivere in comunione con lei.
Compiere le proprie azioni con lo scopo di piacerle. Intraprendere, continuare
e finire tutte le proprie azioni per mezzo di lei, in lei, con lei e per lei, a
fine di compierle per mezzo di Gesù Cristo, in Gesù Cristo, con Gesù Cristo e
per Gesù Cristo, nostro ultimo fine.
2) Pratiche
esteriori
Ci sono tantissime pratiche esteriori; San Luigi ne fa un elenco di alcune:
Iscriversi nelle sue confraternite e
congregazioni. Entrare negli Istituti religiosi fondati in suo onore.
Proclamare le sue lodi. Fare in suo onore elemosine, digiuni e mortificazioni
spirituali o corporali. Portare sulla persona qualche suo distintivo, come il
santo rosario, lo scapolare o la catenina. Recitare con attenzione, devozione e
modestia: o il santo Rosario, o l'Ufficio della beata Vergine, così
universalmente approvato e recitato nella Chiesa, o il Piccolo Salterio di
Maria, che san Bonaventura compose in suo onore e che ispira affetti così dolci
e devoti, oppure altre preghiere, inni e cantici
della Chiesa, come la Salve Regina ecc. Cantare e far cantare cantici
spirituali in suo onore. Farle un certo numero di genuflessioni o riverenze,
dicendole, per esempio: Ave, Maria, Vergine fedele, oppure, Ave, Maria, Madre
di Misericordia. Avere a cuore le sue confraternite, ornare i suoi altari,
incoronare ed ornare le sue immagini. Portare e far portare le sue immagini in
processione ed averne una su di se, quale arma potente contro il maligno. Far
dipingere le sue immagini o il suo nome e collocarli nelle chiese o nelle case
o sopra le porte e gli ingressi delle città, delle chiese e delle case.
Consacrarsi a lei in maniera speciale e solenne.
Vi sono tante altre devozioni che si
possono rivolgere alla Santa Vergine. La cosa più importante è che servano a santificare
le anime, purché siano compiute in debito modo, e cioè: 1) con buona e retta
intenzione di piacere a Dio solo, di unirsi a Gesù Cristo, che è il loro fine
ultimo, e di edificare il prossimo; 2) con attenzione, senza distrazioni
volontarie;3) con pietà, senza fretta e senza svogliatezza; 4) con modestia e
compostezza di corpo rispettosa ed edificante.
La forma più perfetta
San Luigi descrive le caratteristiche della vera devozione:
“Tutto considerato, dichiaro ad alta voce che, non ho
conosciuto né imparato forma di devozione verso Maria, simile a quella che sto
per esporre. Nessuna, infatti, come questa esige da un'anima più sacrifici per
Dio, la svuota maggiormente di se stessa e del suo amor proprio, la custodisce
più fedelmente nella grazia e la grazia in lei, l'unisce più perfettamente e
più facilmente a Gesù Cristo e, infine, è più gloriosa per Dio, santificante
per l'anima e utile al prossimo”.
X
Pratiche di preparazione
1) Ci mettiamo nella presenza di Dio
2) Chiediamo la grazia di avere una
conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”
3) Lettura: Tratto dal libro Via
della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori
Il peccatore
nega a Dio l’ubbidienza
Quando Mosè annunciò al Faraone l'ordine di Dio che lasciasse in libertà
il suo popolo, rispose il temerario: «Chi è il Signore che io debba ubbidire
alla sua voce? Io non conosco il Signore" Lo stesso dice il peccatore,
quando la coscienza gli ricorda intimamente il precetto divino e gli proibisce
di fare quel peccato, ed egli risponde: Ora in questo fatto io non conosco
Dio: so ch'egli è il mio Signore, ma non voglio ubbidirlo.
La voce di Dio si fa sentire al peccatore quando è tentato, dicendogli: “Figlio,
questo non ti conviene, non ti prender questo infame piacere, lascia questa
roba, che non è tua”. Ma egli peccando risponde: “Signore, non vi voglio
servire. Voi non volete che io faccia questo peccato, ed io voglio farlo”.
Così vi ho detto più volte, o mio Dio, quando ho peccato. Se voi non
foste morto per me, o mio Redentore, non avrei animo neppure di cercarvi
perdono; ma voi stesso dalla croce questo perdono mi offrite, se io lo voglio.
Sì che lo voglio; mi pento di avervi disprezzato, o sommo bene. Prima morire
che mai più offendervi.
Maria,
rifugio mio, a voi chiedo la grazia di essere fedele a Dio sino alla morte.
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