Sedicesimo giorno
Trattato: [134 – 138]
CAPITOLO SECONDO
"MOTIVI PER APPREZZARE LA
CONSACRAZIONE"
Bisogna vedere, adesso i motivi che ci mostrano
l'eccellenza della consacrazione di noi stessi a Gesù Cristo per le mani di
Maria.
Primo motivo: questa consacrazione ci consacra interamente al servizio di Dio
San Luigi Maria afferma che “non si può concepire sulla terra compito più elevato del servizio di Dio.” E per servizio di Dio s’intende il fatto di lavorare per la maggior gloria sua e per il bene delle anime, in qualunque stato di vita Dio ci possa chiamare. Questo è il fine ultimo e tanto dignitoso dell’uomo, come insegna Sant’Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali: “ l'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza”. Dunque questa devozione ci aiuta a raggiungere il fine ultimo della nostra vita.
“Tale è un fedele schiavo d'amore di Gesù in
Maria, dedicatosi completamente al servizio del Re dei re, per le mani della
sua santa Madre, senza nulla ritenere per sé. Tutto l'oro del mondo e le
bellezze dei cieli non bastano a pagarlo”.
Per mezzo di questa consacrazione noi affidiamo a Maria non solo
tutti i nostri beni esteri (salute, beni materiali, parenti, amici, progetti…)
ma perfino i beni spirituali (le potenze dell’anima, il progresso nella virtù,
le consolazioni spirituali…) includendo il valore meritorio di tute le nostre
azioni. Questa consacrazione ci aiuta a distaccarci perfino del merito delle nostre
buone azioni, mettendoli tutti quanti nelle mani della Vergine Santissima:
“Come ho già detto, non vi è pratica più
indicata di questa per disfarsi in modo facile di quel certo spirito di
proprietà che s'insinua impercettibilmente anche nelle migliori azioni. E il
nostro buon Gesù concede questa grande grazia in ricompensa dell'atto eroico e
disinteressato che si è fatto cedendogli l'intero valore delle buone opere, per
le mani di Maria. Se egli dà il centuplo, anche in questo mondo, a coloro che
per suo amore lasciano i beni esterni, temporali e caduchi, quale centuplo non
darà a colui che gli fa sacrificio perfino dei suoi beni interni e spirituali?”
Dio, che non si lascia vincere in generosità, accoglierà la nostra
offerta dalle mani della Vergine e ci ricolmerà di benefici infinitamente
maggiori: “Gesù, nostro grande amico, si è dato a noi senza riserva, corpo e
anima, virtù, grazie e meriti: “Mi ha conquistato interamente, dandosi
interamente a me”, diceva san Bernardo. Non è dunque per noi un dovere di
giustizia e di riconoscenza dargli tutto quanto gli possiamo dare? Egli è stato
generoso con noi per primo, siamolo anche noi, in contraccambio, con lui, e lo
sperimenteremo ancora più generoso durante la nostra vita, nella nostra morte e
per tutta l'eternità: «Con l'uomo generoso tu sei generoso».”
X
Pratiche di preparazione
1) Ci mettiamo nella presenza di Dio
2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”
3) Lettura: Tratto dal libro Via
della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori e dalla Imitazione di
Cristo di T. Kempis
Considerazione della propria
debolezza
"O Signore, che cosa è l'uomo, che tu
abbia a ricordarti di lui? Che cosa è il figlio dell'uomo, che tu venga a
lui?" (Sal 8,5). Signore, nulla io sono, nulla posso, nulla di buono io ho
da me stesso; anzi fallisco in ogni cosa, tendendo sempre al nulla…Essendo più
pronto a regredire che ad avanzare, non mi mantengo sempre nella stessa
condizione.
Ché io non sono altro che vanità,
"anzi un nulla, al tuo cospetto" (Sal 38, 6), un uomo incostante e
debole. Di che cosa posso io vantarmi; come posso pretendere di essere stimato?
Forse per quel nulla che io sono? Sarebbe vanità sempre più grande. O veramente
vuota vanteria, peste infame, massima presunzione, che distoglie dalla vera
gloria, privandoci della grazia del cielo. Giacché mentre si compiace di se stesso,
l'uomo dispiace a te; mentre ambisce ad essere lodato dagli altri, si spoglia
della vera virtù.
(T. Kempis, Imitazione di
Cristo)
Considera, fratello, che sei di terra, ed
in terra hai da tornare. Ora vedi, senti, parli e cammini. Verrà un giorno che più
non vedrai, non sentirai, non parlerai, né camminerai. Quando l'anima tua si
dividerà dal tuo corpo, il corpo resterà ad esser consumato dai vermi ed a
farsi polvere; e l'anima si troverà in quell'eternità, che t'avrai meritata
colla tua vita.
Ah mio Redentore, voi avete dato la vita per farmi acquistare il
paradiso, e vedendo la mia piccolezza mi procurate il vostro aiuto donandomi la
vostra stessa Madre. Signore, io vi amo e mi pento di avervi offeso.
Maria, speranza mia, niente sono e
niente ho, ma tutto spero di te. Abbiate di me pietà.
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