Undicesimo giorno
Trattato: [96 – 104]
3) I devoti esteriori: questi, fanno consistere
tutta la devozione a Maria in pratiche esterne. Non hanno nessuna interiorità.
Recitano molti rosari, ma in fretta. Ascoltano parecchie messe, ma senza
attenzione. Non amano la sostanza della devozione, ma si attaccano a ciò che vi
è di sensibile, in modo che se non trovano soddisfazioni nei loro pii esercizi,
si scoraggiano e l’abbandonano.
4) I devoti presuntuosi: sono peccatori in balia delle
loro passioni e amanti del mondo. Sotto il bel nome di cristiani e di devoti
della Vergine santa nascondono vari peccati come: l'orgoglio o l'avarizia o
l'impurità o la bestemmia o la maldicenza o l'ingiustizia, ecc. Sperano che Dio
li perdonerà, che non morranno senza confessarsi e non andranno dannati, perché
recitano la corona. Ma quando gli si dice che una tale devozione, può
rovinarli, non lo vogliono credere. Rispondono che Dio è buono e
misericordioso, e che non ci ha creati per dannarci; che non c'è uomo che non
pecchi; che non morranno senza confessarsi. Per confermare quanto dicono,
ripetono alcuni fatti intesi o letti nei libri, veri o falsi che siano non
importa, i quali attesterebbero che
persone morte in peccato mortale e senza confessione, ma che in vita avevano
detto qualche preghiera o adempiuto qualche pratica in onore di Maria, ottennero da
Dio la contrizione, il perdono e la salvezza, e la stessa cosa sperano per
essi.
Questa falsa devozione è veramente diabolica. In realtà, chi potrebbe
dire con animo sincero di voler bene e onorare la Vergine santa, se con il
peccato colpisce, trafigge, mette in croce e oltraggia senza pietà Gesù Cristo,
suo Figlio?
“Affermo che un simile abuso della devozione al la
Vergine santa, ed inoltre che per
essere veri devoti della Vergine santa non è assolutamente necessario essere
così santi da evitare ogni peccato, per quanto ciò sia desiderabile; ma occorre
almeno essere sinceramente risoluti ad evitare almeno ogni peccato
mortale, sforzarsi di non commettere peccati e di recitare il santo rosario o
altre preghiere.”
Il santo aggiunge che se si trovasse davanti un
peccatore indurito, gli consiglierebbe queste buone opere, a condizione che le
compia non già per rimanersene tranquillo nello stato di peccato ma per
ottenere da Dio, mediante l'intercessione della Vergine santa, la grazia della
contrizione e del perdono dei peccati, e la vittoria sulle proprie cattive
abitudini.
5) I devoti incostanti: questi, sono coloro che
sono devoti della Vergine santa soltanto ad intervalli. Ora sono fervorosi ed
ora tiepidi, oggi abbracciano ogni sorta di devozione alla Vergine santa e
domani non ne osservano fedelmente le norme. Anziché caricarsi di tante
preghiere, è meglio compierne poche con amore e fedeltà, mal grado il mondo, il
demonio e la carne.
6) I devoti ipocriti: questi, nascondono i loro peccati e le loro cattive
abitudini sotto il manto di questa Vergine fedele, per apparire agli occhi
degli altri diversi da quello che sono.
7) I devoti interessati: infine, questi, sono quelli che
ricorrono alla Vergine santa solo per evitare pericoli, guarire dalle malattie
o per altre necessità del genere. Senza queste necessità, la
dimenticherebbero.
X
Pratiche di preparazione
1) Ci mettiamo nella presenza di Dio
2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io
conosca me stesso, Signore”
3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di
Liguori
Cosa è il peccato?
Il peccato è un’offesa a Dio, e in quanto tale è un danno che ha una
gravità infinita, poiché offende Dio che è infinitamente buono. Il peccato
mortale infrange l’amicizia che ci unisce con il nostro Creatore. Insegna
Sant’Alfonso:
“Il peccatore quando sta deliberando di dare o negare il consenso al
peccato, allora per così dire prende in mano la bilancia e si mette a vedere,
se vale più la grazia di Dio, o quello sfogo d'ira, quell'interesse, quel
diletto. Quando poi dà il consenso alla tentazione, allora che fa? allora dice
che vale più quel misero piacere, che non vale la grazia di Dio. Ecco dunque
come egli disonora Dio, dichiarando col suo consenso che vale più quel misero
piacere, che non vale l'amicizia divina.
Così dunque, mio Dio, tante volte io vi ho disonorato, posponendovi ai
miei miserabili gusti.
Se il peccatore cambiasse Dio per un tesoro di gemme, per un regno, pure
farebbe un gran male, perché Dio vale infinitamente più che tutti i tesori e
regni della terra. Ma perché tanti lo cambiano? per un fumo, per un poco di
terra, per un piacere avvelenato, che appena avuto sparisce.
Ah mio Dio, e come tante volte io ho potuto aver l'animo per beni così
vili di disprezzare voi, che m'avete tanto amato? Io non voglio vedermi più in
disgrazia vostra. Fatemi prima morire, ch'io di nuovo abbia ad offendervi.
Maria Madre di Dio, esauditemi ancora voi; intercedete per me affinché
io sempre sia di Dio, e Dio sia sempre mio”.
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