Ventiquattresimo giorno
Trattato: [191-200]
3. Giacobbe figura dei predestinati
San
Luigi mette ora in paragone la condotta di Giacobbe con quella dei veri devoti
della Vergine.
Giacobbe
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I consacrati a Gesù per Maria
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1) Giacobbe il più giovane:
era di gracile costituzione, mite e pacifico, e se
ne stava abitualmente in casa per guadagnarsi le buone grazie della madre
Rebecca, che amava con tenerezza. Se usciva, non lo faceva di propria
iniziativa, né perché confidava nella sua abilità, ma per obbedire a sua
madre.
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1) Se ne stanno a casa con la loro madre. Cioè amano il
ritiro, sono persone interiori, si applicano all'orazione, sull'esempio e in
compagnia della santa Vergine loro Madre. È vero che talvolta vanno fuori
nel mondo, ma è per obbedire alla volontà di Dio e a quella della loro Madre
e adempiere i doveri del proprio stato, stimando ancora molto di più quelle
che fanno dentro di sé in compagnia della santissima Vergine, perché così
costruiscono il grande edificio della loro perfezione.
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2) Amava ed onorava sua madre. Non era mai così contento come
quando la vedeva. Evitava tutto ciò che potesse dispiacerle, e faceva invece
quanto credeva fosse di suo gradimento: di modo che in Rebecca s'accresceva
l'amore che già gli portava.
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2) Amano teneramente e onorano sinceramente la santissima
Vergine, non solo a parole ma a fatti; l'onorano non solo esteriormente ma
nell'intimo del cuore. Le portano e danno non due capretti, come Giacobbe
a Rebecca, ma ciò che quei due capretti figuravano, ossia il proprio corpo e
la propria anima
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3) Era sottomesso in tutto alla sua cara madre. Le obbediva
interamente in ogni cosa, prontamente senza indugi, amorevolmente senza
lamentarsi. Al minimo cenno della volontà di lei, il piccolo Giacobbe correva
e si metteva all'opera. Credeva a quanto ella gli diceva, senza fare
obiezioni. Così, per esempio, quando gli disse di andare a prendere due
capretti e di portarglieli per preparare un piatto a suo padre Isacco, egli
non le rispose che bastava un capretto per dare da mangiare una volta ad una
sola persona, ma senza ragionare, fece quanto gli era stato detto.
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3) Sono sottomessi e obbedienti alla Vergine santa, come a loro
amorevole Madre, sull'esempio di Gesù Cristo, il quale volle consacrare ben
trent'anni a glorificare il Padre con una perfetta e totale sottomissione
alla sua santa Madre. Essi le obbediscono, seguendo con esattezza i suoi
consigli, come fece il giovane Giacobbe con Rebecca, quando ella gli disse:
“Obbedisci al mio ordine”, o come fecero gli invitati alle nozze di Cana,
quando la Vergine santa disse loro: “Fate quello che mio Figlio vi dirà”.
Per aver obbedito a sua madre, Giacobbe ricevette la benedizione
come per miracolo, sebbene naturalmente non avesse dovuto riceverla. Così i
figlio predestinati. riceveranno queste grazie solo a motivo della loro
perfetta obbedienza a Maria.
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4) Aveva grande fiducia nella sua cara madre. E poiché non si
appoggiava in alcun modo sulla propria abilità, ma unicamente sulle premure e
sulla protezione di lei, la richiedeva in ogni bisogno e la consultava in
ogni dubbio. Così, per esempio, quando le chiese se invece della benedizione
non avrebbe ricevuto piuttosto la maledizione di suo padre, egli credette e
si affidò a lei, non appena ella gli ebbe risposto che prendeva su di sé
quella maledizione.
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4) Nutrono grande fiducia nella bontà e nel potere di Maria,
loro cara Madre, implorano continuamente il suo aiuto, guardano a lei come a
loro stella polare per giungere in porto… Si gettano, anzi si nascondono e si
perdono in modo mirabile nel suo grembo materno e verginale, perché in esso
siano infiammati del puro amore, purificati da ogni benché minima macchia e
trovino pienamente Gesù, che vi risiede come sul trono più glorioso.
