venerdì 11 aprile 2014


Sedicesimo giorno
Trattato: [134 – 138]

CAPITOLO SECONDO
"MOTIVI PER APPREZZARE LA CONSACRAZIONE" 

Bisogna vedere, adesso i motivi che ci mostrano l'eccellenza della consacrazione di noi stessi a Gesù Cristo per le mani di Maria.




Primo motivo: questa consacrazione ci consacra interamente al servizio di Dio

San Luigi Maria afferma che “non si può concepire sulla terra compito più elevato del servizio di Dio.” E per servizio di Dio s’intende il fatto di lavorare per la maggior gloria sua e per il bene delle anime, in qualunque stato di vita Dio ci possa chiamare. Questo è il fine ultimo e tanto dignitoso dell’uomo, come insegna Sant’Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali: “ l'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza”. Dunque questa devozione ci aiuta a raggiungere il fine ultimo della nostra vita.

“Tale è un fedele schiavo d'amore di Gesù in Maria, dedicatosi completamente al servizio del Re dei re, per le mani della sua santa Madre, senza nulla ritenere per sé. Tutto l'oro del mondo e le bellezze dei cieli non bastano a pagarlo”.


Continua San Luigi spiegando che esistono nella chiesa molte istituzioni e movimenti molto lodevoli che esigono di noi certi obblighi e compromessi concreti, lasciandoci liberi del resto delle nostre azioni quotidiane. Questa devozione, invece, esige di noi una consegna “senza riserva a Gesù e a Maria di tutti i propri pensieri, parole, azioni e sofferenze e tutti i momenti della propria vita. Ne consegue che, si vegli o si dorma, si beva o si mangi, si compiano le azioni più importanti o le più ordinarie, si può sempre dire con verità che quanto si fa, sebbene non ci si pensi, tutto appartiene a Gesù e a Maria, in virtù di tale offerta”. Quale consolazione!

Per mezzo di questa consacrazione noi affidiamo a Maria non solo tutti i nostri beni esteri (salute, beni materiali, parenti, amici, progetti…) ma perfino i beni spirituali (le potenze dell’anima, il progresso nella virtù, le consolazioni spirituali…) includendo il valore meritorio di tute le nostre azioni. Questa consacrazione ci aiuta a distaccarci perfino del merito delle nostre buone azioni, mettendoli tutti quanti nelle mani della Vergine Santissima:

“Come ho già detto, non vi è pratica più indicata di questa per disfarsi in modo facile di quel certo spirito di proprietà che s'insinua impercettibilmente anche nelle migliori azioni. E il nostro buon Gesù concede questa grande grazia in ricompensa dell'atto eroico e disinteressato che si è fatto cedendogli l'intero valore delle buone opere, per le mani di Maria. Se egli dà il centuplo, anche in questo mondo, a coloro che per suo amore lasciano i beni esterni, temporali e caduchi, quale centuplo non darà a colui che gli fa sacrificio perfino dei suoi beni interni e spirituali?”




Dio, che non si lascia vincere in generosità, accoglierà la nostra offerta dalle mani della Vergine e ci ricolmerà di benefici infinitamente maggiori: “Gesù, nostro grande amico, si è dato a noi senza riserva, corpo e anima, virtù, grazie e meriti: “Mi ha conquistato interamente, dandosi interamente a me”, diceva san Bernardo. Non è dunque per noi un dovere di giustizia e di riconoscenza dargli tutto quanto gli possiamo dare? Egli è stato generoso con noi per primo, siamolo anche noi, in contraccambio, con lui, e lo sperimenteremo ancora più generoso durante la nostra vita, nella nostra morte e per tutta l'eternità: «Con l'uomo generoso tu sei generoso».”



X
Pratiche di preparazione

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori e dalla Imitazione di Cristo di T. Kempis

Considerazione della propria debolezza
"O Signore, che cosa è l'uomo, che tu abbia a ricordarti di lui? Che cosa è il figlio dell'uomo, che tu venga a lui?" (Sal 8,5). Signore, nulla io sono, nulla posso, nulla di buono io ho da me stesso; anzi fallisco in ogni cosa, tendendo sempre al nulla…Essendo più pronto a regredire che ad avanzare, non mi mantengo sempre nella stessa condizione.
Ché io non sono altro che vanità, "anzi un nulla, al tuo cospetto" (Sal 38, 6), un uomo incostante e debole. Di che cosa posso io vantarmi; come posso pretendere di essere stimato? Forse per quel nulla che io sono? Sarebbe vanità sempre più grande. O veramente vuota vanteria, peste infame, massima presunzione, che distoglie dalla vera gloria, privandoci della grazia del cielo. Giacché mentre si compiace di se stesso, l'uomo dispiace a te; mentre ambisce ad essere lodato dagli altri, si spoglia della vera virtù.

(T. Kempis, Imitazione di Cristo)
Considera, fratello, che sei di terra, ed in terra hai da tornare. Ora vedi, senti, parli e cammini. Verrà un giorno che più non vedrai, non sentirai, non parlerai, né camminerai. Quando l'anima tua si dividerà dal tuo corpo, il corpo resterà ad esser consumato dai vermi ed a farsi polvere; e l'anima si troverà in quell'eternità, che t'avrai meritata colla tua vita.
Ah mio Redentore, voi avete dato la vita per farmi acquistare il paradiso, e vedendo la mia piccolezza mi procurate il vostro aiuto donandomi la vostra stessa Madre. Signore, io vi amo e mi pento di avervi offeso.

Maria, speranza mia, niente sono e niente ho, ma tutto spero di te. Abbiate di me pietà.
(S. Alfonso, Via della salute)





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