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5) Infine, imitava per quanto gli era possibile le virtù che
vedeva nella madre. Sembra che una delle ragioni per cui conduceva vita
ritirata in casa, fosse proprio per imitare la sua cara mamma, la quale era
virtuosa, e per tenersi lontano dalle cattive compagnie che corrompono i
costumi. In tal modo Giacobbe si rese degno della doppia benedizione
dell'amato padre.
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5) Infine, i predestinati seguono le vie della Vergine santa,
loro Madre, e cioè la imitano. Proprio in questo sono veramente felici e
devoti…Sono felici in questo mondo, durante la loro vita, per l'abbondanza
delle grazie e dolcezze che io comunico loro dalla mia pienezza, in più larga
misura che a quanti non mi imitano così da vicino. Sono felici nella loro
morte, che è dolce e tranquilla, e alla quale abitualmente assisto per introdurli
io stessa nelle gioie dell'eternità. Saranno felici infine nell'eternità,
perché mai si è perduto un mio buon servo fedele, che in vita abbia imitato
le mie virtù.
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X
Pratiche di preparazione
In questa ultima settimana, San Luigi ci indica di
fare il proposito di conoscere Gesù Cristo, ripetendo durante la
giornata la preghiera di sant’Agostino: “Signore, che io ti conosca”. Seguiremmo
i consigli che San Luigi insegna su “come vivere la consacrazione nella santa
comunione” (trattato: [266-273]). Potete quindi
applicare questi consiglio alle Sante Comunioni che facciate durante questa
settimana. Vi proponiamo qui un riassunto dei consigli che da San Luigi.
Prima della Comunione
1) Ti umilierai profondamente davanti a
Dio.
2) Rinunzierai alla tua indole corrotta e
alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia sembrare l'amor proprio.
3) Rinnoverai la tua consacrazione,
dicendo: “Sono tutto tuo, o amata sovrana, e tutto ciò che e mio ti appartiene.
4) Supplicherai questa buona Madre di
prestarti il suo cuore, per potervi ricevere Gesù con le sue stesse
disposizioni.
Nella comunione
Quando ti avvicini a ricevere la Comunione, dirai tre volte: “O
Signore, non sono degno. . .”, rivolgendoti alla Santissima Trinità:
a) Al Padre: lamentandoti che non sei
degno a causa dei tuoi cattivi pensieri e della tua ingratitudine verso un
Padre così buono, ma che ti affidi a Maria e ti avvicini insieme a Lei
b) Al Figlio: gli dirai che non sei degno
di riceverlo a causa delle tue parole inutili e cattive e della tua infedeltà
nel servirlo, ma che lo preghi di aver pietà di te, poiché stai per introdurlo
nella casa di sua Madre,
c) Allo Spirito Santo: Gli dirai che per
la tiepidezza e malvagità delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue
aspirazioni, non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, ma che
tutta la tua fiducia è Maria, sua sposa fedele.
Dopo la comunione
Dopo la santa Comunione, stando
interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, introdurrai Gesù Cristo nel
cuore di Maria. Lo darai a sua Madre che l'accoglierà con amore, lo collocherà
degnamente, l’adorerà profondamente, l'amerà perfettamente, l'abbraccerà
strettamente e gli renderà in spirito e verità molti omaggi che le nostre fitte
tenebre non conoscono.
O rimarrai nell'atteggiamento dello schiavo che attende alla porta
del palazzo del Re, mentre questi si trova a colloquio con la Regina. Mentre il
Re e la Regina parlano tra loro, senza che abbiano bisogno di te, te ne andrai
in spirito per cielo e terra e inviterai tutte le creature a ringraziare,
adorare ed amare Gesù e Maria, al tuo posto: “Venite, prostrati adoriamo,
ecc.”.
Vi è un'infinità di altri pensieri che lo Spirito Santo ispira e
ispirerà anche a te, se sarai molto raccolto, mortificato e fedele a questa
grande e sublime devozione che ti ho insegnata.
Ma ricordati che più lascerai fare a Maria nella tua Comunione,
più Gesù sarà glorificato. E che tanto più lascerai fare a Maria per Gesù e
a Gesù in Maria, quanto più profondamente ti umilierai e li ascolterai in
pace e in silenzio, senza preoccuparti di vedere, gustare e sentire.
Infatti il giusto vive di fede dappertutto, ma specialmente nella santa
Comunione, che è un'azione di fede: “Il mio giusto vivrà mediante la fede”.
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